EQUITALIA: ISTRUZIONI PER L’ABUSO

 

Per non diventarne vittime

Vi proponiamo un editoriale di carattere specialistico su Equitalia e il sistema tributario italiano, redatto dal Dr Daniele La Valle, Presidente del Consiglio Direttivo di NERO SU BIANCO, Associazione per la difesa dei diritti dei Consumatori e degli Utenti, per i lettori di Pensare Liberi. Buona lettura. NDR pensareliberi.com
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Tutti ne parlano, tutti la temono. Equitalia rappresenta, oggi più che mai, il simbolo di qualcosa che il popolo italiano ritiene ingiusto, sbagliato, afflittivo. Comprendiamo assieme il perché, tralasciando considerazioni di carattere politico o ideologico e scoviamo i metodi per non diventarne vittime.
Equitalia è l’agente di riscossione dei tributi, competente a riscuotere per conto dell’inps, dello Stato e, fino al 31 dicembre 2012, per conto dei Comuni che non si sono affidati ad altre agenzie di riscossione.
In pratica, è l’ente che ci costringe a pagare le tasse, le multe etc. per conto di tutti i soggetti sopra elencati, se non le abbiamo pagate alla normale scadenza. Equitalia, proprio per questo ruolo istituzionale, gode di privilegi ed agevolazioni peculiari, proprie solo di chi riscuote per conto degli enti pubblici.

Per meglio comprendere, è sufficiente fare una distinzione:

Il privato, cittadino o impresa, se creditore nei confronti di un soggetto, pubblico o privato che sia, deve affidarsi agli strumenti previsti dalla Legge, che, come noto, sono inefficaci, costosi, laboriosi e hanno tempi biblici. Ogni step deve essere autorizzato da un Giudice e portato a conoscenza del debitore, il quale può opporsi quasi a tutto, anche solo per procrastinare i tempi processuali.
Il controllo del Giudice è necessario per convalidare i crediti e le procedure esecutive adottate per riscuoterlo.
Riassumendo, il privato creditore (specie se creditore debole, con esigue capacità economiche) risulta pressoché impotente nei confronti del debitore; se poi quest’ultimo appartiene alla categoria dei c.d. nullatenenti artificiali, l’impotenza sarà assoluta.
E poi c’è Equitalia. Il supereroe del recupero crediti, munito di straordinari ed invincibili poteri, inarrivabili da chiunque altro. Ipoteche legali, fermi amministrativi, pignoramenti mobiliari ed immobiliari, tutto con un click, senza alcuna autorizzazione e senza l’obbligo di informare il destinatario. Incredibile.
Già, incredibile, ma non in Italia.
 Equitalia riscuote per conto dello stato, più in generale degli enti pubblici, quindi si da per presupposto che “sia dalla parte del giusto”. Qualcuno la definisce  “ l’unica struttura in grado di condurre con efficienza la lotta all’evasione fiscale” (Saverio Fossati, Il Sole 24ore, 20/01/2011).
Eppure ho visto delle schifezze (scusate il termine, ma è il più appropriato che ci sia) fatte da Equitalia, che se le facesse un privato avrebbe cumuli di denunce.
Non parlo degli interessi assurdi, delle spese di riscossione mostruose, neppure delle procedure esecutive attivate in men che non si dica, come non parlo delle dilazioni con interessi montanti sugli interessi maturandi(!), perché tutto ciò, purtroppo,  è previsto dalla normativa di riferimento (Regio Decreto 639/1910, D.P.R. n. 602/1973, D.Lgs. n. 241/1997, D.Lgs. n. 46, 112 e 237 del 1999, D.L. 203/2005, D.Lgs. n. 546/1992, L. n. 106/2011 e L. n. 111/2011) che andrebbe urgentemente riformata.
Parlo di quando Equitalia va oltre ciò che la Legge le consente, ovvero, quando non può giustificarsi con essa.

Per permettere ai lettori di capire se hanno subito ingiustizie da parte di Equitalia, riporto alcuni esempi di ciò che può accadere ai contribuenti.

