Napoli, appalti truccati all’Ospedale del mare, 6 arresti: emoticon degli indagati su Whatsapp per festeggiare
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22/11/2018 – Appalti truccati, corruzione su forniture ospedaliere. È lo scenario inquietante che emerge dal blitz di poche ore fa. Il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica guidata da Gianni Melillo, sta dando esecuzione a un provvedimento di custodia cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti di sei soggetti, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione di pubblici ufficiali, alla turbata libertà degli incanti e alla turbata libertà del procedimento di scelta del contraente con riferimento a plurime forniture di apparecchiature elettromedicali.
L’inchiesta ha riguardato le procedure di approvvigionamento di strumentazioni mediche destinate all’ “Ospedale del Mare” e a ulteriori presidi sanitari dell’Asl Napoli 1, coinvolgendo personale della stessa Azienda sanitaria e facoltosi imprenditori campani. Le Fiamme gialle sono impegnate da stamane in una serie di perquisizioni, e nel sequestro di beni mobili e immobili riconducibili alle società e agli indagati per assicurare alle casse dello Stato gli oltre 850mila euro che – secondo gli inquirenti – rappresenterebbero l’illecito profitto.
Ai domiciliari sono finiti Loredana Di Vico, dirigente dell’unità operativa complessa acquisizione beni e servizi dell’Asl Napoli 1 Centro; Vincenzo Dell’Accio, imprenditore e gestore, insieme con alcuni familiari, di società per la rivendita di articoli medicali, risultate amministrate da prestanome; Rosario Dell’Accio, fratello di Vincenzo; Antonio Dell’Accio, padre di Rosario e Vincenzo, Claudia Dell’Accio, sorella di Vincenzo e di Antonio e Gennaro Ferrigno, collaboratore della famiglia Dell’Accio.
Le società coinvolte sono la L.G.A. S.r.l.”, “MAFLAMED S.r.l.”Vicamed srl e la Frag Hospital srl.
I sei arrestati riuscivano a influenzare le gestione delle procedure di approvvigionamento di materiali sanitari da parte dell’Asl Napoli 1 Centro: il materiale, è emerso dalle indagini, veniva acquistato da società di intermediazione, macchinari elettromedicali a un prezzo maggiorato del 300 per cento di quello di mercato.
I titolari di fatto delle ditte coinvolte nell’inchiesta della Procura di Napoli che ha fatto luce sugli episodi di corruzione negli appalti dell’Asl Napoli 1 Centro si scambiavano emoticons via WhastApp per festeggiare l’imminente richiesta di una fornitura di costose apparecchiature.
Lo scambio di messaggi con faccine sorridenti e coriandoli scattava subito dopo avere appreso dai loro canali privilegiati che un medico stava per chiedere particolari strumenti per il suo lavoro.
Dall’attività investigativa della Guardia di Finanza di Napoli è anche emerso che le ditte acquistavano i macchinari dalle aziende produttrici ancora prima di vedersi assegnato l’appalto dall’Asl. In sostanza i titolari erano sicuri che la scelta sarebbbe ricaduta sulle loro ditte proprio in virtù del sistema di corruzione messo in piedi con la collaborazione di funzionari pubblici. – [Repubblica.it]
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