27/03/2017 – 3 milioni e 235mila euro. Tanto costerà alla diocesi di Milano la visita di Papa Francesco a Monza. Il palco, lungo 80 metri e profondo 30, è costato ben 1 milione e 300mila ed è dotato di impianti video da 300mila euro. A contribuire alle spese troviamo vari istituti bancari e anche quella Regione Lombardia che pare da sempre in prima fila nell’elargire soldi pubblici ad una specifica confessione religiosa. Non solo, l’assessore leghista Simona Bordonali spiega che Regione Lombardia investirà ulteriori 410 mila euro per sicurezza e protezione civile.
Da un lato le periferie, il carcere, il “Papa degli ultimi”. Dall’altro, l’organizzazione, le città presidiate e i soldi spesi, tanti. È costata un bel po’ alla Curia di Milano la visita di Papa Francesco, che sabato per la prima volta è stato nel capoluogo meneghino e in quello brianzolo. A fare i conti in tasca alla Diocesi milanese è stato Davide Milosa su “Il Fatto Quotidiano”, sottolineando come lo “spreco” non sia andato giù neanche ai “colleghi” dell’arcivescovo Angelo Scola, vero organizzatore dell’evento.
La spesa più importante è stata sostenuta per il palco dal quale Francesco ha recitato la grande messa del popolo. Prezzo? Ben un milione e trecentomila euro.
Giusto per avere un’idea delle cifre – si legge su Il Fatto Quotidiano -, la struttura sulla quale si è esibito lo scorso settembre la rockstar Luciano Ligabue è costata 750mila euro ed è stata utilizzata per due serate. Quella del pontefice per poche ore costa quasi il doppio. È una struttura lunga ottanta metri con due mega torri di alluminio per sorreggere la copertura. A fianco, ha una tribuna a gradoni con cinquecento posti.
Altri fondi, inevitabilmente, sono stati spesi per l’accoglienza a San Siro, dove Francesco ha trovato posto su un palco molto più “minimal” e piccolo. I soldi comunque, chiarisce ancora Milosa, sono arrivati dalla diocesi di Milano, dalla Regione Lombardia, dal Comune di Monza e, la parte più consistente, da diversi sponsor.
La gioia, un pensiero ai meno fortunati e il richiamo ad “aprire le braccia a tutti” sono arrivati invece da Bergoglio.