Furbetti della targa straniera, prime vittime delle nuove norme: auto sequestrate
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11/12/2018 – Sono stati un cittadino di origine rumena ed una moldava, i primi due sorpresi dai controlli dei Carabinieri della Compagnia di Mestre, della Stazione di Martellago, alla guida di veicoli immatricolati all’estero, i primi a incappare, a pochi giorni dall’entrata in vigore, nelle nuove disposizioni in materia che hanno modificato alcuni articoli del Codice della strada.
Dai controlli dei militari infatti, è subito emerso come i conducenti, sebbene residenti in Italia da oltre 60 giorni come comprovato dai loro documenti, pur avendo importato da tempo i loro veicoli in Italia, continuassero a mantenere la targa straniera.
Tutte cose che le recenti normative, entrate in vigore questo dicembre con la pubblicazione della legge sulla Gazzetta ufficiale, espressamente vietano e puniscono nel quadro delle iniziative volte a ridurre l’uso illegittimo di quelli che a tutti gli effetti sono veri e propri escamotage con cui dribblare gli effetti delle disposizioni, specie in materia di circolazione stradale. É il caso ad esempio del pagamento delle contravvenzioni che non possono essere notificate direttamente o, ancora peggio, di sotterfugi in campo assicurativo e nel pagamento della tassa di proprietà che avviene nel paese in cui il veicolo è immatricolato.
Ed è stato proprio per limitare la proliferazione di questi fenomeni e i loro effetti che le modifiche introdotte vietano espressamente a chi ha la residenza in Italia da più di 60 giorni di circolare con veicoli immatricolati all’estero, nonché che un veicolo immatricolato all’estero possa circolare in Italia oltre a un anno dal suo ingresso nel paese. Applicando le nuove disposizioni, oltre al pagamento della sanzione pecuniaria di 712 euro (in forma ridotta) i Carabinieri hanno così provveduto al fermo dei veicoli ai fini della loro confisca, come prevede la normativa, qualora non si sia provveduto ad una sua immatricolazione in Italia o il rilascio di un foglio di via per condurlo oltre i transiti di confine entro 180 giorni dalla data della violazione. – FONTE
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