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Salvini a Cremona, ragazzo espone scritta “Ama il prossimo tuo” al comizio: schiaffi e calci dai sostenitori leghisti

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10/06/2019 – Nel corso del comizio del ministro dell’Interno Matteo Salvini, del 3 giugno a Cremona, un ragazzo ha esposto uno striscione con la scritta “Ama il prossimo tuo”. Il giovane è stato malmenato da quelli che sono sembrati alcuni sostenitori leghisti e costretto ad abbassare lo striscione. Lo denuncia Pippo Civati che pubblica sul suo profilo Facebook un video in cui si vede il contestatore silenzioso accerchiato e aggredito. Lui non reagisce e cerca solo di proteggersi, fino a quando non intervengono alcuni agenti.

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Sotto le immagini si sentono le parole di Salvini, che forse dal palco non vede esattamente quello che sta succedendo: “Lasciatelo da solo poverino, dai. Un applauso a un comunista, perché se non c’é un comunista ai giardinetti noi non ci divertiamo. Mi fanno simpatia quelli che nel 2019 vanno ancora in giro con la bandiera rossa e la falce e il martello. A Milano c’è il museo della Scienza e della tecnica dove si studiano ancora i dinosauri”. Il ragazzo è un frequentatore della parrocchia e sull’accaduto sta indagando la polizia. – [IlFattoQuotidiano.it]
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Vicenza, Riceve 4 euro di elemosina, ma non gli bastano: nomade aggredisce un anziano

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31/07/2018 – Non gli bastavano i 4 euro che aveva ricevuto da un pensionato di 81 anni al quale aveva chiesto l’elemosina e così ha iniziato a insultarlo. L’episodio, avvenuto ieri mattina (domenica) in viale Milano a Vicenza, ha visto protagonista un nomade di 45 anni, D.H, già conosciuto alle forze dell’ordine: l’uomo, dopo aver insistito per avere altri soldi, ha cominciato ad offenderlo, arrivando a impedirgli di allontanarsi in auto. A quel punto l’anziano ha chiamato il 113 e una pattuglia della Squadra Volanti è arrivata sul posto dopo pochi minuti.

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Alla vista degli agenti il 45enne ha iniziato a insultare pesantemente anche loro, allontanandosi in direzione della stazione ferroviaria. Bloccato e portato in Questura, ha tentato di ferirsi sbattendo violentemente la testa sul vetro dell’auto di pattuglia, al punto che è stato necessario l’intervento del Suem 118, anche se poi il nomade ha rifiutato di farsi medicare dai sanitari. Il 45enne è stato denunciato per resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale e poi rilasciato. – FONTE
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Picchia cliente in un Bar senza motivo, aggredisce carabinieri e si denuda in strada

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27/06/2018 – A riferire l’emblematico episodio è Roma Fanpage che, come spiega, alla fine i militari sono riusciti ad arrestare il protagonista della folle vicenda il quale dovrà ora rispondere alle accuse di lesioni aggravate, resistenza e violenza a pubblico ufficiale nonché atti contrari alla pubblica decenza.

 

Ora il 29enne straniero rischia di essere espulso dall’Italia, poiché la sua posizione appare compromessa anche dai suoi precedenti. Secondo alcuni testimoni l’uomo sarebbe scattato solo perché in preda ai fumi dell’alcol. La vittima dell’aggressione è un uomo 40enne, cliente del bar, medicato e fortunatamente non in gravi condizioni.

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Grave episodio di violenza avvenuto nel pomeriggio di ieri in provincia di Roma. A Grottaferrata, una cittadina di 20 mila abitanti vicina a Frascati, un 29enne originario del Gambia è stato arrestato dopo una giornata di pura follia. Prima di tutto ha aggredito un cliente del bar Black Jack di Squarciarelli, un uomo di 41 anni, quindi, una volta giunti sul luogo i carabinieri, ha cercato di tirare calci e pugni anche le forze dell’ordine. A quel punto l’uomo è scappato in strada e si è spogliato completamente, girando nudo. L’aggressore è un ragazzo che è ospite presso Mondo migliore (il cui nome fa sorriderere leggendo questa vicenda), una struttura di accoglienza sita in Rocca di Papa.


Alla fine l’uomo è stato inseguito dalle forze dell’ordine, bloccato e arrestato. Varie le accuse nei confronti del migrante, leggasi lesioni aggravate, resistenza e violenza a pubblico ufficiale nonché atti contrari alla pubblica decenza. Rischia moltissimo il 29enne africano, a cominciare dall’espulsione dall’Italia, visti i molteplici reati commessi in un pomeriggio di ordinaria follia. L’aggressore è celibe e non ha un impiego fisso, e si trova attualmente in caserma in attesa del processo per direttissima. L’uomo che ha aggredito al bar è nvece stato soccorso dal personale del 118 ed è stato ricoverato presso l’ospedale Civile di Frascati. FONTE
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De Luca: “Contro di noi aggressione squadristica e camorristica”. E attacca Di Maio e Grasso: “Vi faremo reingoiare tutto”

20/02/2018 – “Aggressione mediatica pseudogiornalistica contro di noi alla vigilia di una campagna elettorale delicata. Una operazione camorristica e squadristica che parte dal tema della gestione dei rifiuti”. Ha scelto il suo profilo Facebook Vincenzo De Luca per attaccare Fanpage e l’inchiesta giornalistica che ha portato alle dimissioni di Roberto De Luca, assessore al Bilancio del Comune di Salerno, secondogenito del governatore della Campania nonché protagonista della seconda puntata del servizio della testata webnapoletana. L’ex sindaco di Salerno, quindi, per l’ennesima volta ha accusato la stampa di operazioni camorristiche contro la sua amministrazione. Oggi, però, il politico del Pd ha corredato al suo attacco anche una minaccia: “Vi faremo ringoiare tutto” ha detto nel video di 10 minuti pubblicato sul social network. Obiettivo dell’avvertimento? “Chi ha messo in piede questa aggressione mediatica e a quelli che si sono prestati” ha specificato il diretto interessato.

