
Ci siamo abituati alle proteste contro la realizzazione della Torino-Lione ad alta velocità. TG e media ci raccontano di scontri, proteste e dichiarazioni varie. Ma alla grande massa degli italiani, ancora non è chiaro cosa realmente si cela dietro questo progetto. I media di regime asseriscono che l’opera è fondamentale per lo sviluppo dell’economia globalizzata, perché permette di velocizzare il trasporto merci a tutto vantaggio della competitività dei mercati. In parte questo è vero, ma i dati vanno visti complessivamente e non sul singolo punto. I conti si fanno sul dato finale, cioè su quanto è l’importo totale dell’investimento, da dove vengono sottratti questi fondi e quanto sono i ricavi reali. I costi della realizzazione sono esorbitanti ed ad oggi il reale importo non è quantificabile visto che variano continuamente. I soldi saranno prelevati da altri investimenti, realizzazioni di ponti, strade e quant’altro che ci servono ogni giorno. Magari un ponte crollato non potrà essere ripristinato perché mancano i fondi, con notevoli disagi per gli utenti e questo è solo un esempio.
Ed allora, perché i vari governi sono così inamovibili nella sua realizzazione. Potremmo scrivere pagine intere con motivazioni validissime ma non renderemmo abbastanza chiaro il concetto. Noi semplicemente vi invitiamo a fare una semplice riflessione: chi sono le ditte che si spartiranno tutto il fiume di denaro stanziato?
LTF (Lyon-Turin Ferroviaire) è la società madre, responsabile della realizzazione dell’opera. Paolo Comastri, direttore generale di Ltf, nel 2011 è stato condannato in primo grado per turbativa d’asta; oggetto: la gara per la direzione dei lavori per il tunnel esplorativo della Torino-Lione. L’avvocato difensore di Comastri era Paola Severino, ex ministro della Giustizia del Governo Monti. Comastri è stato condannato a otto mesi di reclusione (il pm aveva chiesto un anno e sei mesi).
Cmc (Cooperativa Muratori e Cementisti) cooperativa rossa, quinta impresa di costruzioni italiana, al 96esimo posto nella classifica dei principali 225 «contractor» internazionali che vanta un ex-amministratore illustre, Pier Luigi Bersani, si è aggiudicata l’incarico (affidato senza gara) di guidare un consorzio di imprese (Strabag AG, Cogeis SpA, Bentini SpA e Geotecna SpA) per la realizzazione del cunicolo esplorativo a Maddalena di Chiomonte. Valore dell’appalto 96 milioni di Euro.
Rocksoil s.p.a società di geoingegneria fondata e guidata da Giuseppe Lunardi il quale ha ceduto le sue azioni ai suoi familiari nel momento di assumere l’incarico di ministro delle Infrastrutture e dei trasporti del governo Berlusconi dal 2001 al 2006. Nel 2002, la Rocksoil ha ricevuto un incarico di consulenza dalla società francese Eiffage, che a sua volta era stata incaricata da Rete Ferroviaria Italiana (di proprietà dello stato) di progettare il tunnel di 54 Km della Torino-Lione che da solo assorbirà 13 miliardi di Euro. Il ministro si è difeso dall’accusa di conflitto di interessi dicendo che la sua società lavorava solo all’estero.
Impregilo è la principale impresa di costruzioni italiana. È il general contractor del progetto Torino-Lione e del ponte sullo stretto di Messina. Appartiene a:
33% Argofin: Gruppo Gavio. Marcello Gavio è stato latitante negli anni 92-93 in quanto ricercato per reati di corruzione legati alla costruzione dell’Autostrada Milano-Genova. Prosciolto successivamente per prescrizione del reato.
33% Autostrade: Gruppo Benetton. Uno dei principali gruppi imprenditoriali italiani noto all’estero per lo sfruttamento dei lavoratori delle sue fabbriche di tessile in Asia e per aver sottratto quasi un milione di ettari di terra alle comunità Mapuche in Argentina e Cile
33% Immobiliare Lombarda: Gruppo Ligresti. Salvatore Ligresti è stato condannato nell’ambito dell’inchiesta di Tangentopoli pattuendo una condanna a 4 anni e due mesi dopo la quale è tornato tranquillamente alla sua attività di costruttore.
Poco importa se l’opera sarà un totale fallimento e non lo diciamo per partito preso, ma su dati reali: la TP Ferro, società che gestisce la ferrovia – e il tunnel sotto i Pirenei – che collega Parigi a Barcellona, cioè la consorella della TAV italiana, è stata costretta a portare i bilanci in tribunale. Conseguenza inevitabile dell’enorme debito accumulato, dopo che non è riuscita a trovare un accordo con i suoi creditori. Il debito è stato causato dalla “insostenibilità del modello economico” che ha costretto la società a fare istanza di fallimento volontario. La linea è ampiamente sottoutilizzata, solamente 70 treni passeggeri e 32 merci a settimana, ben al di sotto delle previsioni. Il costo della sezione transfrontaliera fra Perpignan e Figueras, comprendente il traforo, è stato di 1,2 miliardi di Euro, e ora il debito della TP Ferro supera i 400 milioni. Il tratto di linea in questione fa parte del fantasioso Corridoio Mediterraneo e la sua costruzione era stata finanziata dall’Unione europea. Lo stesso corridoio della Torino-Lione. [Articolo del 03/08/2108]
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