Al summit mondiale DEL 15 GENNAIO 2013 sulle energie del futuro di Abu Dhabi, il presidente francese ha annunciato più finanziamenti alle rinnovabili per prepararsi al “dopo petrolio”. E Il giorno 20 Settembre 2013, il presidente francese Francois Hollande annuncia l’introduzione di una nuova “carbon tax” che sara’ attiva a partire dal 2014. Secondo il primo ministro Jean-Marc Ayrault, il ricavato, stimato in circa 2.5 miliardi di euro nel 2015 e poi 4 miliardi di euro nel 2016, sara’ usato per incentivare l’industria delle rinnovabili e per diminuire ultieriormente le emissioni. Fra i vari programmi, quello di offrire incentivi per l’isolamento delle case. Chi sara’ tassato? Qualsiasi industria che generi emissioni di CO2 da fonti fossili. Il presidente ha anche annunciato che questa carbon tax sara’ applicata ai produttori e non comportera’ l’aumento delle spese di riscaldamento o di trasporto direttamente ai cittadini. Oltre alla carbon tax, il nucleare sara’ tassato maggiormente per facilitare la transizione verso le rinnovabili. Si stima che a regime, questa tassa rendera’ disponibile 1 miliardo di euro in piu’ all’anno, oltre ai 5 miliardi di euro annuali che il paese gia’ spende fra le rinnovabili e l’efficenza energetica. Cosi’ facendo, ci si pone l’obiettivo della diminuzione delle emissioni di CO2 del 30% entro il 2030 e di dimezzarle entro il 2050. In Europa i paesi che gia’ hanno una carbon tax sono la Danimarca, la Finlandia, la Svezia, la Norvegia, la Svizzera e l’Irlanda. La Francia diventa cosi’ il settimo paese con la carbon tax, oltre che uno dei primi ad avere bannato il fracking.