Pionieristico intervento in un ospedale di Cotignola (Ravenna), dove ad una donna di 67 anni è stato impiantato il primo pacemaker wireless e senza intervento chirurgico
Dopo l’eccezionale intervento chirurgico avvenuto in questi giorni all’Ospedale Le Molinette di Torino, dove l’equipe medica di cardiochirurgia coordinata dal professor Mauro Rinaldi ha effettuato un trapianto combinato di cuore e polmoni ad una donna sarda, un altro intervento pionieristico è stato eseguito nell’Ospedale Maria Cecilia Hospital di Cotignola (Ravenna) in seno ad un programma internazionale che coinvolge 14 strutture mediche sparse per il mondo. Nel nosocomio ravennate, facente capo al circuito GVM Care & Research, è stato infatti impiantato ad una donna sessantasettenne un pacemaker caratterizzato da tecnologia wireless e soprattutto senza necessità dell’intervento chirurgico classico, ma attraverso un’operazione definita “mini-invasiva”. L’installazione del dispositivo, lungo appena quattro centimetri e dal peso di due grammi, è stata effettuata dall’equipe medica coordinata dai professori Carlo Cappone e Gabriele Vicedomini del Dipartimento di aritmologia del Maria Cecilia Hospital. A differenza del pacemaker tradizionale la nuova tecnologia va installata nella camera cardiaca e non necessita degli elettrocateteri, ma invia i suoi impulsi per la stimolazione attraverso sonde nella circolazione sanguigna.
L’intervento sulla donna di Alessandria è durato solo mezz’ora – in anestesia locale – a differenza dell’ora necessaria per l’operazione classica, inoltre la degenza è stata di sole sei ore a rispetto ai tre o quattro giorni di permanenza in ospedale normalmente richiesti. Tra gli aspetti più interessanti di questo innovativo pacemaker vi sono la durata della batteria, decisamente più elevata, il minor rischio di infezioni e complicazioni durante l’intervento oltre che una riduzione sensibile nelle probabilità di malfunzionamento. “Questo nuovo stimolatore – ha spiegato ai margini di una conferenza il professor Carlo Pappone – rappresenta il primo importante passo per lo sviluppo di sistemi nano tecnologici per il trattamento dei disturbi del cuore. Ci si attende che nel futuro tali dispositivi e tale tecnica di impianto rappresentino la base per il miglioramento della qualità e della durata della vita dei pazienti”. La donna cui è stato praticato l’intervento soffriva di continui svenimenti e disorientamento a causa di un rallentamento grave della frequenza cardiaca e fibrillazione atriale; grazie a questa nuova tecnologia la sua vita tornerà finalmente normale. Fonte