Spese folli, la grande abbuffata delle Regioni. Indagini in tre su quattro
in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Cronaca, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Politca, Puglia, Regioni, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Veneto / by admin / on Dicembre 14, 2013 at 8:07 pm /

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PIEMONTE
Si sono fatti rimborsare il tosaerba, i campanacci per i bovini, le consolle per i figli. Qualcuno è andato oltre: Roberto Boniperti (Gruppo Misto) ha presentato una fattura da oltre 9mila euro tra gadget fascisti e busti di Mussolini. Poi c’è il regalo di nozze fatto dal presidente Roberto Cota (Lega) all’assessore Michele Coppola. Il governatore s’è pure comprato mutande verde leghista a Boston ma si è giustificato dando la colpa alla segretaria, colpevole di non aver separato le ricevute. Dalle migliaia di pagine dell’indagine sulla “Rimborsopoli” piemontese, chiusa dopo circa un anno di attività della guardia di Finanza e della procura, emerge di tutto. I consiglieri indagati sono 43 su 60 eletti. Sono quasi 2 milioni di euro, le spese incongrue fatte rimborsare dai politici coi soldi pubblici. Il più spendaccione? Michele Dell’Utri del gruppo monoconsigliere “Moderati”: si è fatto restituire 190 mila euro destinati a sondaggi telefonici sulla popolazione. A ruota segue Michele Giovine dei “Pensionati per Cota”: ha ottenuto 144 mila euro facendosi rimborsare spese per la compagna, la sorella, la madre e il padre. Che genere di spese? Multe, carburante, medicine, cosmetici, biglietti per teatro o per Juventus-Milan e altro ancora. Dulcis in fundo, di nuovo Cota, il governatore leghista che voleva tagliare i costi della politica e invece si è fatto rendere più di 25 mila euro. Tra le sue spese moltissime cene: cinque in una sola sera, adesempio. Oppure caffè presi a Torino mentre lui era a Bruxelles. E i regali per altri matrimoni, oltre a quello dell’assessore Coppola. E ancora: 1.500 euro di eleganti penne da regalare in occasioni ufficiali, 530 euro di foulard per portavoce e cravatte per collaboratori e autisti, e un libro antico per Giulio Tremonti.
LIGURIA
Mutandine di pizzo, cibo per gatti, cento animali in ceramica, soggiorni alle terme e altro ancora. Sono le spese dei consiglieri liguri emerse finora. Per il momento gli indagati dalla Procura di Genova per i rimborsi gonfiati sono 11, ma gli inquirenti sono ancora al lavoro: nei primi giorni di novembre la guardia di Finanza ha acquisito documenti di Pd, Lega Nord, Sel, FdS e delle liste civiche Noi con Burlando e Liguria Viva. I tronconi delle indagini sono due. Il primo vede indagati per peculato quattro consiglieri dell’Idv: Marylin Fusco e Nicolò Scialfa (passati a Diritti e Libertà), Stefano Quaini (passato a Sel) e Maruska Piredda. A marzo è stata la volta di cinque consiglieri legati del centro-destra: Luigi Morgillo, Alessio Saso e Franco Rocca (Pdl), Aldo Siri (Lista Biasotti) e Raffaella Della Bianca (Gruppo Misto). Infine due indagati dell’Udc: Marco Limoncini e l’ex presidente del consiglio Rosario Monteleone, che si è dimesso a ottobre proprio in seguito allo scandalo. I due centristi hanno prelevato 189 mila euro in contanti dai conti del gruppo, metà dei quali sarebbe sparito senza giustificativi.
LOMBARDIA
A Milano il condominio con il più alto numero di indagati nel 2012 è stato il Pirellone, sede del governo lombardo. Per vari reati diversi, dal presidente Roberto Formigoni al presidente del consiglio regionale Davide Boni (Lega), ma molti accomunati dall’indagine sui rimborsi spese: complessivamente 62 consiglieri hanno “truccato” gli scontrini per circa due milioni di euro.
Il più creativo è stato l’ex capogruppo della Lega Nord, Stefano Galli che, dopo aver pagato il pranzo di nozze della figlia a carico della Regione e aver fatto avere una consulenza al neogenero con la licenza di terza media, ha tentato di giustificarsi così: “Tutta colpa di mia moglie, ma ora mi separo”. Nicole Minetti spese oltre diecimila euro in sushi e Renzo Bossi il Trota, non contento dei “contributi” delle casse leghiste, è riuscito a farsi rimborsare qualunque cosa. Anche i cioccolatini.
FRIULI VENEZIA GIULIA
La Procura di Trieste indaga su oltre venti consiglieri regionali, con l’ipotesi di peculato. A quanto risulta dalla documentazione contabile acquisita dalla guardia di Finanza, nel solo 2011 gli otto gruppi consiliari avrebbero speso una cifra pari a 2,7 milioni di euro. Tra le voci di spesa difficilmente riconducibili all’attività politica, documentate da scontrini e ricevute, ci sono richieste di rimborsi per pranzi, cene, viaggi e pernottamenti. Al capogruppo Pdl Alessandro Colautti, per esempio, sono contestati una cena da 58 euro a San Valentino, un soggiorno in Austria da 403 euro, 98 euro pagati per il parcheggio a Udine, 123 per una notte a Parigi e – udite udite – 35 per la pulizia del cane. Le indagini coinvolgono anche cinque consiglieri dell’attuale legislatura, presieduta da Debora Serracchiani.
