Bollo auto, multe e spazzatura: la pace fiscale cancella i debiti
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Le misure potrebbero però essere modificate dagli emendamenti, che le parti politiche stanno continuando a presentare. Il Governo, ad ogni modo, non intende cedere su nessuno dei punti del programma elettorale e potrebbe essere proprio questa rigidità a condizionarne la sopravvivenza.
Il decreto fiscale, collegato alla Legge di Bilancio, che deve essere, allo stato attuale, convertito in legge, prevede dunque uno stralcio totale per le micro cartelle notificate dall’agente della riscossione dal 2000 al 2010. Le cartelle non sono solo quelle relative ai debiti tributari ma anche per multe stradali e tributi locali, come il bollo auto, la Tari (l’imposta sulla spazzatura), la Tasi e l’Imu. Si tratta di una cancellazione automatica che gli agenti della riscossione effettueranno entro la fine dell’anno in corso e quindi senza alcun adempimento per il cittadino “multato” o il contribuente debitore. In base ai dati attuali, sono interessate dallo stralcio non meno di tre milioni di cartelle relative a violazioni del Codice della strada, considerando la stima del 25% di ruoli complessivamente stralciati con la misura, secondo fonti di Governo. Restano escluse le cartelle relative a risorse proprie comunitarie, tra cui Iva e dazi. Nessun rimborso però per le somme già versate dai debitori. Mentre gli importi saldati tra la data di entrata in vigore del decreto fiscale e la fine dell’anno saranno computati nell’ambito della rottamazione delle cartelle o di altre posizioni debitorie, ove esistenti, viceversa saranno rimborsate.
Per la verifica della soglia devono essere computati non soltanto gli importi iscritti a ruolo (tasse, contributi, multe stradali), ma anche gli interessi per ritardata iscrizione e le sanzioni. Essenziale tuttavia che le partite debitorie siano state poste in riscossione tra il 1° gennaio 2001 e il 31 dicembre 2010. Agenzia delle Entrate-Riscossione deve quindi trasmettere ai singoli enti creditori l’elenco delle partite oggetto di discarico, attraverso appositi flussi telematici da effettuare secondo le regole del decreto Mef 15 giugno 2015. Secondo i tecnici dell’esecutivo la cancellazione dei mini-ruoli comporterà un minor gettito di 524 milioni di euro.
La rottamazione ter procede invece su altri binari e ricalca le misure già adottate da Renzi, con uno sconto maggiore sugli interessi e più tempo per pagare (si parla di un debito da spalmare in cinque anni). C’è poi la chiusura delle liti in corso, ossia che ancora pendono in tribunale, misura che risparmierà al fisco e al cittadino i costi del contenzioso. Infine, è presente la possibilità, fino al 31 maggio 2019, di correggere errori e dimenticanze, integrando le dichiarazioni fiscali presentate entro il 31 ottobre 2017. Nel dettaglio, si possono integrare gli imponibili assoggettati all’Irpef, all’Ires, alle addizionali, alle imposte sostitutive, all’Irap, all’Iva e ai contributi previdenziali. L’integrazione degli imponibili è ammessa, nel limite di 100mila euro di imponibile annuo, entro il 30% di quanto già dichiarato. Sul maggior imponibile integrato, per ciascun anno di imposta, si applica, senza sanzioni, interessi e altri oneri accessori un’imposta sostitutiva del 20% (per l’Iva si applica l’aliquota media risultante dal rapporto tra l’imposta sulle operazioni imponibili, diminuita di quella relativa alle cessioni di beni ammortizzabili, e il volume d’affari dichiarato). – FONTE
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