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“OPERAZIONE DI VIOLENZA PRIVATA” – Nel filmato, inoltre, De Luca ha ricordato come “noi stiamo buttando fuori la camorra e tutti gli interessi oscuri”, per poi sottolineare che “il significato di questa operazione è esattamente il contrario di quello che vogliono fare apparire: è la reazione dei delinquenti e dei camorristi a un’operazione di pulizia che stiamo facendo in Campania, dove per la prima volta stiamo cacciando la camorra in relazione ai rifiuti”. Secondo De Luca, l’inchiesta di Fanpage “è una vergogna nazionale“. “Ma quale giornalismo? – ha detto il governatore – Viene ingaggiato un camorrista, uno che si presenta mascherato, un signore che fa un’intervista a mio figlio e parla solo lui di cose che non c’entrano niente, cerca di tirare in ballo la Regione, le ecoballe e le gare. È una cosa vergognosa – ha aggiunto – ci dovremmo vergognare in Italia per il fatto che ci sia spazio per operazioni di vero squadrismo. A che punto è ridotta la democrazia italiana? Siamo arrivati al punto che una persona perbene deve vivere nella paura di sabotaggi, di manovre occulte. Ti può arrivare in casa un camorrista con telecamera nascosta – ha aggiunto – che viene a fare una registrazione, un’operazione di violenza privata“.

“IN CAMPANIA STIAMO VIVENDO UNA RESISTENZA” –Per De Luca, inoltre, l’inchiesta giornalistica non produrrà nessun tipo di conseguenza: “Cosa ha portato alla luce? Parla solo lui per cercare di confondere le acque – ha attaccato – La gente normale ormai se ne scappa dalle istituzioni e dalla vita pubblica per questo sistema di aggressione mediatica continua al quale fai fatica a rispondere in tempi brevi con migliaia di titoli diffamatori”. De Luca ha spiegato che in Campania “stiamo vivendo una resistenza, ci sentiamo partigiani in difesa dei valori di dignità e libertà umana. Sono anni che va avanti una vita pubblica fatta di calpestamento della dignità delle persone senza che ci sia una reazione adeguata. Su questo piano l’Italia arriva davvero alla barbarie“.
DE LUCA INVITA DI MAIO E GRASSO A CONFRONTO PUBBLICO – Nel video di Vincenzo De Luca, infine, non sono mancate le accuse ai suoi avversari politici, in particolare a Luigi Di Maio (uno dei suoi obiettivi preferiti) e a Piero Grasso. Il primo è stato invitato (ma forse sarebbe meglio dire sfidato) a “un dibattito pubblico dove, come e quando vuole e sulla materia che vuole lui. Mi piacerebbe avere un dibattito con questo giovanotto che intasca 15mila euro al mese e parla contro la casta”. Un invito esteso anche al presidente uscente del Senato: “Ho visto le sue dichiarazioni e c’è da vergognarsi” ha detto Vincenzo De Luca, secondo cui Piero Grasso non ha speso una “parola sui camorristi che vengono a fare operazioni di aggressione e finto moralismo da quattro soldi. Sfido anche questo nostro amico a un dibattitopubblico in diretta – ha aggiunto – rigorosamente senza registrazioni e tagli, sui temi della moralità pubblica”. De Luca, come detto, ha concluso il messaggio video promettendo di “far ringoiare tutto a chi ha messo in piedi e a quelli che si sono prestati a questa aggressione mediatica”.



FORZA ITALIA E M5S: “DOVE SONO LE DIMISSIONI DI ROBERTO DE LUCA?” – Nel frattempo c’è una sorta di polemica parallela sull’esistenza o meno delle dimissioni di Roberto De Luca. Il figlio del governatore le ha annunciate ieri mattina dal palco della manifestazione organizzata per presentare la candidatura alla Camera del fratello Piero. Forza Italia Salerno, tuttavia, vuole le prove. “Roberto De Luca ed Enzo Napoli (sindaco di Salerno, ndr) mostrino rispetto per le Istituzioni, non le usino per calcoli politici. Roberto protocolli le dimissioni, al momento una trovata solo mediatica, e le renda pubbliche.


Il Sindaco le accetti e riconsegni le deleghe” ha detto Gaetano Amatruda, vice coordinatore provinciale di Forza Italia Salerno. Il Movimento 5 Stelle, dal canto suo, ha organizzato una manifestazione per chiedere al sindaco di Salerno Vincenzo Napoli (ex vice sindaco di De Luca) di “di accettare le dimissioni di Roberto De Luca. Non ci può pensare fino al 5 marzo. Bisogna avere il coraggio di fare delle cose, essere conseguenti” ha detto Andrea Cioffi, esponente grillino. La polemica è stata spenta in serata dal sindaco che annuncia di aver ricevuto una lettera mediante posta certificata e pubblica su Facebook il testo. Napoli aveva già spiegato stamane di voler avocare a sé le deleghe di De Luca in attesa di incontrarlo nei prossimi giorni “per chiarire i termini delle sue determinazioni”. – FONTE
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Di Battista a di Martedi: Ennesima intervista da paparazzi

16/11/2017 -Intervista? Vi pare un’intervista questa specie di aggressione, durante la quale quattro “giornalisti” incalzano simultaneamente l’ospite? Le solite domande provocatorie formulate a raffica senza possibilità di replica, fra sghignazzi e smorfie irriverenti. Vorrei vedere con quale altro parlamentare, al di fuori del Movimento Cinque Stelle, si permetterebbero di comportarsi allo stesso modo. P.s. Notate i loro atteggiamenti e la grinta di Alessandro Di Battista.

