Violenta due bambine a Viterbo, arrestato pakistano con permesso umanitario perché gay

02/06/2019 – Un immigrato pakistano è stato arrestato ieri a Viterbo con l’accusa di aver commesso abusi sessuali su due bambine di 11 e 13 anni. Era in Italia dal 2017: come richiedente asilo aveva dichiarato al giudice di essere omosessuale. Il caso è finito immediatamente all’attenzione del ministero dell’Interno, con l’ennesimo scontro con un ufficio giudiziario. Il 29enne, fermato dalla Squadra mobile del capoluogo dopo esser stato riconosciuto dalle giovani vittime, sarebbe stato regolarizzato dal tribunale di Firenze. Quel tribunale con cui il leader della Lega ha un conto aperto.

I fatti di ieri. Lo straniero incarcerato a Viterbo è accusato di violenza sessuale aggravata commessa su due minori ai primi del mese scorso.

LA VICENDA. Sarebbe accaduto nelle vie del centro storico, quello già scosso poche settimane fa dal caso dello stupro nel pub di CasaPound; e poi dall’omicidio del negoziante in un tentativo di rapina. Secondo la polizia il giovane, senza precedenti e regolare per il permesso, dipendente di una azienda agricola, a distanza di poche ore avrebbe avvicinato le bambine negli androni delle proprie abitazioni. Dopo aver chiesto se lì ci fossero appartamenti da affittare, le avrebbe palpeggiate ripetutamente nelle parti intime.

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Le due vittime sono un’italiana e una bambina nata in un Paese comunitario. La prima aggressione è avvenuta mentre la ragazzina tornava da scuola; l’altra bambina, più tardi, era invece attesa dalla mamma in auto davanti al portone. Ma a Viterbo sono in corso indagini perché altri episodi analoghi potrebbero esser stati commessi in quei giorni. A far scattare le indagini sono state le denunce dei genitori, mentre le due minori non hanno esitato nell’identificare in una foto il pakistano.

Dopo l’arresto di ieri mattina, nel pomeriggio il ministero dell’Interno ha specificato che lo stesso immigrato «ha ottenuto nell’aprile 2017 la protezione dichiarando di essere omosessuale» – quindi a rischio dell’incolumità nel suo Paese di origine – e che è «regolare sul territorio nazionale per decisione del tribunale di Firenze». Attenzione: il ministero precisa poi che proprio qui è stata istituita una «sezione specializzata sull’immigrazione presieduta da Luciana Breggia, relatrice della sentenza che ha escluso il Viminale dal giudizio sull’iscrizione anagrafica di un immigrato».

Di cosa si tratta? La questione di dare un indirizzo legale agli stranieri richiedenti asilo è un altro dei fronti aperti nei mesi scorsi da Salvini sul tema dell’immigrazione. Il quale ha contestato la decisione dello stesso tribunale di disporre un’iscrizione all’anagrafe del Comune di Scandicci di un richiedente asilo. Ma non solo: il ministero ha messo in evidenza come «la sentenza Breggia strappa al ministero la possibilità di opporsi, lasciandola all’autonomia dei sindaci e contrastando un orientamento giurisprudenziale consolidato». Del resto lo stesso ministro, appena quattro giorni fa, aveva affermato: «La democrazia è bellissima: invito questo giudice a candidarsi alle prossime elezioni per cambiare le leggi che non condivide. Ma mi aspetto che un magistrato applichi le norme, anziché interpretarle».
«PUÒ ESSERE ESPULSO». Sul caso di Viterbo il Viminale ha poi puntualizzato: «La commissione territoriale aveva respinto la richiesta di asilo del pakistano, ma l’immigrato aveva fatto ricorso». Però ora, «grazie al decreto Sicurezza, verrà richiesta alla Commissione nazionale la revoca del permesso che comunque scade il 24 luglio 2019. Fatte salve le esigenze cautelari, il pakistano potrà essere espulso». – [IlGazzettino.it]
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