LA DENUNCIA DEI NEOBORBONICI SULL’ALBERGO DEI POVERI, GIUNGE IN SENATO
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05/12/2019 – Solo la facciata è stata restaurata una trentina di anni fa, con il chiaro intento di “ingolosire” i possibili acquirenti dell’edificio borbonico. Una operazione che non è servita ad attirare compratori e capitali privati. Oggi la proprietà del Real Albergo dei Poveri resta in capo al Comune di Napoli che, di tanto in tanto, ventila la possibilità – più virtuale che reale – di dismettere questo enorme patrimonio. Tanti i motivi che si oppongono alla cessione del mega immobile. A cominciare dai faraonici costi per un recupero della struttura. Palazzo Fuga si sviluppa su una superficie di oltre 100.000 metri quadri, ospita oltre 400 stanze e chilometri di cortili e corridoi interni. Quasi tutti in pessime condizioni di conservazione.
“Alla luce delle condizioni attuali, di un dossier dell’Associazione Neoborbonica [a cura di Emilio Caserta] e di un servizio giornalistico [Il Mattino, a cura di Antonio Folle] quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro al fine di ridare dignità e valore ad un monumento che costituisce una parte molto importante del patrimonio culturale mondiale…”.
TESTO INTEGRALE.
SENATO DELLA REPUBBLICA
Legislatura 18
Atto n. 4-02513
Pubblicato il 20 novembre 2019, nella seduta n. 167
RICCIARDI , LANNUTTI , MAUTONE ,
TRENTACOSTE , VACCARO , PAVANELLI,ANGRISANI , ROMANO , DONNO, NOCERINO, DE LUCIA, LA MURA – Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. Premesso che, a quanto risulta agli interroganti: il “real albergo dei poveri”, o palazzo Fuga, è il maggiore palazzo monumentale di Napoli ed una delle più grandi costruzioni settecentesche d’Europa. L’opera si deve all’ingegno dell’architetto Ferdinando Fuga, che lo progettò su commissione dell’illuminato sovrano Carlo III. Con i suoi 100.000 metri quadri, oltre 400 stanze e una facciata di oltre 300 metri, è uno degli edifici più grandi del mondo oltre che, per quel tempo, il perno di avanzatissime politiche sociali e produttive; inizialmente la struttura ospitava numerosi cittadini ai quali veniva offerto vitto, alloggio, un’istruzione e la possibilità di imparare un mestiere, finendo per collocarvi addirittura una scuola per sordomuti. A metà dell’800 la struttura ospitava più di 5.000 persone, divenendo una delle opere più importanti al mondo; a seguito del terremoto che nel 1980 flagellò la città di Napoli, l’ala destra dell’edificio crollò. In seguito, numerosi progetti ne tentarono il recupero, soprattutto a partire dal 1995, ovvero da quando l’Unesco lo ha inserito tra le opere appartenenti al patrimonio mondiale. Tuttavia i restauri sono sempre stati parziali e insufficienti; attualmente la struttura risulta abbandonata, finendo raramente per ospitare qualche mostra o esposizione culturale.
In questi anni sono state poste in essere numerose proposte o progetti per rivitalizzare l’albergo dei poveri: dalla “città dei giovani” alla realizzazione di uno dei musei più grandi del mondo, dal progetto “Louvre partenopeo” suggerito dall’attuale Giunta di Napoli alle proposte di un museo dell’artigianato e dell’antiquariato; come denunciato da un recente servizio giornalistico e da un dossier presentato dall’associazione culturale Neoborbonica, le condizioni attuali di quasi tutta la struttura risultano precarie al punto da rischiare ulteriori crolli o danni; la struttura, che ha un valore stimato di circa 120 milioni di euro, necessita di ingenti finanziamenti per una riqualificazione che possa portarla ai fasti di un tempo: ripristino che renderebbe palazzo Fuga un “hub” strategicamente importante essendo collocato a ridosso della stazione centrale, dell’aeroporto di Capodichino, della metropolitana e dei maggiori sbocchi viari; tuttavia il Comune di Napoli, proprietario della struttura, avendo ingenti problemi finanziari, non dispone delle risorse necessarie richieste dall’imponente piano di restauro. A tal proposito recentemente il sindaco di Napoli ha espresso l’intenzione di voler cedere palazzo Fuga allo Stato;
l’ex Ministro per i beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, si rese disponibile ad una riflessione circa la possibilità di utilizzare la struttura quale itinerario dell’arte o anche per ospitare gli uffici di enti istituzionali o militari;
l’ipotesi del “federal building”, cui si potrebbe aggiungere anche un utilizzo con finalità espositive o culturali, comporterebbe un notevole risparmio per lo Stato dal momento che verrebbero meno ingenti capitoli di spesa per gli affitti passivi,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dello stato degli eventuali progetti; quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di ridare dignità e valore ad un monumento che costituisce una parte molto importante del patrimonio culturale mondiale.
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1128235
SERVIZIO DEL MATTINO di Antonio Folle 16/10/19 con intervista a @Gennaro De Crescenzo
https://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/real_albergo_poveri_appello_movimento_neoborbonico_non_lasciate_morire_la_storia-4801388.html
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