14/03/2019 – John Capparelli pensava di essere riuscito a fuggire da tutto il male che aveva commesso nella vita e di essersi ritagliato un’oasi di pace e anonimato per trascorrere in pace gli ultimi anni della sua esistenza lontano dai luoghi dove tutti lo conoscevano per quello che era: un ex prete pedofilo che si era macchiato di decine di abusi sessuali su bambini con i quali era entrato in contatto grazie al suo ruolo religioso e al suo lavoro di insegnante di matematica. Si sbagliava: il mese scorso il suo nome è apparso tra quelli di 188 preti accusati di abusi sessuali, in un elenco pubblicato dalle cinque diocesi del New Jersey, negli Usa. E sabato, alle 9.30 del mattino, qualcuno è andato nella sua casa di Henderson, in Nevada, lo ha ucciso sparandogli al collo ed è fuggito lasciandolo in una pozza di sangue. La polizia, che sta indagando sull’omicidio, non ha comunicato molti dettagli sulla vicenda, ma ovviamente è difficile non pensare a un movente legato al suo passato di pedofilo: una vendetta, o comunque una “punizione”, per il male che aveva fatto.
John Capparelli, che aveva 70 anni, era stato rimosso dalla Chiesa dal suo ministero nel 1992, in seguito alle denunce di diverse famiglie che lo avevano accusato di abusi sessuali sui loro figli, ma era riuscito incredibilmente a conservare il suo lavoro di insegnante e quindi a restare in contatto con i bambini. Le accuse riguardavano abusi che risalivano agli anni ’70 e ’80 nel New Jersey, quando lavorava in varie chiese tra cui Nostra Signora di Fatima a North Bergen, Oratory Prep a Summit, Holy Trinity a Westfield, St. Theresa a Kenilworth e presso il Valley Hospital di Ridgewood. Alcune delle vittime riuscirono a ottenere dei risarcimenti da parte della Chiesa, ma lui non venne mai spedito sotto processo. Capparelli riuscì così a vivere tranquillamente fino al 2011, quando il suo passato venne reso pubblico: solo a quel punto si vide revocare la licenza che gli consentiva di insegnare.
Vistosi smascherato e additato al disprezzo dell’intera comunità, dopo qualche anno di travaglio, nel 2016, si trasferì per la vergogna in Nevada, dove ricominciò a insegnare matematica a studenti delle superiori e universitari.
Pensava di essersi lasciato tutto alle spalle, ma non aveva fatto i conti con quell’elenco di preti pedofili, in cui compariva il suo nome, pubblicato il mese scorso: il suo passato è tornato a inseguirlo, un assassino ha deciso che la sua vita doveva finire nel sangue. Richard Fitter, una delle sue vittime che in passato aveva ottenuto un risarcimento dalla Chiesa, ha reagito alla notizia ostentando indifferenza. «Non voglio sembrare cinico – ha detto – ma non voglio neanche apparire ipocrita: la notizia mi lascia indifferente. Era un predatore seriale, oltre che un sociopatico. Un omicidio è un crimine che non andrebbe mai commesso e che va sempre condannato, senza eccezioni. Credo anche, però, che senza di lui il mondo sia un posto più sicuro». – [IlGazzettino.it]
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