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Milano, militare e poliziotto accoltellati in stazione Centrale: il luogo dell’aggressione

19/05/2017 – Due militari dell’Esercito e un agente della polizia ferroviaria sono stati feriti a coltellate. E’ successo intorno alle 20 in stazione Centrale a Milano, nel piano ammezzato, davanti al bar Segafredo, durante un controllo di routine. Gli agenti gli hanno chiesto i documenti e lui ha subito estratto il coltello. L’aggressore, un ventenne nato a Milano da madre italiana e padre tunisino, è stato fermato, addosso aveva anche un altro coltello che non ha estratto. In passato era già stato arrestato in passato per droga. Al momento del fermo, ha finto di essere in preda a un malore ma il medico che lo ha visitato ha escluso ferite o patologie.

Le condizioni dell’agente e dei militari non sono preoccupanti, sono stati accompagnati all’ospedale: l’agente semplice, 35 anni, è stato accompagnato al Fatebenefratelli con un taglio al braccio, il caporalmaggiore, 30 anni, ha un taglio alla clavicola destra, il militare semplice, 20 anni, è stato colpito alla gola (gli ultimi due sono stati portati al Sacco). Subito dopo l’aggressione è scattato l’allarme: due ingressi dello scalo sono stati chiusi e sono arrivati rinforzi della polizia, due ambulanze e due automediche. Anche il questore, Marcello Cardona, si è recato personalmente in stazione.

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Il tutto è successo a poche ore dalla firma in prefettura del protocollo per l’accoglienza dei migranti con il ministro Marco Minniti e i sindaci dell’area metropolitana di Milano. Prevedibile la reazione della Lega, ma è quella del governatore della Lombardia, Roberto Maroni, la più netta. Il governatore del Carroccio chiede, infatti, su Twitter che venga annullata la marcia per i migranti di sabato 20 maggio, evento molto atteso che richiamerà a Milano – si stima – circa diecimila persone. Fonte LaRepubblica.it




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CHIUDEREMO EQUITALIA!

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CHIUDEREMO EQUITALIA !!!

Grazie  Mr. Renzi   ma concludi la frase come ben sai !

QUELLO CHE NASCERA’ DOPO EQUITALIA AVRA’ ANCORA PIU’ POTERE E SARA’ DAVVERO DIFFICILE EVITARE DI PERDERE CASA E SOLDI  !!! 

Io affermo che restano pochi mesi per sgravare le cartelle di equitalia.   Poi il terrore sarà quello di essere impotenti di fronte al mastino  generato dall’attuale governo illegittimo ed in mano ai banchieri.   O  annullate adesso il debito oppure potrebbe essere  impossibile a partire da Gennaio 2018 !

Avete ancora 220 giorni  ( vedasi Legge in autotutela n° 228/2012)    e poi siete spacciati !

COME DIFENDERSI DALLE 

CARTELLE EQUITALIA

Da qualche tempo a questa parte  EQUITALIA !!!!   ha implementato l’inoltro delle cartelle esattoriali.

Sono in tanti a ricevere quotidianamente da Equitalia cartelle e solleciti di pagamento, magari per vecchi tributi, multe e contributi non pagati. E tra interessi e sanzioni, le somme richieste lievitano di anno in anno!

MA DAVVERO SONO DEBITI CHE ABBIAMO OPPURE E’ UN SISTEMA PER IMPORCI PAGAMENTI ANCHE NON DOVUTI ??

PRIMA COSA CONTROLLARE

SE IL TRIBUTO E’DOVUTO !

LI VOLETE USARE I VOSTRI DIRITTI

O RIMARRETE SCHIAVI MODERNI

PER SEMPRE?

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 Ecco cosa troviamo nelle cartelle

che quotidianamente  esaminiamo.

La soluzione  è da cercare nell’estratto di ruolo

 Potrebbe trattarsi, ad esempio, di cartelle o multe mai notificate, oppure somme ormai prescritte o importi comunque non dovuti.

Chi ha la possibilità di farlo, dovrebbe regolarizzare la propria posizione ed estinguere i propri debiti, anche per evitare che le somme a proprio carico aumentino e che l’Agente della Riscossione si attivi in via esecutiva con pignoramenti ed ipoteche.

Ma prima di pagare le cartelle esattoriali a proprio carico e/o concordare un eventuale piano di rateazione, è meglio accertarsi che le somme addebitate siano effettivamente dovute.

Ecco come muoversi

Quando si riceve una cartella esattoriale o un sollecito di pagamento da Equitalia e si intende estinguere il proprio debito, la prima cosa da fare è procurarsi l’estratto di ruolo  dal quale risultano, nel dettaglio, tutte le somme addebitate a proprio carico, cartella per cartella, tributo per tributo, importo per importo.

Per i debiti dal 2000 in poi è possibile evitare la coda allo sportello Equitalia ed utilizzare il servizio Estratto conto.

Una volta ottenuto l’estratto conto, si può procedere alla verifica dei singoli addebiti per poi fare le contestazioni del caso.

 Sanatoria 2015: a distanza di oltre due anni dalla Legge n. 228/2012, che ai commi 527 e 528 dell’art.1 stabiliva la rottamazione (annullamento) delle cartelle Equitalia di importo non superiore a 2 mila euro, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 142 del 23.06.15, il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze attuativo delle modalità con cui sarà eseguito il discarico dei ruoli resi esecutivi fino al 31/12/1999.

