Cosenza, ecco cosa c’è dietro il rinvio del concorso-farsa all’Asp

10/01/2019 – Non ce l’hanno fatta. Hanno retto fino ad avantieri e poi hanno alzato bandiera bianca. Si sono arresi. L’Asp di Cosenza non assumerà 49 invalidi civili al 46% già selezionati dal sistema politico e che già erano stati bloccati per la prima volta un anno fa. Sul sito dell’Azienda è apparso l’annuncio magico, che rinvia tutto a data da destinarsi per sopravvenuta impossibilità di un componente della commissione esaminatrice. E tenendo presente che il mandato del direttore generale Raffaele Mauro alias Faccia di Plastica scade il 16 gennaio prossimo, questo significa che tutte le manovre sono andate a farsi fottere.

I falsi invalidi figli di papà non entreranno nell’Asp ma nello stesso tempo vengono completamente vanificate anche le speranze di un migliaio di candidati che aveva diritto a poter sperare nella correttezza delle procedure. Il tutto, naturalmente, nel più totale silenzio non solo della politica (compreso il M5s) e di sedicenti movimenti e associazioni, ma anche dei soliti sindacati e dei soliti giornalisti venduti al potere. Per non parlare di magistrati e forze dell’ordine. Del resto, è questa la massoneria deviata che ammorba la Calabria da decenni e questa volta, almeno, con il rinvio, si è impedito che altre ingiustizie sociali potessero essere portate a termine.

Il bando era apparso ufficialmente sul sito dell’Azienda addirittura a novembre 2016 e le grandi manovre dei papponi – come Iacchite’ ha puntualmente documentato in questi due anni – erano iniziate da tempo. Fino a ieri erano in molti a dire che questa sarebbe stata l’ultima “missione” del direttore generale Raffaele Mauro alias Faccia di Plastica prima del suo addio. E allora, che ti avevano preparato gli scienziati del malaffare e della corruzione? Avevano preparato il gran carrozzone subito dopo il gran casino delle feste natalizie e di fine anno, quando l’attenzione è bassissima e nessuno – secondo la loro testa bacata – ci fa caso.

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GIORNO 7, 8 e 9 GENNAIO erano previste le selezioni presso l’aula informatica n.2 del Dipartimento di Scienze aziendali e Giuridiche, ponte Pietro Bucci, cubo 3c piano terra, capannone L POLIFUNZIONALE UNICAL, INGRESSO VIA ALBERTO SAVINIO.

Noi avevamo annunciato la nostra presenza e con tutta probabilità qualche altro “scienziato” dei servizi avrà ascoltato qualche conversazione che anticipava anche l’arrivo de “Le Iene” e a questo punto i papponi hanno alzato bandiera bianca. Stop.

Perché proprio non c’erano dubbi che sarebbero entrati all’Asp di Cosenza 49 falsi invalidi. Nel febbraio scorso è uscita fuori la prova provata che ci saremmo trovati davanti ad un concorso truccato. E vi rinfreschiamo opportunamente la memoria.

Sapete chi era stato nominato come presidente della Commissione per la selezione dei candidati? Pietro Filippo, il medico condannato in via definitiva per truffa e per falso per il quale l’ormai leggendario Faccia di Plastica aveva addirittura previsto 100mila euro di “indennizzo” per i danni procurati… E che è stato finalmente sputtanato su scala mondiale anche da “Le Iene” come il fuoriclasse dei furbetti del cartellino, tanto per citare solo l’ultima nefandezza di questo “impresentabile” corrotto.

Tra l’altro, questo signore – perché adesso ci siamo veramente stufati – è anche il cognato di uno dei magistrati più chiacchierati della Calabria corrotta che denunciamo ogni giorno ovvero Vincenzo Luberto: un nome una garanzia per nuove cialtronerie e nuovi soprusi.

Ebbene, il direttore generale dell’Asp era tornato alla carica e, visto che non riusciva proprio a fargli passare la determina dei soldi (100 mila euro!!!), nominandolo primario di una Unità Operativa (!!!) e presidente di questa Commissione lo avrebbe voluto mettere in condizione di ricevere tutti i “regali” dei papponi che stanno a capo dell’Asp e che stavano per piazzare clientes et parentes nei generosi ranghi della sanità cosentina.
Filippo è stato coinvolto in una torbida vicenda di truffa aggravata ai danni dell’Azienda (assenteismo reiterato e falsa timbratura) e per falsità ideologica ed in atto pubblico commessi nel rilascio del rinnovo di patente alla suocera Rosa Piccolo (madre del Luberto).

All’esito del processo, il dottore Filippo è stato condannato in primo grado a Cosenza solo per la truffa ed assolto per il falso ma grazie all’impugnazione del pm è stato condannato per tale reato anche in Appello e poi in Cassazione. Il tutto (e meno male!) ha portato problemi a Filippo ma solo di “immagine”, visto che le Iene gli hanno fatto un mazzo così affibbiandogli il nomignolo di “professionista dei furbetti”. Ma, al di là di questo, ancora – incredibilmente – si trova al suo posto e si trovava addirittura a presiedere una commissione per dare 49 posti all’Asp a “categorie protette” in un concorso che in molti ritenevano già “truccato” in partenza. Ciò a dimostrazione del potere intimidatorio che esercita il Luberto nei confronti dei colleghi giudicanti di Cosenza.

Ci si chiede: come mai un magistrato impegnato nella lotta alla mafia ed alle illegalità stringe sempre rapporti con i vertici dell’avvocatura penale cosentina e con politici in vista come Mario Occhiuto (addirittura sindaco di Cosenza) ed Ennio Morrone (consigliere regionale)? E che grado di terzietà e imparzialità è in grado di assicurare? Ed il prestigio della magistratura dove sta?

Perché altrimenti non si spiega come mai già si diceva nei corridoi dell’ASP che i figli di Michele Giraldi, segretario particolare di Mauro il depresso, di Gaetano Vitola (altro elemento che vi raccomandiamo caldamente) ed altri rampolli di papponi noti e meno noti avessero (si fa per dire) l’invalidità.

Chi gliel’ha riconosciuta? Gli stessi medici dell’ASP, quelli che poi magari per un niente non concedono l’accompagnamento a chi ne ha veramente bisogno.

Queste assunzioni sarebbero state un imbroglio, lo sanno tutti, ma almeno stavolta hanno avuto il pudore di fermarsi. Al contrario dei falsi precari di due anni fa, di tutte le truffe della cooperativa di Ponzio il Cinghialotto, dei cerchioni di Marchese, dei lavoratori sfruttati da Filippelli e di tutte le porcate del Cinghiale, di Madame Fifì, di Palla Palla, Pacenza e di tutti i dg e commissari che pendono dalle loro labbra.

Stavolta non ce l’hanno fatta. Né Pietro Filippo e né gli altri componenti di questa commissione farsa ovvero Francesco Filomia, Maria Acquaviva e Vincenzo De Rose.
[Articolo del 07/01/2019 di Iacchite.com]
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