Gasdotto Tap, ministro dell’Ambiente Costa: “Opera inutile, sarà revisionata”. E sull’Ilva: “Riconversione economica”
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07/06/2018 – La strategia sul Trans Adriatic Pipeline spiegata dal fatto che “i consumi di gas in Italia sono in calo”. Sugli impianti di Taranto, l’ex generale dei Carabinieri ha detto di “voler eliminare subito le fonti inquinanti”
Il gasdotto Tap, visti “i consumi di gas in calo in Italia”, oggi è un’opera “inutile” che verrà “revisionata”, come prevede il contratto di programma del governo M5s-Lega. Il neo ministro dell’Ambiente Sergio Costa non tarda a far sapere quale sarà la sua strategia sul Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto che deve portare il gas dall’Azerbaigian in Italia dal 2020 passando attraverso il mare Adriatico e approdando a Melendugno, nel Salento. E Costa, nel giorno della fiducia alla Camera del governo Conte, ha affrontato anche la questione degli impianti Ilva di Taranto, uno dei banchi di prova per la politica industriale del governo giallo-verde: “Bisogna da subito proteggere Taranto e i suoi cittadini eliminando le fonti inquinanti e poi lavorare per la riconversione economica dell’area”, ha detto il ministro all’agenzia Reuters.
“Il fascicolo Tap è sul tavolo e lo stiamo già affrontando, con priorità, considerando chiaramente che siamo al terzo giorno di lavoro appena. Il presupposto è che vista la strategia energetica, visti i consumi di gas in calo, quell’opera oggi appare inutile”, ha detto il ministro. “Sarà revisionata, così come prescritto nel contratto, come le altre opere di concerto con altri ministeri”, è l’idea dell’ex generale dei carabinieri ed esperto di ecomafie, senza specificare i dettagli.
Costa ha poi specificato che il nuovo governo M5s-Lega vuole eliminare subito le “fonti inquinanti” da Taranto e lavorare alla “riconversione economica” dell’area oggi dominata da Ilva, il più grande gruppo siderurgico italiano: “Noi vogliamo vigilare affinché fin da subito siano rispettate le prescrizioni ambientali per rendere immediatamente Taranto migliore, consapevoli che la strada verso la soluzione definitiva del problema va programmata e intrapresa e prevede l’arresto di tutte le contaminazioni ambientali”. Il ministro non ha usato esplicitamente la parola “chiusura” per Ilva perché, spiega, “il dossier sul futuro produttivo di Taranto è in capo al Ministero dello Sviluppo Economico e la domanda finale va fatta a loro che hanno i dettagli della trasformazione di Taranto dal punto di vista economico”. [IlFattoQuotidiano.it]
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