LE ARMI DEL CONSUMATORE :

LA CONOSCENZA DEL DIRITTO

La Corte Costituzionale ha cancellato la nomina di 767 funzionari dell’Agenzia delle Entrate, delle Dogane e del Territorio perché sarebbero stati promossi a dirigenti ma senza concorso pubblico e quindi in modo illegittimo.

La conseguenza principale che potrebbe avere la sentenza è l’annullamento delle cartelle su cui è stata messa la firma degli illeciti 767 dirigenti.

Il concessionario per provare il corretto contenuto delle pretese creditorie deve produrre copia della cartella, come previsto dall’art. 26 comma 4 del DPR n. 602/73 che così recita:” il concessionario deve conservare per cinque anni la matrice o la copia della cartella con la relazione dell’avvenuta notificazione o l’avviso di ricevimento ed ha l’obbligo di farne esibizione su richiesta del contribuente o dell’amministrazione”

CONTROLLATE L’ESTRATTO DI RUOLO PRIMA CHE SIA TROPPO  TARDI

Potete inoltrarlo  in formato  PDF  all’indirizzo:

IONONPAGOEQUITALIA@AVVOCATOINFAMIGLIA.COM

Oppure telefonare al n° 338 -8310374

Ma fatelo in fretta    tempus fugit      e  manca poco.

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SEGNALARE IN BANCA DATI E’UN SISTEMA DI ESTORSIONE E RICATTO

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GRANDE RISULTATO OTTENUTO DAI CITTADINI !

Cosa manca a Voi tutti per ottenere lo stesso risultato ? solamente OLIO DI GOMITO e VOLONTÀ

Io non sono servo di nessuno. Ho costruito qualcosa che non ho mai considerato una mera speculazione oppure lo strumento per avere facile arricchimento ma nemmeno un potere occulto da esercitare o millantare .Il reale valore economico del mio operare , ho sempre ritenuto fosse a protezione degli interessi supremi : IL DIRITTO UMANO e l’indipendenza della gestione, e di ciò mi sono sempre vantato. Io sono libero e non appartengo a lobby o multinazionali o peggio ancora delle banche e nessuno mi impedirà di condividere il sapere e come il diritto esiste , basta andare a prenderselo.

VOLETE AGIRE CONTRO LE BANCHE DATI. AIUTATEMI A COPRIRLE DI CAUSE !
( le faccio gratis presso l’ABF )
Scrivetemi a : a.fisco@avvocatoinfamiglia.com ed uscite dal torpore .
Ecco la storia narrata in breve , una di quelle che quotidianamente sento per telefono .

Segnalazione come cattivo pagatore? Ecco una delle soluzioni.
Racconto la vicenda di un assistito, vittima della segnalazione di “cattivo pagatore” , che non potendo più accedere al credito si è visto ripetutamente negata la possibilità di richiedere mutui e piccoli finanziamenti.

RISULTATO

mediante istanza all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), ha ottenuto la cancellazione della segnalazione negativa e ha ristabilito completamente la reputazione finanziaria del cliente.
Ecco di seguito la decisione dell’ABF, che dopo aver esaminato il caso, ha accolto il ricorso e ha disposto la cancellazione della segnalazione, ritenuta illegittima, in quanto non preceduta dall’invio al cliente del previsto preavviso di segnalazione.

DOMANDATEVI ADESSO

Avete mai ricevuto una regolare notifica, raccordata od altro di valore probatorio preannunciando la prossima iscrizione ? Io affermo che mai le banche eseguono notifiche regolari ! O restate schiavi moderni o fate qualcosa ,
la Legge ve lo permette ! Se voi tacete e non fate nulla state riconoscendo ai banchieri che siete servi.

E tu , Caro il mio ex Collega ora direttore di banca , quando finirai di essere cameriere del banchiere ?

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n. verde ultimo

senzanome

CONTINUA IL SAPERE CONDIVISO

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Questa pillola ha lo scopo di darvi appieno la visione della problematica legata all’insolvenza . Se dobbiamo dei soldi ad una banca / finanziaria od a un creditore bisogna conoscere per difendersi.

Per annientare i nostri nemici dobbiamo conoscerli.

Riscossione dei crediti: atto di diffida,
decreto ingiuntivo, precetto.
La procedura di riscossione di Equitalia

Argomenti correlati: Recupero crediti, Titolo esecutivo, Decreto ingiuntivo, Diffida, Costituzione in mora, Interruzione prescrizione

Come si può recuperare un credito da un privato?
E’ necessaria una diffida?
Cos’è un titolo esecutivo?
Come si ottiene un decreto ingiuntivo?
E’ sempre valido il limite del quinto?
Quanto tempo passa? Quanto costa?
Il debitore risponde dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri (art. 2740 cod. civ.): ci sono però differenze fra teoria e la pratica.

Per poter iniziare la riscossione dei crediti fra privati è necessario poter contare su un titolo esecutivo: una attestazione che il credito esiste e che può essere riscosso (titoli esecutivi giudiziali sono ad es. le sentenze, i decreti ingiuntivi; titoli esecutivi stragiudiziali gli assegni o un altro titolo di credito, .. ).
Il titolo esecutivo più comune per le esigenze pratiche (es. per ottenere il pagamento di una fattura insoluta) è il decreto ingiuntivo.

Diffida, ricorso, decreto ingiuntivo

Per poter procedere alla riscossione coattiva, cioè forzata, di un credito sono necessari i seguenti passi.

