
09/03/2019 – Un giro di tangenti per rendere possibile quello che non si poteva fare: abbattere una ex fabbrica e costruire al suo posto 330 appartamenti. Un affare sul quale la camorra era pronta a mettere le mani. E poi quei due milioni di euro in contanti trovati a dicembre a casa di Adolfo Greco. A che servivano quei soldi? Interrogativi e ipotesi inquietanti, che raccontano degli ultimi dieci anni di storia politica di Castellammare di Stabia e di intrecci tra imprenditori e faccendieri attorno alla riqualificazione della ex Cirio.
Secondo la Procura di Torre Annunziata nella vicenda sono coinvolti due esponenti di spicco di Forza Italia come Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo, all’epoca presidente e suo successore alla guida della Provincia di Napoli, indagati per corruzione, e il potente consigliere regionale del Pd Mario Casillo, sotto inchiesta per traffico di influenze: tre politici che negli ultimi anni – pure se su posizioni diverse – hanno dettato legge a Castellammare e che erano – sospettano gli inquirenti – i referenti di Adolfo Greco per l’affare Cirio, l’imprenditore finito in galera a dicembre per un’inchiesta della Dda su estorsioni nell’area stabiese. Sono 17 le persone per le quali la procura di Torre Annunziata ha chiesto la proroga delle indagini.
Oltre ad Adolfo Greco, Antonio Pentangelo. Luigi Cesaro e Mario Casillo, sono indagati: il commissario ad acta nominato dalla Provincia che rilasciò il permesso a costruire per la ex Cirio Maurizio Biondi; il progettista Antonio Elefante; l’imprenditore edile Giuseppe Passarelli che doveva realizzare le opere; il socio di Greco, Sabato Polese di Sant’Antonio Abate (della stessa famiglia dell’hotel La Sonrisa) e l’amministratore della Polgre, Pierpaolo Limone, la società che nel 1999 comprò la ex Cirio; l’imprenditore Giovanni Lombardi, con interessi nell’editoria (per due anni si occupò di Metropolis, poi fu allontanato dalla redazione) e La Città, più la moglie di Adolfo Greco Angelina Rega e suo figlio Luigi, che è stato consigliere comunale di Castellammare di Scelta Civica tra 2013 e 2015 e sostenne Pentangelo nella corsa (perduta) a sindaco di Castellammare; l’ex sindacalista della sanità pubblica Gennaro Iovino (per traffico di influenze), già coinvolto nello scandalo della Usl 35 di Castellammare, esponente di spicco del Pd stabiese. Altri indagati sono Vincenzo Campitiello, Francesco Cesaro, Marcello Ciofalo e Vincenzo Colavecchia.
La storia dell’affare Cirio si intreccia con l’applicazione del Piano casa a Castellammare: c’è una data spartiacque che vide gli imprenditori invadere l’aula consiliare, era il 6 febbraio 2010, e impedire l’approvazione di una delibera che regolamentava l’uso della fascia costiera e dei siti industriali dismessi, Cirio compresa. Da quel momento la pressione per realizzare gli appartamenti nella ex Cirio è cresciuta e ha orientato anche il voto, stando alle risultanze del lavoro degli investigatori che ipotizzano un rapporto stretto tra imprenditori, Forza Italia e parte del Pd.
La Provincia di Napoli il 7 agosto 2014 nomina l’architetto Maurizio Biondi commissario ad acta per l’esame dell’istanza della Polgre: il progetto di demolizione dello stabilimento e di costruzione di alloggi, spazi commerciali, uffici, parco verde, parcheggi fu definitivamente modificato e approvato dalla Soprintendenza di Napoli e depositato agli atti del Comune di Castellammare il 16 settembre 2015, la conclusione della Conferenza dei servizi s del 23 settembre 2015. Pochi giorni dopo un nuovo scioglimento anticipato del Consiglio comunale. In municipio si insedia un commissario prefettizio: a gennaio 2016 si stipula la convenzione urbanistica tra Comune e Polgre Europa, poi il 13 aprile 2016 il commissario ad acta rilascia il permesso a costruire. L’area è cantierabile. Ma i lavori non sono mai partiti.
Dietro la proroga delle indagini, la necessità da parte degli inquirenti di accertare le tracce della corruzione. A partire da quei due milioni di euro ritrovati in un’intercapedine a dicembre a casa di Greco: sono i soldi delle tangenti per l’affare Cirio? Altri sei mesi di indagine dovrebbe chiarire ruoli ed eventuali responsabilità degli indagati, pronti a difendersi. – [Repubblica.it]
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