Parla Assad in esclusiva su Le Figaro
“Abbiamo sfidato gli Stati Uniti e la Francia a portare una sola prova. Obama e Hollande ne sono stati incapaci, anche davanti ai loro popoli”. Così il presidente siriano Bashar Hafiz al-Asad, in esclusiva su Le Figaro, respinge le accuse sull’attacco chimico del 21 agosto, in un quartiere periferico di Damsco, attribuite alle autorità siriane da Washington e dal codazzo dei suoi alleati/subalterni. “Chiunque operi contro gli interessi della Siria e dei suoi cittadini”, ha detto ancora Assad, “è un nemico. Il popolo francese non è nostro nemico, ma la politica del suo Stato è ostile al popolo siriano. Nella misura in cui la politica dello Stato francese è ostile al popolo siriano, questo Stato sarà suo nemico. Questa ostilità finirà quando lo Stato francese cambierà politica. Ci saranno ripercussioni, ovviamente negative, sugli interessi della Francia. In caso di attacco militare contro la Siria, aggiunge Assad, bisognerà parlare della risposta siriana, ma anche di ciò che potrebbe succedere dopo il primo bombardamento. Ora, nessuno può sapere cosa succederà. Tutti perderanno il controllo della situazione quando la polveriera esploderà. Il caos e l’estremismo si espanderanno. Esiste il rischio di una guerra regionale”. “Ci hanno mostrato alcuni materiali che non contengono nulla di concreto e che non ci convincono. Non ci sono né mappe geografiche né nomi. Inoltre ci sono molte incongruenze, restano moltissimi dubbi”. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Viktorovič Lavrov, bolla così l’aleatorietà delle supposte “prove” fornite dagli USA sull’uso di armi chimiche da parte di Damasco. “Non ci sono fatti, ma solo e semplicemente dichiarazioni che loro sanno per certo. E quando voi chiedete delle conferme più dettagliate”, ha proseguito Lavrov, “replicano che è tutto segreto e che per questo non possono farcele vedere: vuol dire che non vi sono elementi per la cooperazione internazionale. Quello che ci hanno fatto vedere in precedenza e ultimamente i nostri partner americani, come pure quelli britannici e francesi, non ci convince assolutamente. Russia e Cina sono esclusivamente per soluzioni diplomatiche e contrarie al ritorno al linguaggio degli ultimatum e alla rinuncia del negoziato”.
Fonte Arianna Editrice