– inviare un atto di diffida e di costituzione in mora(una raccomandata a.r. indirizzata al debitore con la quale viene riassunta in forma chiara e dettagliata l’origine del credito / debito, eventuali acconti versati (senza dimenticare eventuali interessi o spese aggiuntive), la modalità di pagamento con la richiesta di pagamento entro il termine normalmente di 15 giorni; non è necessario che la diffida sia scritta da un avvocato ma difficilmente ci si potrà poi scostare dalla iniziale richiesta senza perdere credibilità);

– proporre ricorso ex art. 633 c.p.c. al Giudice per ottenere (previa documentazione esaustiva del credito medesimo) il decreto ingiuntivo che, solitamente, non essendo provvisoriamente esecutivo non permette l’immediata aggressione dei beni del debitore;

– notifica del decreto ingiuntivo al debitore, attendere quindi i 40 giorni previsti per legge affinché il debitore possa esercitare la facoltà di opporsi (l’opposizione apre un processo civile vero e proprio che comporta tempi e spese maggiori);

– trascorso questo tempo, sempre se non interviene né opposizione né il pagamento, si deve formare il c.d. atto di precetto con cui si intima il pagamento, sempre con termine di minimo 10 gg. dalla notifica;

– in caso di mancato riscontro positivo al precetto, si può richiedere il pignoramento al tribunale (dopo aver verificato, normalmente tramite agenzie investigative specializzate nell’analisi patrimoniale del debitore, se il debitore ha beni immobili, veicoli, o conti correnti sufficienti per poter rifondere il debito.

ln Italia (eccezione fatta per l’omesso versamento dei crediti tributari allo Stato) è da oltre un secolo abolita la prigione per debiti – un pò di storia – , e dunque se il debitore è nullatenente il creditore non ha altro modo per tentare di farsi pagare che affrontare più volte a distanza di anni la procedura appena descritta per tenere monitorata la situazione patrimoniale del debitore.

Quale pignoramento preferire?

La legge prevede diversi tipi di pignoramento:
1 pignoramento immobiliare (che riguarda immobili),
2 pignoramento mobiliare (che riguarda cose mobili, come gioielli, arredamenti, oggetti, .. ),
3 pignoramento presso terzi (di un qualsiasi credito che il debitore ha con terzi: si pensi ad un conto in banca, a un credito derivante da un lavoro svolto, allo stipendio, ..).
Ognuno di questi tipi di procedimento ha i suoi pro e contro che dovranno essere valutati caso per caso, anche se la forma più efficace da un punto di vista dell’incasso effettivo e meno oneroso per le spese è il pignoramento presso terzi (tipicamente: pignorare il conto in banca o lo stipendio).
Si tratta, è bene saperlo, di una procedura che richiede tempi non brevi e, nelle fasi successive all’invio della diffida, l’assistenza di un legale, e costi ulteriori (es. per la messa all’asta dei beni pignorati).
Peraltro, solo chi la dura .. la vince!

( ecco la filosofia delle finanziarie e recupero credito !!)

Quanto costa?
L’avvocato saprà chiarire prima di iniziare tutti i costi: la trasparenza è un diritto, anche per quel che concerne le spese.
In generale, il decreto ingiuntivo – e in generale l’attività di recupero giudiziale – ha costi che variano in proporzione dell’entità del credito: più alto è il credito da riscuotere, più salgono i costi.
Così, ad esempio:
• (Es.1) credito da riscuotere fra i 5.200 ed i 26.000 €
118,50 € di contributo unificato (tassa da pagare allo stato quali spese processuali forfetizzate)
27 € di marca da bollo (cd. iscrizione a ruolo)
circa 540 € oltre IVA, 15% di spese generali e CNPA (cassa forense) per il legale
• (Es. 2) credito da riscuotere fra i 26.000 ed i 52.000 €
(225) ora 259 € di contributo unificato (tassa da pagare allo stato quali spese processuali forfetizzate)
27 € di marca da bollo (cd. iscrizione a ruolo)
circa 1300 € oltre IVA, 15% di spese generali e CNPA (cassa forense) per il legale

Vanno valutati altresì
– eventuali costi relativi all’indagine patrimoniale (ricerca conti correnti, ricerca immobili, ricerca posto di lavoro, ricerca autovetture, ..) da parte di una agenzia investigativa (almeno 200 – 300 € circa),
– eventuali costi notarili per la autentica delle scritture contabili (in media di circa 80 €)
– i costi connessi con l’asta (in caso di pignoramento mobiliare o immobiliare).

La (buona) notizia è che è stato introdotto con DL del 12 settembre 2014 numero 132 la possibilità per l’ufficiale giudiziario di ricercare con modalita’ telematiche i beni da pignorare (anagrafe tributaria, compreso l’archivio dei rapporti finanziari, nel pubblico registro automobilistico e in quelle degli enti previdenziali, per l’acquisizione di tutte le informazioni rilevanti per l’individuazione di cose e crediti da sottoporre ad esecuzione, comprese quelle relative ai rapporti intrattenuti dal debitore con istituti di credito e datori di lavoro o committenti). (art. 492 bis c.p.c.).

E se devo riscuotere un credito da lavoro subordinato(pagamento della busta paga, TFR, ..)?

Per il lavoratore dipendente che agisce per recuperare un suo credito da prestazione lavorativa la strada è (un pò) più agevole: i tempi sono generalmente minori, non ci sono spese di contributo unificato (a patto che il lavoratore rispetti il limite di reddito attualmente fissato in 31.880 € circa, art. 75 TU spese di giustizia).
E’ comunque utile, prima di agire in via esecutiva, spedire a mezzo raccomandata a.r. la diffida con messa in mora (cfr. supra) dove eventualmente verranno fatti salvi i diritti ulteriori (es. ore di straordinario, ..).
Il datore di lavoro NON può decidere unilateralmente di ritardare / dilazionare / rateizzare / .. il pagamento di quanto dovuto: è una prassi diffusa ma non vi è alcuna normativa che lo consenta. In mancanza di accordo con il lavoratore le spettanze vanno liquidate entro il mese successivo alla maturazione del diritto o, in caso di TFR, di interruzione del rapporto lavorativo.
E’ peraltro indispensabile avere copia delle buste paga per poter usufruire della procedura privilegiata appena descritta (altrimenti si potrà sempre far ricorso alla procedura ordinaria).

