17/03/2019 – Le Commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera hanno chiuso nella notte tra venerdì e sabato l’esame degli emendamenti al decretone su reddito e pensioni e dato mandato al relatore per portare il provvedimento in Aula lunedì mattina, nei tempi previsti. Il decreto dovrà poi tornare al Senato per la seconda lettura e per essere approvato in via definitiva entro il 29 marzo. Il Pd per protesta ha abbandonato i lavori sul decretone poco prima del via libera. «Alle 5.15, dopo dieci ore di lavoro in commissione il Pd lascia i lavori per la insostenibile compressione dei tempi di intervento riservati ai deputati dem», ha scritto il deputato dem, Filippo Sensi, su Twitter.
Pensione e laurea
Un emendamento della Lega al provvedimento approvato fa saltare il limite massimo dei 45 anni per il riscatto agevolato, cioè a costi più bassi, della laurea. resta un solo limite per il riscatto light: aver cominciato a lavorare e versare i contributi non prima del primo gennaio 1996. Ma perché questo cambio di regole?
Evitato il rischio di incostituzionalità
Il limite dei 45 anni, come avevano osservato i tecnici del Senato nel dossier di preparazione dei lavori, avrebbe rischiato di violare il principio della Costituzione che ci vede tutti uguali davanti alla legge. E questo perché gli under 45 sarebbero stati fortunati e avrebbero potuto sfruttare questa l’opportunità del riscatto low cost mentre tutti gli altri no. Di qui a idea di far saltare il tetto dei 45 anni lasciando solo il requisito di aver cominciato a lavorare dal 1996 in poi. Perché questo limite non è incostituzionale? In quell’anno è partita la riforma Dini delle pensioni. Chi ha cominciato a lavorare dopo di allora avrà una pensione interamente contributiva, cioè calcolata in base ai contributi versati nel corso della vita lavorativa e non anche in base agli ultimi stipendi. Il rischio incostituzionalità sarebbe aggirato perché la strada vantaggiosa del riscatto low cost sarebbe percorribile solo da chi deve, non per scelta ma per forza, imboccare anche la strada svantaggiosa della pensione contributiva.
Le categorie che restano escluse
Anche nella nuova formulazione, il riscatto low cost sarebbe possibile solo per chi versa i contributi all’Inps. Restano esclusi tutti i professionisti — come avvocati, commercialisti, architetti, ingegneri, medici, giornalisti — che hanno una cassa previdenziale privata. La norma del decretone non si applica a loro. Dovrebbero essere le singole casse a decidere di percorrere questa strada. Ma con le alte pensioni che pagano e i pochi contributi che incassano, non sembra proprio aria.
Pensione di cittadinanza
Quanto alla pensione di cittadinanza, questa potrà essere ritirata alle Poste o in banca anche in contanti e non necessariamente essere caricata – e quindi spesa – sulla card del reddito. Le Commissioni Affari sociali e Lavoro della Camera hanno dato il via libera ad una riformulazione dell’emendamento che permette l’erogazione del beneficio pensionistico «mediante strumenti ordinariamente in uso per il pagamento delle pensioni». – [Corriere.it]
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