Mafia Capitale, sforna ancora corrotti: indagati tre assessori di Marino
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Al centro delle indagini del pm Francesco Dall’Olio c’è il metodo, ampiamente utilizzato sia dal centrosinistra che dal centrodestra, della chiamata diretta. Metodo con cui si aggiravano i concorsi e si sacrificavano le competenze interne per ruoli apicali in uffici, assessorati e municipalizzate. Assunzioni (e in alcuni casi promozioni o raddoppio delle mansioni) che sarebbero già costate alle casse del Comune oltre 12 milioni di euro più del dovuto. Dall’analisi di delibere ed elenchi acquisite dai finanziari del nucleo tributario poco prima di Natale sono affiorati elementi che proverebbero abusi da parte di tutte e due le giunte. Le notifiche agli indagati sono in corso in questi giorni.
E i primi nomi di spicco sono emersi anche tra i beneficiari di questi presunti illeciti. Il generale Mario Mori e l’ex addetto al commercio delle giunte di centrosinistra Leslie Capone. Come pure Liborio Iudicello, segretario generale del Campidoglio all’epoca di Gianni Alemanno. Nei loro casi è noto anche il compenso contestato. Mori, responsabile della sicurezza cittadina su nomina della giunta di centrodestra, avrebbe sforato il tetto previsto dalla normativa con un compenso annuo di oltre 159 mila euro. Il suo contratto fu rinnovato per un altro biennio nel 2010 per cifre analoghe. Capone, dirigente comunale all’epoca di Veltroni, poi braccio destro di Daniela Valentini (Pd) in Regione, fu chiamato da Marino all’assessorato Attività produttive a 93 mila euro lordi annuali. Iudicello arriva invece a 239 mila euro lordi l’anno.
La consuetudine delle nomine esterne senza titolo e in violazione del testo sugli Enti locali, dunque, avrebbe coinvolto amministrazioni di opposto segno politico a cavallo degli ultimi dieci anni quasi. Uno scenario che ricorre nell’inchiesta «gemella» sul salario accessorio, affidata al pm Roberto Felici. Qui le indagini sono ancora agli inizi e non ci sono indagati al momento mentre si aspetta la relazione della guardia di finanza sui premi di risultato elargiti con magnanimità a pressoché tutti i dipendenti capitolini, una voce divenuta stanziale nelle buste paga capitoline. Si parla di 94.994 gratifiche riconosciute a vigili, maestre, impiegati, il cui monte stipendi complessivo è passato dai 66 milioni del 2008 ai 345 del 2013 . E le retribuzioni dei dirigenti che dovevano valutarli è raddoppiata: da 45mila a 88mila euro. Una questione ancora aperta che nei giorni scorsi ha portato alle minacce di sciopero in caso di mancata conferma della voce. – FONTE
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