Quanto dura l’attività di riscossione?

La durata dell procedura non è facilmente preventivabile e dipende ad es. anche dall’efficienza del(la cancelleria del) giudice competente. La completezza della documentazione da portare all’avvocato (comprensiva dei solleciti con relativi cedolini delle raccomandate, ..) e la pronta risposta ad eventuali richieste integrative sono essenziali per poter procedere velocemente.
Molti sono spaventati dai tempi ma in realtà la decisione vera da prendere è “Vale la pena tentare di recuperare giudizialmente?”.
Una volta deciso, prima si inizia prima si riscuote!

Si può pignorare tutto il conto corrente dove confluisce la pensione o lo stipendio?

Alcuni crediti (pensione, stipendio, crediti alimentari..) sono pignorabili solo in parte per principi generali di civiltà.
La pensione, come lo stipendio, è quindi pignorabile solo per una parte, non rilevando però eventuali cessioni volontarie: è infatti prevista l’impignorabilità, con le eccezioni previste dalla legge per crediti qualificati (es crediti alimentari, cfr. sotto), della sola parte della pensione, assegno o indennità necessaria per assicurare al pensionato mezzi adeguati alle esigenze di vita e la pignorabilità nei limiti del quinto della residua parte ( e del quinto dello stipendio).
In caso di versamento sul conto corrente bancario o postale, si ritiene che possa essere pignorata l’intera somma perchè “il divieto di pignorabilità della pensione viene meno quando, una volta corrisposta, essa si confonde col patrimonio del percettore” (Trib. Roma, 24 marzo 2000) o, più precisamente per il caso che ci tocca, l’impignorabilità della parte di pensione idonea ad assicurare mezzi adeguati alle esigenze di vita del pensionato non sopravvive al momento in cui “le somme provenienti da trattamento pensionistico, (…) una volta percepite dal debitore, nella specie, affluite su conto corrente del medesimo, perdono la loro specifica connotazione, rientrando nel patrimonio dell’obbligato” (Trib. Bari, sez. II, n. 2946 del 4 ottobre 2010), che diviene pertanto liberamente aggredibile dai creditori; si segnala che in data 2 gennaio 2014 il Tribunale di Sulmona ha provato a contrastare tale indirizzo finora granitico, sostenendo la non pignorabilità di un conto corrente alimentato esclusivamente dalla pensione (ma si potrebbe ragionare secondo lo stesso principio anche per il conto alimentato solo dallo stipendio).
Non sono invece pignorabili, salvo eccezioni, i crediti cd. alimentari: gli alimenti sono le prestazioni di assistenza materiale dovute per legge ad una persona
• con la quale vi sia un vincolo di solidarietà familiare o di gratitudine (parenti, o l’autore di una donazione) e
• si trovi in stato di bisogno economico anche se per propria colpa (artt. 433 e segg. del codice civile).
Il credito alimentare non può essere ceduto, rinunciato; compensato; non si prescrive, non è sequestrabile, né pignorabile tranne per cause di alimenti e salva la decisione del giudice (ed è escluso dalla massa fallimentare nei limiti di quanto necessario al sostentamento del fallito e della sua famiglia): per converso, è intrasmissibile agli eredi dell’obbligazione alimentare, sia dal lato attivo che dal lato passivo.

Quanto ai limiti della quota soggetta a pignoramento, il testo dell’art. 545 c.p.c. recita come segue:

“Non possono essere pignorati i crediti alimentari, tranne che per cause di alimenti, e sempre con l’autorizzazione del presidente del tribunale o di un giudice da lui delegato e per la parte dal medesimo determinata mediante decreto.

Non possono essere pignorati crediti aventi per oggetto sussidi di grazia o di sostentamento a persone comprese nell’elenco dei poveri, oppure sussidi dovuti per maternità, malattie o funerali da casse di assicurazione, da enti di assistenza o da istituti di beneficenza.
Le somme dovute dai privati a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego comprese quelle dovute a causa di licenziamento, possono essere pignorate per crediti alimentari nella misura autorizzata dal presidente del tribunale o da un giudice da lui delegato.
Tali somme possono essere pignorate nella misura di un quinto per i tributi dovuti allo Stato, alle province e ai comuni, ed in eguale misura per ogni altro credito.
Il pignoramento per il simultaneo concorso delle cause indicate precedentemente non può estendersi oltre alla metà dell’ammontare delle somme predette.”
In sostanza l’art. 545 del Codice di Procedura Civile stabilisce che il pignoramento è consentito:
a) nella misura autorizzata dal giudice per crediti alimentari (cioè anche OLTRE il 1/5);
b) nella misura di un quinto per ogni altro credito (tributario compreso);
c) nel caso di simultaneo concorso di crediti aventi titoli di tipo diverso corrispondenti a quelli prima indicati (alimentari ed altri) il pignoramento non può estendersi oltre la metà delle retribuzioni.

E quali regole deve seguire il concessionario Equitalia nella riscossione dei debiti
verso lo Stato?