1) in qualche modo il contribuente scopre (Equitalia non avvisa), di avere un’ipoteca legale sulla casa (non quella a Cortina o a Forte dei Marmi, bensì la casa in cui vive con moglie e figlie e della quale sta cercando di pagare il mutuo), iscritta da Equitalia; si reca agli sportelli, e gli viene detto che deve pagare tutto ciò che risulta a ruolo, compreso il canone RAI della madre defunta 15 anni prima, il bollo auto del 1998, una multa del 1996, tutto con  importi decuplicati, ma gli propongono una vantaggiosa dilazione in 72 rate, con interessi montanti, e la promessa che quando avrà pagato tutto, libereranno la casa dall’ipoteca. Peccato che la maggior parte di quanto questo caro contribuente accetti di pagare, non sarebbe dovuto poiché prescritto.
2) Tizio scopre di avere un fermo amministrativo iscritto su un veicolo per la cartella xxx  di 1000€, di cui 500€ di carico, 250€ di interessi/sanzioni e 250€ di spese di riscossione; Tizio sa di avere altro da pagare in Equitalia, ma non può pagare tutto, quindi decide di pagare il necessario per togliere il fermo, altrimenti non sa come accompagnare i bambini all’asilo o come andare a lavorare.
Illustra la situazione allo sportello e gli dicono che può pagare un po’ alla volta, ma subito deve pagare una cifra di 500€; lui paga e ritira altri bollettini, di cifre variabili, che pagherà nelle prossime settimane, per un totale complessivo di 1000€.
Pagati i bollettini, tizio, convinto di aver pagato la cartella per cui era iscritto il fermo, chiede un estratto di ruolo; ebbene, la cartella xxx è diventata di 500€, di cui 400€ di carico, 50€ di interessi e 50€ di spese di riscossione, quindi  il carico è sceso di soli 100€, mentre sono stati pagati quasi per intero interessi e spese.
Vi chiederete dove sono finite le rimanenti 500€ versate da Tizio: bene, hanno pagato interessi e spese delle cartelle yyy e zzz, ormai prescritte, ma di cui il correttissimo impiegato di Equitalia aveva provveduto ad inserire gli estremi nei bollettini, senza informare il caro Tizio.
Per il nostro Ordinamento Penale, non si può parlare di usura ne di truffa; ma tutto questo è quantomeno definibile truffaldino, sicuramente privo di correttezza.
Correttezza. La stessa che hanno i contribuenti colpiti da Equitalia, che -contrariamente a quanto è in uso nel “sistema Italia”- hanno dichiarato i loro redditi, salvo poi non riuscire a pagare tempestivamente tasse e tributi che ne sono derivati.
Colpevoli di “sperperare” gli introiti piuttosto che risparmiarli per le tasse. Come se in Italia si riuscisse a guadagnare e mettere da parte qualche risparmio.
No, caro Fossati, Equitalia degli evasori non sa proprio nulla (opera iscrivendo a ruolo crediti già accertati dall’Agenzia delle Entrate, dall’Inps e da altri enti, il più delle volte derivanti da corrette dichiarazioni dei redditi e/o bilanci, sanzioni al Codice della Strada ed altro, che nulla hanno a che fare con l’evasione fiscale) e non fornisce alcun contributo nella lotta all’evasione.
Semmai costringe alla scelta: diventare disonesti o nullatenenti.
 Vedo quotidianamente persone oneste, e non evasori, che cercano disperatamente un modo per risollevare la loro condizione economica, bissati da Banche che revocano fidi, non concedono prestiti e mutui, finanziarie assetate, aziende che li hanno licenziati o che non pagano loro i compensi, perché a loro volta in deficit, immobilizzati per il DURC (l’assenza del quale, per alcune aziende private, viene utilizzata quale motivo per non pagare i fornitori, seppure ciò non sia previsto da alcuna normativa, ndr).
Lo Stato, in queste condizioni, non dovrebbe autorizzare il proprio “esattore” ad agire con l’insensibilità di un boia e in modo scorretto; quantomeno, dovrebbe mitigarne l’azione, obbligandolo a procrastinare le dilazioni, ridurre gli interessi, sospendere le procedure esecutive e cautelari, cancellare i ruoli relativi a crediti prescritti, solo per citare i provvedimenti a costo zero.

In attesa di un desiderabile intervento dell’attuale legislatore (magari sollecitato -in modo lecito- dal popolo), invito i contribuenti ad alcune accortezze:

  •  Ritirate sempre la posta (per la Legge italiana la notifica si perfeziona anche per compiuta giacenza delle raccomandate), diffidate della mala informazione che dice il contrario, vaneggiando citando sentenze rivoluzionarie quanto inesistenti.
  • Leggete le cartelle esattoriali, i solleciti di pagamento, le ingiunzioni etc. e cercate di capire cosa riguardano (spesso basta fornire la documentazione necessaria per farle annullare)
  • Se avete intenzione di presentare ricorso o contestare gli addebiti, non aspettate: i termini sono brevi, ed ogni fase ulteriore della procedura esecutiva riduce l’ambito dei motivi proponibili in sede di impugnazione; in pratica, se volete contestare una multa o un accertamento, fatelo subito, dire al vicino che avete subito un’ingiustizia non vi esimerà dal pagamento. Contestualmente, non improvvisatevi giuristi facendo copia-incolla di motivi trovati sul web, ricordatevi che perdere costa.
  • Se vi recate allo sportello di Equitalia, fatevi stampare un estratto di ruolo dettagliato, sarà utile per avere contezza di tutto ciò che risulta a vostro carico; è un vostro diritto, fatelo valere contro la reticenza degli operatori!
  • Prima di pagare, controllate cosa state pagando: se volete pagare una singola voce del ruolo, ovvero una singola cartella, controllate che la ricevuta di pagamento contenga i dati corretti.
  • Dall’estratto di ruolo capirete poco, è redatto in una forma criptica e non comprensibile ai più, ma sarà utile se vi rivolgerete a dei professionisti e comunque vi fornirà un quadro complessivo.
  • Diffidate da “esperti” dalle facili promesse: sono momenti difficili e molti stanno cercando di approfittarne, compresi soggetti muniti di titoli da cui dovrebbe discernere una competenza adeguata, ma in questo settore non esistono bacchette o formule magiche, ne tantomeno “santoni cancella-debiti”.
  • Se vi rivolgete a dei professionisti, saggiatene la correttezza, chiedete come e perché potrebbero farvi ottenere dei risultati, diffidando chi vanta segreti o metodi poco ortodossi, è solo l’anticamera di una truffa. Se ciò che viene promesso sembra troppo bello per essere vero, semplicemente non lo è.
Consiglio generale: non disperate ma non fate finta di nulla, i debiti non si cancellano con il tempo; se mettete la testa nella sabbia, lascerete scoperta la parte che permetterà all’esattore di compiere l’attività che preferisce…
Dott. Daniele LA VALLE (Fonte pensareliberi.com)