Consulta: "Incostituzionale tassare le pensioni d’oro"
In sostanza la Corte Costituzionale ha bocciato le modalità di applicazione del contributo di solidarietà a carico delle pensioni più alte, perché discrimina una sola categoria rispetto agli altri titolari di reddito: “L’intervento riguarda, infatti, i soli pensionati, senza garantire il rispetto dei principi fondamentali di uguaglianza a parità di reddito, attraverso una irragionevole limitazione della platea dei soggetti passivi”.
Fonte : ilgiornale.it
Passa la prima riforma delle larghe intese al Senato: riapre il ristorante dei senatori
Per le riforme necessarie al Paese servono saggi e tempo, ma una cosa si può fare subito: riaprire la mensa al Senato
Dopo che la lussuosa mensa di Palazzo Madama aveva chiuso i battenti il 31 gennaio 2013, in attesa della nuova legislatura, arriva oggi la felice notizia della sua riapertura. Non che i senatori fino ad oggi abbiano patito la fame, anzi, il Senato aveva messo a loro disposizione il ristorante dei dipendenti, solo che, a parte i senatori del Movimento 5 Stelle, gli onorevoli hanno preferito glissare l’invito. Forse l’ambiente non era adatto a lor signori onorevoli?
E così è stata deliberata la riapertura, da metà giugno, della “lussuosa mensa” per i senatori. La notizia, arrivata direttamente dagli ambienti grillini di Palazzo Madama e diffusa oggi sul social network Facebook, fa felici naturalmente i 64 dipendenti della Ditta Gemeaz (Gruppo Elior) che ha l’appalto della ristorazione al Senato, che il 31 gennaio erano stati posti in cassa integrazione, ma fa ancor più felici gli onorevoli senatori che potranno ritornare a mangiare nella loro mensa preferita, dove si mangia bene e si paga poco.
Non è la prima volta che la mensa dei senatori occupa spazio tra gli onori della cronaca. Nel 2011, il Presidente del Senato Schifani fu costretto a ritoccare, ma senza esagerare, i prezzi delle portate del ristorante per i senatori, dopo che sui social network giravano alcuni scontrini sul costo di un pranzo senatoriale il cui ammontare non raggiungeva i 10 euro. Pensate che un primo di trofie con asparagi e speck costava soltanto 87 centesimi, mentre per una tagliata di manzo con rucola e grana un senatore doveva sborsare poco più di 3 euro.
Ora i prezzi sono leggermente aumentati ma ci sono troppi privilegi che toccano non soltanto i parlamentari ma anche i dipendenti delle due Camere. È di ieri la notizia che alla Camera si è insediato il Comitato per gli affari del personale per studiare la riduzione dei costi del personale dipendente, ma di un Comitato che si occupi della riduzione dei privilegi della Casta, neanche l’ombra.
Fonte: imolaoggi.it
BUON LAVORO ROBERTO
Poco prima, il senatore leghista Giacomo Stucchi era stato eletto presidente del Copasir, alla conclusione della prima seduta del Comitato. Stucchi ha ottenuto sei voti. Vice presidente è il senatore Giuseppe Esposito (Pdl), mentre segretario è Felice Casson (Pd).
Stucchi ha ottenuto il consenso di Pd, Pdl, Lega e Scelta civica. Contrari i tre esponenti del Movimento 5 Stelle, che sostenevano la candidatura dell’ex capogruppo Vito Crimi, e il rappresentante di Sel, Claudio Fava, che era stato candidato dal suo partito alla stessa carica. In mattinata il partito di Nichi Vendola si era espresso in maniera molto critica contro l’intesa tra Pd e Pdl.
Fonte: Repubblica.it
RIPRESE VIETATE in aula del senato, lo afferma GRASSO
L’UNITA’ D’ITALIA HA TRADITO IL SUD
Documenti alla mano, Giordano Bruno Guerri dimostra come la politica unitaria trattò il Sud come una colonia da sfruttare e da educare. Il Nord, e qui le argomentazioni si avvicinano alle tesi del precedente libro di Pino Aprile, non considerò italiane le popolazioni del Sud, pur essendoci molti uomini del Sud che facevano parte dell’esercito italiano, che condivisero le idee e gli ideali del Risorgimento. I grandi uomini dell’unità non conoscono il meridione. Cavour non mette mai piede a Roma.Massimo d’Azeglio, a cui si deve la famosa frase pubblica “fatta l’Italia bisogna fare gli italiani”, nel privato affermava con veemenza che “unirsi con i napoletani è come giacere con un lebbroso”.
Una antistoria, che guarda i fatti anche dalla parte di chi ha subito l’unificazione. Per Guerri, comunque, così come afferma nelle conclusioni, si trattò di “una Unità mal condotta e peggio proseguita”. La reazione, la ribellione alla spinta unitaria fu etichettata come brigantaggio, con questo termine si mettono assieme contadini, clerici, signori, borbonici, e la lotta fu durissima.
NEL VIDEO: Antonio Ciano, direttore di Tele Monte Orlando, intervista, sullo sfondo della fedelissima città di Gaeta, l’editore di Controcorrente Pietro Golia e Luciano Salera, autore del libro Garibaldi Fauchè e i predatori del Regno del Sud.
Alfonso Bonafede (M5S) ad Agorà e le parti tagliate
La Corte boccia la moratoria petrolifera lucana. Tu quoque, Vito!