APPALTI SENZA MAFIE E CORRUZIONE, LE PROPOSTE DELLE ASSOCIAZIONI PER UNA RIFORMA DEL CODICE

15/03/2023 – All’appello lanciato da Libera, Cgil, Avviso pubblico e Legambiente hanno aderito il Forum Disuguaglianze Diversità, Tempi Moderni, Spazio Solidale, Centro Studi ed Iniziative Culturali Pio La Torre, della Pro Civitate Christiana, Libera informazione, Link Coordinamento Universitario, Associazione di Quartiere Collina della Pace, Cooperare con Libera Terra, SNOP – Società Nazionale Operatori della Prevenzione ETS, ACSI – Associazione di Cultura Sport e Tempo Libero, Lega anti vivisezione LAV, Altro Modo Flegreo-Laboratorio di Cittadinanza attiva Pozzuoli(NA), Fondazione Openpolis, Federazione Nazionale Pro Natura APS, Coop. Generazioni Future, Scuola Capitale sociale, Unione degli Universitari.



“A seguito dell’approvazione da parte del Consiglio dei ministri della proposta di nuovo Codice degli appalti e dell’esame del testo in Parlamento, le seguenti associazioni e organizzazioni sindacali – si legge nella nota – hanno avviato un confronto interno volto ad analizzare nel merito le proposte di modifica rispetto alla legislazione vigente.

L’origine di questa lettura sistemica da parte di realtà che sono ciascuna portatrice di valori, contenuti e sensibilità proprie in materia di prevenzione e contrasto a mafie e corruzione, tutela dei diritti dei lavoratori, ambiente e sviluppo sostenibile, si fonda sull’esperienza maturata durante il Covid, denominata “Giusta Italia.

In quei mesi terribili per il nostro Paese è nato un patto per far uscire l’Italia dalla cultura dell’emergenza, fondato sull’etica della responsabilità e finalizzato a far ripartire il Paese nella legalità, mettendo al centro valori come la partecipazione dei cittadini, la trasparenza della pubblica amministrazione, la tutela dei diritti sociali e ambientali.

Un patto per andare oltre gli errori del passato e che guarda con preoccupazione a come mafie, corruzione, criminalità economica e ambientale sappiano sfruttare l’allentarsi delle regole, conquistando consenso sociale e riciclando capitali accumulati illegalmente, a detrimento dell’economia legale, di un lavoro sicuro e giustamente retribuito, della qualità dell’ambiente in cui viviamo. – [Continua su FONTE]