La riscossione dei debiti del cittadino verso lo stato è regolamentato in maniera del tutto diversa. La legge che disciplina le esecuzioni esattoriali è il D.Lgs. 26 febbraio 1999, n. 46

All’Agente di riscossione Equitalia sono legislativamente attribuite delle funzioni proprie di organismi pubblici. E per il recupero dei crediti dello Stato viene attribuito un potere ben più efficace di quello in possesso dei privati per il recupero forzoso dei propri crediti.
Se il credito è di un ente pubblico che conferisce il mandato all’agente di riscossione i tempi saranno completamente diversi e molto più brevi rispetto a quelli necessari ad es. per ottenere un decreto ingiuntivo.
L’ente inpositore procede alla formazione ed alla notifica dell’avviso di accertamento. Se tale avviso non viene opposto nei termini di legge (variabili a seconda del tipo di imposizione) si ha la definitività dell’accertamento. Ciò significa che successivamente, quando l’agente inizierà la sua attività di recupero coattivo non sarà più possibile contestare nel merito il tributo o l’imposta per cui si procede.
Formato il ruolo esattoriale si procedere alla formazione ed alla notifica della cartella di pagamento.
Se non viene opposta nel termine di 60 gg. si ha trasformazione automatica in titolo esecutivo, con conseguente aumento del debito, dato che al capitale si aggiungono interessi di mora, somme aggiuntive e il cd. aggio di riscossione oltre spese per le procedure esecutive e le spese di notifica, nonchè iscrizione di ipoteca legale ex art. 77 sulla base del ruolo esattoriale.

Sulla base del ruolo divenuto esecutivo (perché non opposto ed anche quando pur essendo opposto non si è ottenuta la sospensiva) l’agente per la riscossione (Equitalia) procede alla notifica della intimazione di pagamento (assimilabile al precetto delle procedure ordinarie) con termine gg 5 per il pagamento.

Infine Equitalia procede con il pignoramento che però, a differenza di quello che succede nelle esecuzioni immobiliari secondo la disciplina del codice (quelle ordinarie promosse dai privati) consiste direttamente nell’avviso di vendita dell’immobile di proprietà del soggetto esecutato.

Il tutto senza l’intervento del Giudice nella formazione degli atti impositivi.
Infatti il giudice delle esecuzioni interviene solo nel caso vi sia una opposizione o alla fine, dopo l’aggiudicazione, per la predisposizione del decreto di trasferimento in favore dell’aggiudicatario dell’immobile venduto all’asta da Equitalia.

Quello che è importante porre in luce è che se manca una cartella di pagamento regolarmente formata non può esserci ipoteca esattoriale. Stesso principio vale per tutti quei casi in cui la cartella sia affetta da vizi relativi, ad esempio, di notifica, di intervenuta prescrizione o decadenza del diritto, etc.

Tutto questo perché vi è un principio in campo di riscossione e, più in generale, in diritto tributario secondo cui la pretesa tributaria si forma legittimamente solo nel rispetto di una sequenza legislativamente e tassativamente prevista dalla legge.
Significa che il procedimento ha l’anatomia di una catena, per cui, se uno degli anelli manca o è debole si spezza.

E’ importante perciò, una volta venuti a conoscenza dell’esistenza di una ipoteca legale sul proprio immobile, verificare con l’aiuto di un professionista (avvocato o commercialista) che la sequenza sia stata rispettata. Se non avete impugnato nel merito l’accertamento tributario (quando vi è stato notificato l’accertamento o il ruolo esattoriale che vi riguarda), e tutte le notifiche sono regolari, non vi è molto da fare se non pagare, magari richiedendo la rateizzazione.
Ma se la procedura è affetta da uno dei vizi, vi è modo di contestare il mancato rispetto di queste regole procedurali. Ed ottenere in tal modo la cancellazione dell’ipoteca.

Come conoscere l’esistenza di una ipoteca legale sul vostro immobile?

Tramite ispezione/visura presso l’Agenzia del territorio ed anche online:http://www.agenziaterritorio.it/?id=6112
È inoltre necessario effettuare un accesso presso l’Agente di riscossione (Equitalia.it) per conoscere l’eventuale esistenza di ruoli/cartelle di pagamento che, possibilmente, non sono state notificate, ovvero, non si ha memoria di averle ricevute.
L’indirizzo dove consultare il proprio “estratto conto” come lo chiama Equitalia, su internet e’:
http://www.equitaliaonline.it/equitalia/export/sites/default/focuson/34653455465.html
In poche parole, se si hanno dei dubbi (magari dopo una eredita’ o prima di un acquisto) e’ possibile via internet conoscere nel dettaglio la propria posizione.

Equitalia può pignorare / espropriare  la prima casa?

