21/01/2019 – Sui morti in mare vedo “basta ipocrisie, dobbiamo parlare della cause e non degli effetti”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio intervenendo a una manifestazione del M5s ad Avezzano. Di Maio ha espresso il suo “cordoglio alle vittime” dell’ultima strage nel mare Mediterraneo, ma “ci sono paesi, come la Francia che in Africa continua ad avere delle colonie di fatto, con la moneta, che è il franco, che continua a imporre nelle sue ex colonie” soldi “che usa per finanziare il suo debito pubblico e che indeboliscono le economie di quei paesi da dove, poi, partono i migranti”. “Il posto degli africani è l’Africa, non il fondo del mare”, conclude il capo politico del M5s….VIDEO:
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Perché partono dall’Africa? 14 paesi africani ancora obbligati dalla Francia a pagare l’Imposta Coloniale. (di Davide Gionco)
Molto si parla dei problemi causati dagli emigranti che partono dalle coste libiche tentando di approdare, in un modo o nell’altro, sulle coste italiane, ma poco o nulla si dice sulle cause che spingono quelle persone a lasciare la loro terra ed a rischiare la vita nel deserto o nel mare per cercare un futuro migliore.
Il fenomeno storico delle migrazioni dall’Africa necessita di strumenti per essere messo in atto ed ha evidentemente delle motivazioni, di cui mai si occupano i mass media, se non in modo superficiale e generico.
Anche l’ex Deputato Alessandro di Battista proprio ierisera a che tempo che fa su RAI1 si è soffermato molto sul problema ascoltatelo in questo video:
Oggi condividiamo con voi un articolo di Mawuna Remarque Koutonin, pubblicato il 23 gennaio 2015 sulla (pagina internet) in cui si spiega chi siano i MANDANTI delle situazioni che spingono gli africani a migrare, non solo in Europa, ma anche all’interno dell’Africa stessa. Si parla in particolare del ruolo della FRANCIA, che anche dopo l’indipendenza formale di molti paesi continua a sfruttare molti popoli, impedendo loro uno sviluppo economico ed imponendo loro, anche con la forza, di sottostare agli interessi economici delle varie imprese francesi.
Il problema delle migrazioni dall’Africa non troverà soluzioni fino a che paesi come la Francia (in buona compagnia di altri paesi occidentali) continueranno a mantenere nel sottosviluppo decine di milioni di persone in Africa.
Se possiamo dare un consiglio al ministro che si occupa del problema dell’immigrazione, consigliamo di porre chiaramente la questione all’Unione Europea: c’è un paese come la Francia che continua a sfruttare indegnamente molti popoli africani, a solo scopo di business, nella totale violazione della stessa Costituzione Francese e delle regole del libero commercio internazionale.
Il problema dei migranti economici non troverà soluzione fino a quando in Africa non vi saranno le condizioni per uno sviluppo economico. Senza nulla togliere alle responsabilità dei governanti africani locali, dobbiamo porre fine a questa inaccettabile IPOCRISIA di chi sfrutta gli africani, presta loro del denaro per farli partire e poi chiude le frontiere, lasciando all’Italia da sola di trovare una impossibile soluzione.
Microcredito e migrazioni di massa: la finanziarizzazione della disperazione di Ilaria Bifarini
È una domanda che tutti, almeno una volta, ci siamo posti: chi finanzia i costosi viaggi della morte che spingono migliaia di disperati su imbarcazioni di fortuna, tra mille peripezie e l’incognita dell’approdo?
Molti giornalisti si sono impegnati nella ricostruzione dei calvari degli emigranti per arrivare al porto di partenza, delle condizioni schiavistiche cui sono sottoposti dalla criminalità locale. Ma rimane irrisolto il tassello iniziale di queste tragiche diaspore, ossia la disponibilità di somme di denaro ragguardevoli, esorbitanti se rapportate al tenore di vita locale, per intraprendere il viaggio. Le inchieste in merito sono limitate e le nostre domande cadono nel vuoto.
Nel cercare di comprendere questo enigmatico fenomeno ci viene in aiuto uno studio condotto dalla sociologa Maryann Bylander in Cambogia tra il 2008 il 2010. Analizzando la frequenza e le modalità di emigrazione della popolazione si scopre una correlazione diretta tra espansione del microcredito e aumento dei flussi migratori verso l’estero. Stesso nesso si riscontra in un altro Stato del Terzo Mondo, il Bangladesh, paese di origine di circa un decimo dei migranti che ogni anno arrivano in Italia (oltre 10 mila nel solo 2017). E’ qui che, grazie all’appoggio di illustri sostenitori come i Clinton e Bill Gates e con il sostegno della stessa Banca mondiale, venne creata nei primi anni ’80 la Grameen Bank, istituto finanziario che concedeva denaro alle persone più indigenti, impossibilitate ad avere accesso al credito, con il fine “filantropico” di offrirgli un futuro migliore. I prestiti concessi si tramutarono in un incentivo all’emigrazione per la popolazione locale, priva degli strumenti e delle possibilità di investire le somme ricevute in modo proficuo e di poterle restituire con i dovuti interessi. In men che non si dica si è venuto a creare il business dei cosiddetti “migration loans”, un affare d’oro per organizzazioni non governative come BRAC (Bangladesh Rural Advancement Commitee), leader nel settore.
Il problema delle migrazioni dall’Africa non troverà soluzioni fino a che paesi come la Francia (in buona compagnia di altri paesi occidentali) continueranno a mantenere nel sottosviluppo decine di milioni di persone in Africa.
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