Alessio Tacconi, onorevole del Movimento 5 Stelle, per ora è l’unico dei suoi a non aver ancora versato il bonifico. Al Secolo XIX ha dichiarato:
«Con solo 5 mila euro lordi io con la mia famiglia a Zurigo non ci campo».
Ma scusi, Tacconi, non lo sapeva prima, quando ha deciso di candidarsi con il M5S, che questa era la cifra? «Il codice di comportamento che ho firmato mi pare scritto in italiano e non dice questo. Le regole di ingaggio sono cambiate in corso».
Lei pone la questione del carovita in Svizzera dove ha la residenza. Ma qualcuno le consiglia di trasferire la famiglia a Roma. «Questo è un atteggiamento discriminatorio. Ho cercato il mio capogruppo Riccardo Nuti, gli ho esposto la mia situazione e gli ho chiesto che venisse convocata un’assemblea».
E poi? «Non ho ricevuto risposte. Io mi sono stancato di inseguirli. Se vogliono mi telefonano. Certo, ho specificato anche che non voglio che i dettagli economici della mia vita finiscano online».
Ma la trasparenza che fine ha fatto? «Io pongo una questione di privacy. Va bene la trasparenza, ma io mica vado a chiedere ai miei colleghi quanto pagano d’affitto a casa loro».
Senza deroga uscirà dal M5S? «Vediamo cosa succederà, vediamo cosa significa la democrazia nel M5S».
Perché non ha posto il problema a Grillo? «Se mi chiama, glielo dico».