29/06/2017 (ANSA) – C’è anche l’ex sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, tra i nove arrestati dell’inchiesta della Dda della Procura di Caltanissetta per voto di scambio mafioso. Per lui, un ex consigliere comunale della sua lista e due esponenti del suo entourage sono stati disposti gli arresti domiciliari. Ad appoggiarlo sarebbero stati il boss di Niscemi, Giancarlo Giugno, e di Gela, Alessandro Barberi. Al centro delle indagini un presunto patto stretto tra il candidato e la mafia per le elezioni amministrative del 2012.
Francesco La Rosa si era presentato anche alle ultime amministrative al Comune di Niscemi ed era andato al ballottaggio di quattro giorni fa, quando è stato sconfitto da Massimiliano Valentino Conti che avuto il 58,65% dei voti a fronte del sindaco uscente che ha ottenuto il 41,35% delle preferenze. Entrambi erano sostenuti da liste civiche. Quest’ultime consultazioni comunali non sono oggetto dell’inchiesta della Dda della Procura di Caltanissetta che hanno portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare che ipotizza, a vario titolo, i reti di associazione mafiosa e voto di scambio per 9 indagati. Per quattro l’ordinanza prevede il carcere, per gli altri cinque gli arresti domiciliari. Nell’inchiesta della Dda della Procura di Caltanissetta su mafia e amministrative a Niscemi del 2012 sono nove le persone destinatarie del provvedimento restrittivo emesso dal Gip.
Sono Giancarlo Lucio Maria Giugno, di 59 anni, detenuto nella casa circondariale di Terni; Salvatore Ficarra,di 47; Francesco Spatola, di 53; Francesco Alesci, di 48; Francesco La Rosa, di 54, ex sindaco di Niscemi; Calogero ‘Carlo’ Attardi, di 31, ex consigliere comunale eletto nella lista per La Rosa; Giuseppe Attardi, di 54, padre di Calogero, imprenditore; e Salvatore Mangione, di 47, e Giuseppe Mangione, di 44, collaboratori dell’ex sindaco. Giugno, Ficarra, Spatola e Alesci sono accusati di associazione mafiosa, per aver fatto parte di Cosa nostra; La Rosa Francesco, Attardi Calogero, suo padre Giuseppe, Mangione Salvatore, Mangione Giuseppe di scambio elettorale e sono stati posti agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato eseguito da personale della Squadra Mobile della Questura di Caltanissetta e agenti dei commissariato della polizia di Stato di Niscemi e Gela.
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