Ecco come la Germania si sta comprando la Grecia
la Ricostruzione, creato nel 1948, dopo la Seconda guerra mondiale, nell’ambito del Piano Marshall. Dopo la caduta della cortina di ferro, ha avuto un’impennata precisa con risvolti geopolitici rilevanti, finanziando la Germania Est con fondi europei. Schaeuble, incontrando due giorni fa ad Atene armatori, banchieri, manager e intermediari finanziari, ha chiarito come il suo Paese intenda il rapporto tra creditore e debitore: la Kfw lavorerà in cabina di regia con il Fondo di sviluppo greco-tedesco, che investirà nei piani aziendali, in particolare nelle piccole e medie imprese greche assolutamente carenti di liquidità. Ma lo farà tramite uno strumento di influenza economica internazionale dello Stato tedesco. Sarà il big brother con cui la Germania seguirà materialmente ogni singolo euro che si sposterà per e sul territorio ellenico.
A ciò si aggiunga un fatto preciso che Berlino non intende accettare: il risarcimento tedesco dei danni perpetrati alla Grecia durante l’occupazione nazista. Hitler invase la Grecia nell’Aprile 1941, saccheggiandola e devastandola in lungo e in largo. Secondo i dati della Croce Rossa Internazionale tra il ’41 e il ’43 furono almeno 300.000 cittadini greci a morire letteralmente di fame. Ma Germania Italia, oltre a pretendere cifre elevatissime per le spese militari, ottennero forzatamente dalla Grecia anche quello che venne definito un prestito d’occupazione, consistente in 3,5 miliardi di dollari. Lo stesso Fuhrer riconobbe in quella circostanza il valore legale del prestito e avallò il risarcimento. Ma alla Conferenza di Parigi nel 1946 ne riconobbe solo la metà. E così mentre l’Italia ripagò la propria parte del prestito, la Germania si rifiutò. Oggi quella cifra, al netto di interessi, ammonta a 163 miliardi. Più della metà del debito pubblico del Paese.
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