Costringe la moglie al velo islamico e la fa abortire a botte perché aspetta una femmina

13/11/2019 (VITERBO)- Padre di famiglia sottoponeva da anni moglie e figli a violenze continue, è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Blera. Avrebbe obbligato la moglie a indossare il velo islamico, come spiegano i carabinieri, per uscire e una volta l’avrebbe fatta abortire a suon di botte quando ha scoperto che il nascituro era una femmina.

I carabinieri della stazione di Blera – unitamente ai militari specializzati per la trattazione dei cosiddetti delitti di “violenza di genere“ del nucleo investigativo dei carabinieri di Viterbo e della sezione atti persecutori del raggruppamento investigazioni scientifiche di Roma – hanno messo fine ad anni di violenze morali, fisiche e sessuali cui un quarantunenne straniero ha sottoposto i componenti del suo nucleo familiare.

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La vicenda è riportata dal gionale locale tusciaweb.eu. Si tratta di una delicata inchiesta giudiziaria, coordinata dalla procura della repubblica di Viterbo, che è passata attraverso l’azione sinergica di diversi attori sociali, quali gli assistenti sociali del comune di Blera e il personale della stazione dei carabinieri, che sono riusciti ad intercettare, grazie alla conoscenza approfondita della realtà locale, una situazione di grave disagio in cui versava una famiglia di cittadini stranieri, residenti nel piccolo centro della Tuscia.

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Gli elementi probatori raccolti, come riportano i carabinieri, hanno permesso di dimostrare come l’indagato sottoponeva a continue vessazioni i componenti della propria famiglia.

“Oltre ad umiliare la moglie anche per futili motivi – spiegano i militari in una nota – le impediva di uscire di casa, se non per il tempo strettamente necessario ad accompagnare i figlia a scuola e in caso di ritardo la malmenava. La costringeva a uscire di casa indossando l’hijab, il caratteristico velo islamico che copre capelli, orecchie e collo. La costringeva, contro la sua volontà, a continui rapporti sessuali, anche quando la donna era ricoverata in ospedale per un problema di salute e aveva bisogno di riposo.

In un’altra circostanza, appreso dalla moglie di essere incinta di una bambina e non gradendo il sesso del feto, l’ha picchiata, provocandole l’aborto”.

Soprattutto nei momenti in cui abusava di sostanze alcoliche, le violenze morali e fisiche venivano esercitate anche sui figli di cinque e quattro anni oltre che sul figlio della donna avuto in una precedente relazione. Proprio nei confronti di quest’ultimo, di tredici anni, gli episodi di violenza erano più frequenti perché non era accettato dal padre.

Le risultanze investigative, prodotte dalla stazione dei carabinieri di Blera, corroborate dalle attività a sostegno – quali le audizioni protette svolte nella “sala rosa” di cui dispone il comando provinciale di Viterbo dallo scorso mese di maggio – svolte dai reparti specializzati (nucleo investigativo e sezioni atti persecutori), della “rete di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere” dell’arma dei carabinieri, hanno permesso alla procura della repubblica di Viterbo di chiedere ed ottenere dal gip del tribunale di Viterbo l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo, che è stato arrestato e tradotto presso il carcere di Mammagialla di Viterbo, impedendo il protrarsi delle violenze.

I delitti contestati all’indagato sono quelli di maltrattamenti aggravati in famiglia, violenza sessuale e violazione degli obblighi di assistenza familiare, ipotesi aggravate anche con l’introduzione del cosiddetto “codice rosso”.
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