EMILIA ROMAGNA
Beccati non una ma ben due volte a farsi rimborsare un po’ di tutto. Dai 30 euro che Silvia Noè (Udc) ha speso per un regalo al figlio dell’assessore Gian Carlo Muzzarelli, agli 8.000 euro che nel 2010 il Pd pagò per zamponi e panettoni, fino ai 50 centesimi che Thomas Casadei (Pd) s’è fatto restituire dopo aver usato un wc pubblico a gettoni. Marco Monari, capogruppo del Pd fino allo scandalo ‘spese pazze’, per esempio, avrebbe pagato 500 euro per una penna e, assieme a Roberto Montanari (Pd), 1.700 euro per un viaggio ad Amalfi. Soldi pubblici. Sia Matteo Riva, gruppo misto, sia l’ex capogruppo Pdl, Luigi Giuseppe Villani, poi, avrebbero tentato di mettere a rimborso gioielli di Tiffany: a Riva i revisori dei conti dissero che le due collane da 120 euro doveva acquistarle di tasca propria, mentre il gioiello da 480 euro attribuito a Villani fu pagato dai contribuenti. E poi ci sono le cene. Recordman è il pidiellino Luca Bartolini, che al ristorante ha speso 44.000 euro in 19 mesi, seguito da Villani, 43.000 euro, e da Monari, che avrebbe pasteggiato in locali come il San Domenico di Imola, due stelle Michelin, le Calandre, 340 o 689 euro a cena, o la Rosetta, 423 euro, spendendo in totale circa 30.000 euro. Ma anche i 20.000 euro per le auto blu, tra giugno 2010 e agosto 2011, del consigliere Vasco Errani, che avrebbe a disposizione, come presidente della Regione, un’auto 24 ore al giorno, sono al vaglio della Procura di Bologna, che ha iscritto nel registro degli indagati tutti e nove i capigruppo dei partiti eletti.
UMBRIA
La corte dei Conti ha controllato i bilanci 2012 dei singoli gruppi della Regione e ha scoperto i partiti hanno speso un milione e mezzo. In particolare su collaboratori co. co. pro che in realtà non erano indicati. Poi le ormai solite spese: fatture per cene, alberghi ed eventi vari. Il presidente del consiglio regionale, Eros Brega, è inoltre imputato per peculato, falso ideologico, calunnia e concussione per la gestione dei fondi devoluti per gli Eventi Valentiniani nel periodo compreso fra il 2000 e il 2004, quando era assessore alla Cultura a Terni. Brega ha chiesto e ottenuto il rito immediato.
MARCHE
Sono 42 i consiglieri (di tutti i partiti) sotto inchiesta per peculato. Le spese folli dei gruppi regionali ammontano a un milione di euro complessivi per il 2011 e il 2012. Soldi per ristoranti, telefoni, viaggi, ritiri spirituali. C’è addirittura chi ha fatto beneficenza privata con i rimborsi pubblici. Un consigliere del Pdci, Raffaele Bucciarelli, ha acquistato un manuale erotico da 16 euro e si è giustificato affermando di averlo fatto in quanto “fondatore della commissione pari opportunità”. Erminio Marinelli, unico consigliere del gruppo “per le Marche”, ha avuto la geniale idea di farsi rimborsare l’organizzazione di un congresso sulla sanità regionale che si sarebbe tenuto il 31 dicembre 2012, tra un fuoco d’artificio e l’altro.
LAZIO
Non c’era solo “Batman” Fiorito e il Pdl: l’ultima inchiesta sui rimborsi nella Regione Lazio parte dalla Procura di Rieti e riguarda il Pd. L’indagine si concentra sui 2 milioni di euro rendicontati dal gruppo Pd alla Regione Lazio, le accuse variano dal “falso” al “peculato”, e nel registro degli indagati – nell’inchiesta condotta dal procuratore Giuseppe Saieva – sono stati iscritti quattro politici e 10 imprenditori: parliamo del tesoriere regionale del Pd, Mario Perilli, del sindaco di Fiumicino (all’epoca capogruppo in Regione) Esterino Montino, dell’ex consigliere regionale Giuseppe Parroncini e infine di Enzo Foschi, oggi capo della segreteria del sindaco di Roma. Nel mirino degli inquirenti spese ingenti che riguardano televisioni e giornalisti, compensi per collaboratori, circa 700mila euro per stampa e manifesti, spese d’albergo e noleggio auto, bar e ristoranti. Tra le cifre sospette ben 4.500 euro spesi in un’enoteca. Lo scandalo Pd segue di oltre un anno quello del Pdl che ha visto come protagonista il “federale di Anagni” Franco Fiorito, condannato in primo grado a tre anni e quattro mesi con l’a ccusa di peculato per essersi appropriato di oltre un milione di euro dei fondi del gruppo del Pdl. Fiorito – sostiene l’accusa – ha usato il denaro del gruppo per acquistare auto, case e vacanze in Costa Smeralda. L’inchiesta della Procura di Roma è alle battute finali e tra gli indagati c’è anche Carlo De Romanis, famoso per le feste in maschera nella capitale, che deve rispondere dei finanziamenti all’Associazione giovani del Ppe. Indagato anche l’ex tesoriere dell’Idv, Vincenzo Maruccio, che avrebbe speso oltre 100mila euro in preda al vizio delle slot machine.
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