
26/09/2019 – La conferenza dei capigruppo della Camera ha deciso: l’Aula di Montecitorio avvierà l’esame della proposta di legge costituzionale sul taglio dei parlamentari il 7 ottobre, con la discussione generale. Il voto sul testo è fissato per il giorno dopo. È la quarta e ultima lettura parlamentare del provvedimento, fortemente voluto dai pentastellati, che taglierà di netto 345 tra deputati e senatori.
In Italia, il numero dei parlamentari è determinato dalla Costituzione (in numero fisso, dopo la revisione costituzionale del 1963: 630 deputati e 315 senatori, a cui si aggiungono quelli a vita e i senatori di diritto a vita; prima il numero dei parlamentari era in rapporto alla popolazione). Nel corso di un più che trentennale dibattito sulle riforme istituzionali – sottolinea un dossier del servizio studi del Senato – in alcuni frangenti il Parlamento italiano è giunto a deliberare una modifica del numero dei parlamentari, senza tuttavia che l’iter della revisione costituzionale trovasse compimento.
Cosa prevede il disegno di legge costituzionale
Il disegno di legge costituzionale prevede 400 deputati e 200 senatori elettivi. Questo taglio decorre dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della riforma costituzionale. A seguito della riforma, il numero degli abitanti per deputato aumenta da 96.006 a 151.210. Il numero di abitanti per ciascun senatore cresce da 188.424 a 302.420(assumendo il dato della popolazione quale reso da Eurostat).
Cosa cambia per la circoscrizione Estero
Entro 400 deputati e 200 senatori, i deputati eletti nella Circoscrizione Estero diventano otto (anziché 12); quattro i senatori (anziché 6). Non solo: la riduzione dei senatori comporta la riduzione del numero minimo di senatori eletti per Regione. Questo numero minimo regionale (o per ciascuna Provincia autonoma) è previsto dal disegno di legge pari a 3 (anziché 7). Nulla cambia per il Molise (2 senatori) e la Valle d’Aosta (1 senatore).
Le ripercussioni sulla legge elettorale
Il taglio del numero dei parlamentari si ripercuote sulla legge elettorale (legge 165/2017 e decreto legislativo 189/2017). Le regole attualmente in vigore prevedono per la Camera 232 collegi uninominali e 63 collegi plurinominali; per il Senato 116 collegi uninominali e 33 collegi plurinominali. Il disegno di legge costituzionale non interviene su questa materia, che è rimessa alla legislazione ordinaria. Nei giorni della trattativa con M5S per la nascita del Conte due, il Pd ha premuto affinché prima del taglio dei parlamentari si raggiungesse un’intesa sulla nuova legge elettorale.
Il “patto” di inizio legislatura tra M5S e Pd prevedeva il sì al taglio solo dopo aver trovato l’accordo e aver incardinato una riforma del Rosatellum in senso proporzionale. Dopo la scissione dei renziani, i Dem hanno fatto un passo indietro. Per la legge elettorale si utilizzerà tutto il tempo di entrata in vigore della riforma costituzionale: almeno 5 mesi, se nessuno chiederà il referendum consultivo. «Lunedì mattina – ha annunciato il vice presidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli – andremo in Corte di Cassazione a depositare il quesito referendario, in questo modo sarà possibile far esprimere gli italiani già in primavera». – [IlSole24Ore]
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“Recuperiamo 500 milioni di euro – ha aggiunto Di Maio – con cui potremo comprare 13mila ambulanze, costruire 133 scuole e fare grandi cose. Manteniamo una promessa. Un grazie a tutti, a questo governo, alla maggioranza in parlamento, al presidente della Camera Roberto Fico per averci lavorato: ancora una settimana e mezzo e festeggiamo il taglio dei parlamentari più importante della storia, mai fatto, e sarà legge grazie al Movimento 5 Stelle”.
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