INPS, conti di nuovo in rosso, colpa dell’Inpdap
Per l’Inps un rosso da nove miliardi. Nel 2012 la gestione finanziaria di competenza del nuovo Inps (dopo la fusione con Inpdap ed Enpals) ha evidenziato un saldo negativo di quasi 9 miliardi di euro, dovuto esclusivamente alla gestione dei dipendenti pubblici ex Inpdap. È quanto rileva il rapporto annuale dell’istituto di previdenza. Il disavanzo dello scorso anno, pari a 8,996 mld, risulta dalla differenza tra 376,896 mld di entrate e 385,892 mld di uscite. Crolla il patrimonio: l’incorporazione dell’ente pensionistico dei lavoratori della P.A, già in rosso nel 2011 per 10,269 miliardi, ha fatto scendere il patrimonio netto da 41,3 miliardi nel 2011 a 22 nel 2012. Il deficit «non preoccupa la stabilità finanziaria del sistema. Il sistema è in piena sicurezza», assicura il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua. Sulla stessa linea il ministro del Lavoro Enrico Giovannini. Dal punto di vista dei conti, ricorda il ministro, la riforma Fornero ha messo in sicurezza il sistema nel lungo termine. Quasi la metà degli oltre 15 milioni di pensionati – tre pensionati su quattro – prende meno di 1.000 euro al mese e circa un terzo tra i 500 e i 1.000 euro.
Era stato previsto che l’incorporazione dell’Inpdap avrebbe avuto un impatto negativo è così è stato: quasi 9 miliardi di disavanzo finanziario di competenza contro i 7,9 miliardi di avanzo trovati nel lontano 2008. A pesare su questa gestione non è la crisi ma l’ormai annoso blocco del turn over nella Pa: meno dipendenti pubblici vuol dire meno contributi. E più pensioni da pagare. Pensioni, aggiunge subito Mastrapasqua – che «sono e saranno sempre pagate regolarmente». I trasferimenti dello Stato servono anche a questo: erano 84 miliardi per l’Inps del 2011 (vecchio perimetro) e salgono a 94 per il nuovo Inps (con Inpdap ed Enpals). Ma se il sistema è in sicurezza, continua il presidente, allora bisognerebbe ripristinare l’abitudine valsa fino al 2007 di contabilizzare i trasferimenti come «semplice ripiano del conto economico» e non come «prestito all’ente previdenziale», che produce una «nominale erosione del patrimonio netto dell’Istituto» sceso l’anno scorso a 22 miliardi contro i 45,7 del 2009.
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Nota sul presidente dell’ente:
25 incarichi, che prima erano 55. Antonio Mastrapasqua: presidente INPS ha dichiarato redditi per 1,2 milioni di euro (di certo sta molto meglio della grandissima parte dei suoi pensionati). Mastrapasqua siede in più di 25 consigli di amministrazione di enti e società. Straricco, miliardario in questa Italia rothschildiana fondata sulle menzogne, sulla truffa e sui massacri. Nonostante la riduzione il potere nelle mani di questa persona è enorme; basti pensare a quante poltrone possa controllare dall’alto dei suoi incarichi. Ma quello che viene da chiedersi e dove trovi il tempo per gestire tutti questi ruoli, per sedere su tutte queste poltrone. E soprattutto una domanda sorge spontanea: quante mani deve avere per poter firmare assegni, documenti, relazioni, incarichi ecc…? Tutto quello che la gente onesta si chiede è: come fa Mastrapasqua a gestire tutte queste cariche che è chiamato a ricoprire. E’ solo un prestanome del sistema, oppure un genio?