Corruzione a Palazzo Marino, arrestati tre dipendenti del Comune di Milano
04/04/2017 – Le tangenti come “sistema”, e un “contesto di numerose ed endemiche corruttele che governano e verosimilmente continuano a governare l’assegnazione degli appalti all’interno del Comune di Milano”. Dopo lo scandalo dei lingotti d’oro, su disposizione del gip Alfonsa Ferraro, questa mattina gli uomini del nucleo di polizia tributaria hanno eseguito ancora tre arresti per corruzione in Comune a Milano. Dove, ad esempio, “il bando sulle sicurezza delle scuole è stato oggetto di una vera e propria pianificazione a tavolino tra imprenditori interessati e dirigenti comunali”.
“Sono fatti che si rifanno ad anni fa – è stato il commento del sindaco Giuseppe Sala – i dirigenti erano stati spostati in uffici in cui non avevano più nessun contatto con l’esterno e non si occupavano di gare. A questo punto con la notizia di stamattina, sono stati sospesi”. L’inchiesta non potrebbe però finire qui. E Sala lo sa. “La vigilanza non è mai sufficiente – dice a chi gli ricorda le parole di Pisapia che, con la prima tornata di arresti, parlò di quattro mele marce – perché da quanto capiamo ci sono altri coinvolti. Certamente il Comune si farà poi parte attiva per tutelare la sua immagine e i suoi diritti rispetto a questi dipendenti, qualora fossero condannati”.
In carcere sono finiti un funzionario, Massimiliano Ascione, e due dirigenti, Armando Lotumolo e Stanislao Virgilio Innocenti, questi due già indagati dal 2015 nell’inchiesta del pm Luca Poniz che aveva portato ai primi quattro arresti. Era venuto a galla allora il giro di mazzette e regali per aggiudicarsi i lavori nelle scuole cittadine e nelle case popolari dell’Aler. Nelle carte, il pm aveva evidenziato il pericolo di “reiterazione dei reati” perché i due “continuano a ricoprire ruoli di vertice all’interno dell’amministrazione comunale in settori pertinenti ai lavori pubblici” e il gip, che ha accolto la richiesta, ha sottolineato la “sfera di potere molto ampia e solida, sia per i ruoli apicali sia per la stratificazione nel tempo del loro potere”.
Cento mila euro, più un orologio da 11 mila euro: questo il “prezzo” della tangente pagata da un imprenditore, corrisponde al 5% del valore dell’appalto. E’ stato Marco Volpi – titolare della ‘Professione Edilizia Srl’ e rappresentante del Consorzio Milanese Scarl, arrestato nella prima tranche dell’inchiesta – a mettere a verbale di aver pagato ad Ascione la tangente per lavori di ristrutturazione nella scuola, portando anche parte dei soldi in contanti negli uffici del Comune di via Pirelli. Anche altre persone, tra cui alcuni collaboratori e soci dell’imprenditore, avrebbero confermato agli inquirenti il versamento della ‘stecca’ per ottenere certificazioni utili per gli appalti.
Nel lungo verbale Volpi ha raccontato di aver dovuto versare ad Ascione una presunta tangente equivalente “al 5%” del valore dell’appalto e ha spiegato come sono avvenute le consegne: “In una busta, sempre in una busta e le consegne dipende, molte volte erano in cantiere, molte volte erano in ufficio perché non è una botta … cioè non è 100 mila in una volta sola”. Nel motivare l’arresto il gip spiega che Ascione “continua a ricoprire ruoli di vertice nell’amministrazione”.
Per il gip Ferraro, a Palazzo Marino, esisteva un “sistema” per le mazzette. Gli appalti, secondo le indagini che il pm Poniz ha affidato al Nucleo di polizia tributaria, prevedevano per essere aggiudicati il pagamento di tangenti “in tutte le fasi dell’appalto: dall’aggiudicazione, all’esecuzione dei lavori, per finire ai pagamenti”.
A Lotumolo viene contestato anche di aver ricevuto come tangente alcuni lavori di ristrutturazione nel centro estetico intestato alla figlia da un socio dell’impresa ‘Christian Color srl’, che gli avrebbe messo a disposizione le “proprie maestranze”. In cambio Christian Naccari – socio dell’impresa e indagato – avrebbe ottenuto dal dirigente comunale, che era “responsabile unico del procedimento nell’ambito del settore scuola del Comune”, l’aggiudicazione “di uno dei lotti” del bando di gara sui certificati di “idoneità statica” delle scuole milanesi. Appalto aggiudicato nel 2013.
Ma anche Volpi offrì “ricompense” ai due dirigenti, oltre a due tablet (“due ero in Comune e li ho già
distribuiti, poi ce ne ho lì uno). A Innocenti versò 13.500 euro – due tranche da 2.500 e una da 8.500 – mentre Lotumolo avrebbe ricevuto per ottenere firme e certificati, sempre nel suo ufficio, 6mila euro: 3mila nel settembre 2014 e 3mila nell’agosto 2015. FONTE
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