«Superrimborsi benzina ai consiglieri regionali» Denuncia di un dializzato
Basilicata – «Cosa posso dire ai consiglieri regionali, io dializzato da 20 anni, con un rimborso chilometrico della benzina di un quinto rispetto al loro che è di un terzo? Vergognatevi». Così un indignato Antonio Stasi, 64 anni, trapiantato di rene nel 1996 ma di nuovo con la vita attaccata ad una macchina dal 2005, già amministratore comunale nel centro del Metapontino (anni 80 – 90), dopo la diffusione delle notizie relative a rimborsi percepiti da chi siede tra i banchi della massima assise territoriale locale. Il nostro interlocutore, battagliero difensore dei diritti degli emodializzati e dei trapiantati, non ha bisogno di domande per parlare dell’argomento.
«Io prendo un quinto del costo della benzina verde per andare a Tinchi e ritorno. Ieri mi hanno pagato il secondo semestre del 2012. Ma il rimborso io lo ottengo solo se vado veramente a fare la dialisi, come viene certificato dagli addetti del centro. Non lo prendo forfettario come lor signori, a prescindere, cioè, se vanno a Potenza o meno. No, tutto questo è una grande ingiustizia a danno dei cittadini. Ed a danno di chi soffre- dice – E c’è qualcuno di questi consiglieri che fa anche il moralizzatore della vita pubblica! Gente mai vista in giro, che non ha mai aperto bocca in Consiglio, che non ha mai presentato una proposta di legge, che si fa rimborsare pranzi, telefoni, segretarie varie, benzina. Pranzi che fa con i suoi grandi elettori che poi squinzaglia sul territorio. No, non è giusto. E noi non prendiamo l’una tantum che la Regione ci dà mensilmente tramite i Comuni, 238 euro, da 10 mesi». Stasi ora sembra un fiume in piena: «Vergognatevi. Andate a pranzo coi vostri amici e familiari a spese dei cittadini mentre a noi ammalati, legati ad una macchina per sopravvivere, ci hanno tagliato anche la colazione – aggiunge – Già. Sino a qualche mese fa a Tinchi ci davano la scatoletta di tonno o quella di carne o il prosciutto crudo. Ora ci danno una fettina di prosciutto cotto, sempre, senza variazione alcuna, che neanche il mio cane vuol mangiare tanto è insipida. E ci danno due panini spesso duri. Vergognatevi!». E diventa difficile calmare l’indignato che ci sta di fronte. Lui che ha fatto politica negli anni scorsi dovrebbe capire le esigenze di chi amministra. «Ma cosa debbo capire! Io giravo con la mia auto, usavo il mio telefono, non avevo segretarie – sottolinea – Facevo politica nell’interesse della gente non di quello mio personale. Oggi fare politica è diventato un affare, un investimento. Ho sentito gente dire: investo 100mila euro nelle elezioni perché se mi va bene li recupero in tre mesi. Significa che in molti vanno alla Regione per prendere i soldi delle tasse dei cittadini. Altro che interesse generale. E, badate bene, a me, che ho fatto politica da quando avevo i pantaloncini corti, tutto ciò dispiace. Mi dispiace veramente. Ma oggi circolano molti soldi in politica». Allora? Se Stasi avesse davanti il presidente della Regione, Vito De Filippo, rappresentante numero 1 del massimo ente territoriale locale, cosa gli direbbe? «Solo queste parole: De Filippo, mandali tutti a casa».
di Filippo MELE
Da LaGazzettaDelMezzogiorno
«Io prendo un quinto del costo della benzina verde per andare a Tinchi e ritorno. Ieri mi hanno pagato il secondo semestre del 2012. Ma il rimborso io lo ottengo solo se vado veramente a fare la dialisi, come viene certificato dagli addetti del centro. Non lo prendo forfettario come lor signori, a prescindere, cioè, se vanno a Potenza o meno. No, tutto questo è una grande ingiustizia a danno dei cittadini. Ed a danno di chi soffre- dice – E c’è qualcuno di questi consiglieri che fa anche il moralizzatore della vita pubblica! Gente mai vista in giro, che non ha mai aperto bocca in Consiglio, che non ha mai presentato una proposta di legge, che si fa rimborsare pranzi, telefoni, segretarie varie, benzina. Pranzi che fa con i suoi grandi elettori che poi squinzaglia sul territorio. No, non è giusto. E noi non prendiamo l’una tantum che la Regione ci dà mensilmente tramite i Comuni, 238 euro, da 10 mesi». Stasi ora sembra un fiume in piena: «Vergognatevi. Andate a pranzo coi vostri amici e familiari a spese dei cittadini mentre a noi ammalati, legati ad una macchina per sopravvivere, ci hanno tagliato anche la colazione – aggiunge – Già. Sino a qualche mese fa a Tinchi ci davano la scatoletta di tonno o quella di carne o il prosciutto crudo. Ora ci danno una fettina di prosciutto cotto, sempre, senza variazione alcuna, che neanche il mio cane vuol mangiare tanto è insipida. E ci danno due panini spesso duri. Vergognatevi!». E diventa difficile calmare l’indignato che ci sta di fronte. Lui che ha fatto politica negli anni scorsi dovrebbe capire le esigenze di chi amministra. «Ma cosa debbo capire! Io giravo con la mia auto, usavo il mio telefono, non avevo segretarie – sottolinea – Facevo politica nell’interesse della gente non di quello mio personale. Oggi fare politica è diventato un affare, un investimento. Ho sentito gente dire: investo 100mila euro nelle elezioni perché se mi va bene li recupero in tre mesi. Significa che in molti vanno alla Regione per prendere i soldi delle tasse dei cittadini. Altro che interesse generale. E, badate bene, a me, che ho fatto politica da quando avevo i pantaloncini corti, tutto ciò dispiace. Mi dispiace veramente. Ma oggi circolano molti soldi in politica». Allora? Se Stasi avesse davanti il presidente della Regione, Vito De Filippo, rappresentante numero 1 del massimo ente territoriale locale, cosa gli direbbe? «Solo queste parole: De Filippo, mandali tutti a casa».
di Filippo MELE
Da LaGazzettaDelMezzogiorno