‘Facciamo insieme la raccolta di metalli’: Consorzio di soci italiani, rom e sinti
Mauro Fedele, 56 anni, è il direttore del Consorzio Equo, nato un anno fa e formato da sette cooperative. Un esempio unico in Italia di integrazione tra le due culture. Il fatturato al mese è passato dai 20mila euro del gennaio 2014 ai 170mila euro di dicembre. E ogni lavoratore porta a casa dai mille ai duemila euro mensili
“Li incontravo sui piazzali delle aziende, mi raccontavano che erano stati denunciati e i loro furgoni sequestrati. Dovevano mettersi in regola, ma sarebbe costato troppo”. Mauro Fedele, 56 anni, è il direttore del Consorzio Equo, nato un anno fa a Leinì, in provincia di Torino, che raggruppa soci rom e italiani. Un esempio unico in Italia di integrazione tra le due culture. È formato da sette cooperative sociali, con sede in Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Umbria, Toscana e Marche, che si occupano della raccolta porta a porta di ferro e altri metalli (come alluminio, bronzo, ottone, rame), cavi, scarti industriali. I clienti sono privati che chiedono di ripulire garage, cantine, solai. Oppure officine, fabbriche, cascine. Continua su FONTE
“È un’attività che i nomadi hanno sempre svolto per tradizione – racconta Mauro -. Ci sanno fare, nessuno li batte sul mercato”
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