Marzo 2015 – Google pagherà all’Italia, 320 milioni di euro di tasse sugli 800 milioni che riconosce come imponibile prodotto in Italia dal 2008 al 2013. Il gigante californiano della rete pagherà la sanzione e fa quindi pace con Fisco, Guardia di Finanza e la Procura di Milano.
Un confronto lungo, quello tra il colosso e il Fisco italiano, che nasce dalla contestazione che “i profitti della raccolta pubblicitaria nel nostro Paese venivano registrati in Irlanda e a Bermuda”. La decisione del gigante del web è inattesa poichè, a detta degli osservatori, Google avrebbe potuto sostenere e ingaggiare anche un lungo braccio di ferro prima di arrivare all’accordo, oppure avrebbe potuto attendere maggio e l’atteso decreto legislativo fiscale che sottrarrà “l‘abuso del diritto, cioè le operazioni che, pur nel rispetto formale delle norme, realizzano vantaggi fiscali indebiti”. Ma così non è stato. Questo approccio rientrerebbe, spiega il Corriere, in una nuova fase di “distensione” che i colossi Usa, spesso identificati con la stessa America, starebbero portando avanti anche per evitare attriti, non solo economici, con gli Stati d’Europa stessi.