La Tav Torino-Lione bocciata in 80 pagine. L’analisi costi-benefici: investimento in perdita

15/01/2019 – Ottanta pagine fitte di numeri e grafici per concludere che la Tav non è utile, ma un investimento in perdita. E quindi un’opera che non è una priorità soprattutto per un Paese che fa fatica a far quadrare i conti. Ieri, mercoledì, è stato depositato sulla scrivania del ministro ai Trasporti Danilo Toninelli l’analisi costi benefici sulla linea ferroviaria Torino Lione, uno studio che rischia di mettere «una pietra tombale» sulla grande opera. Per conoscere la decisione finale del governo bisognerà aspettare ancora. Ma non molto.

Nelle prossime settimane sarà consegnata anche l’analisi tecnico giuridica. «Siamo a buon punto» dice Pasquale Pucciariello il legale dello stato in servizio presso l’Avvocatura Generale che sta coordinando il team che verifica vincoli normativi e costi da pagare in caso di rinuncia all’opera. «All’agenda politica spetterà definire i tempi della pubblicazione delle nostre valutazioni, ma noi stiamo lavorando e siamo a buon punto», commenta Pucciariello. Una volta concluse le analisi, il plico di documenti e stime passerà al vaglio di una commissione mista italo-francese per concordare, eventualmente, una comune exit strategy sulla Tav. L’accelerazione sui tempi decisionali, che invece il governo avrebbe voluto diluire fino alle elezioni europee, è arrivata mercoledì in seguito di un’intervista concessa a Sky Tg24 da Marco Guido Ponti. L’ex professore del Politenico di Milano,incaricato da Tonineli di redigere l’analisi costi benefici sulle grandi opere in Italia, ha rivelato di aver consegnato lo studio. Un’anticipazione poco gradita dallo stesso Toninelli che infatti si è affrettato a dire che si tratta solo di una «bozza».

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Più che una bozza l’outing di Ponti rischia di essere una «patata bollente» per l’esecutivo che avrebbe voluto rimandare una decisione sul futuro della Tav. Anche perché il trattato internazionale che lega Italia e Francia nella realizzazione della grande opera può essere sciolto solo da un voto del Parlamento. E successivamente negoziato con la Francia. Marco Ponti non è pentito di aver rivelato che il lavoro è pronto. Anzi. Invita il governo a fare presto. « L’analisi costi-benefici sulla Tav è pronta, ora esortiamo il governo a renderla pubblica e accessibile a tutti al più presto. Questo Paese ha bisogno di un dibattito aperto e trasparente».

La commissione di esperti guidata da Ponti, incaricata dal ministro ai Trasporti sette mesi fa, è finita sotto il fuoco delle critiche. «Ci hanno chiamati commissione fantasma, tacciati di avere conflitti di interesse, di non essere indipendenti» lamenta Ponti. «Eppure 3 esperti su 5 avevano lavorato con l’ex ministro Graziano Del Rio. All’epoca non c’è stata alcuna sollevazione popolare». Tra le 80 pagine di studio sulla Tav ci sono tanti riferimenti alle analisi dell’Osservatorio Torino Lione guidato da Paolo Foietta. «Non posso rivelarne i contenuti ma abbiamo utilizzato anche i dati di Foietta. Siamo professionisti e come tali abbiamo sfruttato tutta la documentazione disponibile, inclusa quella della Torino Lione». L’analisi sulla Tav è pronta. E l’andamento dei flussi delle merci sembrano non giustificare un investimento da 4,6 miliardi, a carico dell’Italia.

Tuttavia i cantieri sono stati già avviati. E ad oggi sono stati scavati 21 chilometri di gallerie esplorative e quasi 9 chilometri del tunnel di base. La rinuncia a portare a termine i lavori potrebbe costare caro. Un prezzo, si parla di circa 2 miliardi, forse anche superiore al costo di completare l’opera.

«Per tre mesi abbiamo lavorato sodo senza pregiudizi, sempre aperti alle controparti» afferma Ponti a chi accusa lui e il suo team di aver sempre manifestato posizioni No Tav. Oltre al plico di documenti sulla Tav, la task force di Ponti ha depositato al ministero anche l’analisi costi benefici sulla Gronda di Genova, altra maxi-opera al vaglio del ministero. E nelle prossime settimane arriverà lo studio sulla Tav Padova Verona. «È stato un lavoro infernale, fatto in fretta in pochi mesi, ma i conti sono buoni» —ha detto l’ex docente del Politecnico di Milano — «ora tocca alla politica, che spero si esprima rapidamente». Il braccio di ferro sulla Tav non si fermerà all’analisi costi benefici. Sabato a Torino scenderanno in piazza i sindaci chiamati a raccolta dalle sette madamine. E torna sulla scena anche Paolo Foietta, l’ex commissario di governo e presidente dell’Osservatorio che ha scoperto di essere ancora in carico. «Palazzo Chigi ha reso noto che sono in carica in “prorogatio” fino a metà febbraio— dice Foietta — Così potrò presiedere l’ultima assemblea dell’osservatorio ed essere audito in commissione trasporti il 15 gennaio. Mi auguro sia presente anche Toninelli. Così potremmo confrontarci ». – [Corriere.it]
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