ROMA. La comunità degli Open Data, che promuove l’uso aperto dei dati della pubblica amministrazione, è sul piede di guerra in tutta Italia.
Nel mirino della campagna, rimbalzata su Twitter e Facebook, c’è l’Agenzia delle Entrate, accusata di aver usato cartine di Open Street Map, frutto del lavoro gratuito di centinaia di volontari, per il suo Osservatorio del Mercato Immobiliare.
Ma dall’Agenzia spiegano: «noi per legge ci affidiamo alla società pubblica di informatica che è Sogei per la realizzazione di tutti i prodotti e paghiamo Sogei in base ai contratti. Sogei è dunque l’unica responsabile della correttezza dei prodotti. Chiederemo ogni chiarimento e dettagli a Sogei e l’eliminazione dell’eventuale violazione».
Il prodotto ‘incriminato’ è ‘Geopoi2.0’ che è appunto fornito da Sogei. Il problema nasce dal fatto che la licenza d’uso di Open Street Map prevede che non si paghi nulla, ma si deve citare la fonte. E quelle mappe, solo per essere state modificate (qualche strada, nome, dettagli in meno o in più), non possono essere pubblicate da altri. Così è partita una campagna che va da Trento allo stretto di Messina, all’insegna di un hashtag (#agenziauscite) per chiedere: “Agenzia delle Entrate, uscite dalla vostra logica difensiva” e “dal nascondere l’uso di OpenStreetMap e collaborate invece a questo bene comune”, tra l’altro pubblicando “i dati del catasto in Open Data”.
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