Pedemontana Veneta insostenibile, costosissima e dannosa: un altro Mose ma di asfalto
04/06/2019 – «Siamo qui per accendere un faro sullo scempio ambientale, democratico ed economico che è Pedemontana Veneta, un’infrastruttura ripetutamente bocciata dalla Corte dei Conti a dagli organi di controllo, che continua ad essere imposta illegittimamente ai cittadini e alle loro tasche»: lo affermano la deputata Sara Cunial (M5S) e l’ex senatore vicentino del M5S Enrico Cappelletti. «La Pedemontana, in quanto project financing, avrebbe dovuto essere pagata dai privati senza oneri per la collettività – continua Cappelletti – ma dai 2,258 miliardi di euro iniziali arriverà a pesare sui bilanci della Regione e sulle tasche degli automobilisti, quindi sui cittadini, oltre 13 miliardi di euro, più del Mose e della Tav messi insieme. Un fiume di denaro, non motivato da alcuna emergenza pubblica. Sembra davvero che chi governa la regione Veneto, come affermato da Anac, abbia più a cuore gli interessi del concessionario che quelli dei propri cittadini»: aggiungono Cunial e Cappelletti.
«L’insostenibilità economica di questo fiume di cemento andrà a pesare anche sulle future generazioni. Ogni bambino veneto nascerà con 2.500 euro di debito in più, a causa della Pedemontana». spiega Franco Conte, presidente regionale del Codacons.
«Quest’opera è nata per rispondere a un’emergenza creata a tavolino e già dichiarata illegittima dalle sentenze” ha affermato Osvaldo Piccolotto, consulente tecnico nell’ambito di ricorsi aventi ad oggetto le criticità della Superstrada. “Un’opera basata su numeri del tutto infondati e su futuri flussi di traffico incongruenti con i dati reali, evidenziati anche da studi redatti per conto di Cassa Depositi e Prestiti e Banca Europea degli investimenti. – ha spiegato Alberto Baccega, ingegnere, studioso ed esperto di infrastrutture di trasporto –
Il livello del pedaggio si collocherà inoltre al massimo di quelli noti in Italia e sarà più che doppio di quello delle autostrade presenti in Veneto, con buona pace delle categorie artigianali e industriali che la invocano come la manna dal cielo».
«L’attenzione ora riguarda la giustizia amministrativa e la corretta applicazione di principi costituzionali, oltre che delle norme dello Stato, principi che vedono tutelare lo sviluppo della cultura e, del pari, il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Salute e utilità pubblica devono venire prima di qualunque altro profitto o arricchimento da conseguire alle spalle dei cittadini»: ha concluso Gianfranco Perulli, avvocato amministrativista iscritto all’Ordine degli Avvocati di Venezia. – [Trevisotoday.it]
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