No (o, meglio, solo in casi limitatissimi).
L’art. 52, comma 1, lett. g), del d.l. 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla Legge 9 agosto 2013, n. 98, ha modificato l’art. 76 del D.P.R. n. 602 del 1973:
“Ferma la facoltà di intervento ai sensi dell’articolo 499 del codice di procedura civile, l’agente della riscossione:
a) non dà corso all’espropriazione se l’unico immobile di proprietà del debitore, con esclusione delle abitazioni di lusso aventi le caratteristiche individuate dal decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 agosto 1969, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 218 del 27 agosto 1969, e comunque dei fabbricati classificati nelle categorie catastali A/8 e A/9, è adibito ad uso abitativo e lo stesso vi risiede anagraficamente;
b) nei casi diversi di cui alla lettera a), può procedere all’espropriazione immobiliare se l’importo complessivo del credito per cui si procede supera centoventimila euro. L’espropriazione può essere avviata se è stata iscritta l’ipoteca di cui all’articolo 77 e sono decorsi almeno sei mesi dall’iscrizione senza che il debito sia estinto.”.
Equitalia non potrà quindi procedere all’espropriazione immobiliare se l’immobile è l’unico di proprietà del debitore, a condizione che lo stesso:
• sia adibito ad uso abitativo;
• il debitore vi risieda anagraficamente;
• non sia una abitazione di lusso o un fabbricato classificato nelle categorie catastali A/8 e A/9.
Nello specifico, la norma in questione è entrata in vigore il 22 giugno 2013; e per le procedure iniziate prima?
Il Ministero dell’Economia con una nota del mese di maggio 2014 ha ritenuto che la norma in questione non avesse effetto retroattivo e che, pertanto, tutti i pignoramenti effettuati prima del 22 giugno 2013 dovevano considerarsi validi ed efficaci.
E’ peraltro intervenuta la Suprema Corte di Cassazione con la sentenza 12 settembre 2014, n. 19270 con la quale i giudici di legittimità hanno avuto modo di precisare che la norma ha effetto retroattivo e, pertanto, si applica anche alle procedure esecutive pendenti alla data del 21 agosto 2013.
In particolare, con tale pronuncia, la Corte ha chiarito che la lettera a) della disposizione novellata, mediante l’espressione <>, non prevede un’ipotesi di impignorabilità della prima casa, ma piuttosto è volta a regolare l’azione esecutiva dell’agente della riscossione, in presenza di determinate condizioni.
Da tanto ne discende che, <>
Alla luce di tanto, è stato così affermato il principio secondo cui <>.

ESEMPIO DI LETTERA DI DIFFIDA E COSTITUZIONE IN MORA

Spettabile
NOME e COGNOME del debitore, indirizzo
raccomandata a.r.

(luogo e data di invio)
OGGETTO: richiesta di pagamento con effetti interruttivo della prescrizipne e costituzione in mora ex. art. 1219 c.c.
Il / la sottoscritto/a NOME e COGNOME DEL FIRMATARIO formulo la presente per significare quanto segue:
1) in data … inviavo fattura n. … per aver eseguito senza alcuna lamentala … (in sintesi: breve descrizione del fatto con la specificazione della titolarità del credito vantato e gli eventuali inadempimenti contrattuali di controparte);
2) a tutt’oggi non risulta adempiuto il pagamento di ________ (somma esatta di denaro di cui ci si ritiene creditori) per Vostra esclusiva colpa dal momento che a nulla sono valsi i precedenti tentativi di sollecito a riguardo;
3) ad oggi la somma dovuts ammonta ad € … (capitale iniziale oltre agli interessi legali che ad oggi ammontano ad …, oltre alle spese successive pari ad € .. per (specificare quali spese accessorie: costo dell’invio della raccomandata, marca da bollo per il certificato di residenza al Comune, eventuali spese per l’indagine patrimoniale, ..),
Tutto ciò premesso e considerato, Vi comunico che ho deciso di costituirVi in mora, e con riserva di richiederVi il risarcimento ulteriore di tutti i danni occorsi, pertanto
VI INTIMO E DIFFIDO
anche quale atto interruttivo della prescrizione ed ai sensi e per gli effetti dell’art. 1219 del Codice Civile ad adempiere al versamento di ________ (somma esatta di denaro di cui ci si ritiene creditori) entro e non oltre il termine di 15 giorni dal ricevimento della presente fatti salvi i maggiori danni ed interessi.
Potrete adempiere eseguendo il pagamento con bonifico a mezzo di conto corrente bancario intestato al sottoscritto (IBAN ________________) o mediante invio di assegno circolare intestato al sottoscritto all’indirizzo: .. .
Vi significo inoltre che, qualora non ricevessi il Vostro positivo riscontro entro e non oltre il termine suddetto, agirò come riterrò più opportuno per la tutela dei miei diritti ed interessi, con riserva di adire le competenti vie legali, per il rimborso delle spese, interessi di mora e risarcimento dei danni, con maggiori spese a vostro carico.
Distinti saluti.

Firma

Il Presidente protempore Andrea Fisco

Chi volesse ulteriore materiale ne faccia richiesta a : a.fisco@avvocatoinfamiglia.com

Un pò di storia del recupero crediti

Il primo diritto romano conosceva forme di tutela particolarmente aspre ed incisive: il riferimento è alla legis actio per manus inectionem, contenuta all’interno della legge delle XII tavole, primo corpus normativo scritto la cui emanazione risale al 449 a.C..

La tutela creditoria nei confronti del debitore insolvente veniva in particolare garantita attraverso la costrizione in catene, presso la casa del creditore, del debitore per un periodo di sessanta giorni, decorso il quale lo stesso debitore (addictus) poteva essere venduto come schiavo, oppure ucciso.

Solo a partire dal III sec. a.C. la condizione dell’addictus fu mitigata, prevedendone la permanenza in stato di soggezione presso la casa del creditore, sino a che con il proprio lavoro non avesse provveduto a saldare il dovuto.
L’abolizione della prigione per debiti – istituto prettamente civilistico e regolato sino a quel momento dal codice di procedura civile – è convenzionalmente fatta risalire alla Legge 6 dicembre 1877, n. 4166.
La legge, in realtà, non abrogava totalmente l’istituto, mantenendo l’arresto personale per le ipotesi di mancato pagamento dei risarcimenti civili conseguenza del danno da reato, ipotesi anche questa infine abrogata a seguito dell’emanazione del codice penale nel 1931 che novò l’intera materia del risarcimento civile per danno da reato.

Unico caso residuo di prigione per debiti: si tratta di omesso versamento dell’IVA entro il 27 dicembre dell’anno successivo a quello di riferimento se la somma dovuta è superiore a 50.000 € –

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presidenza.nazionale@avvocatoinfamiglia.com; a.fisco@avvocatoinfamiglia.com

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