Impronte digitali nella P.A.. Addio ai furbetti del cartellino. Bongiorno: “Basta truffe”
10/07/2019 – Le impronte digitali contro i ‘furbeti del cartellino’, è nel regolamento, previsto dalla legge Concretezza, per i dipendenti pubblici. Non sarà più richiesto il badge per entrare in ufficio, ma si dovrà invece porgere il dito. L’impronta digitale identificherà il dipendente e marcherà così l’orario di servizio. Inoltre, a scanso di equivoci, la scena sarà ripresa da telecamere ad hoc.
Il regolamento attuativo, messo già a punto dal ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, sta per scattare: sarebbe stato inviato proprio oggi al Garante della privacy. A seguire sarà mandato, per i relativi pareri, alla Conferenza Unificata e al Consiglio di Stato. I decreti attuativi relativi all’istituzione del ‘Nucleo per la Concretezza’ saranno, invece, ultimati entro il mese di settembre.
“Felice di una legge che prevede la drastica riduzione dei tempi delle procedure concorsuali, nuove risorse in settori strategici della P.a, aiuti alle amministrazioni in affanno e un metodo di lotta contro l’assenteismo finalmente incisivo: fino ad oggi, di fatto, la facevano franca in troppi; adesso, con le impronte digitali e la videosorveglianza, preveniamo il fenomeno. E’ finita l’epoca delle truffe”, ha sottolineato la Bongiorno.
D’altra parte la legge che introduce la novità è già in vigore. Nel mirino i ‘furbetti del cartellino’, e per ora bastano le impronte, infatti la legge parla di “verifica biometrica”, che in teoria potrebbe anche includere il controllo dell’iride. I dati raccolti, per la privacy, saranno poi criptati, trasformandoli in codici alfanumerici.
Da oggi in vigore legge Concretezza: misure per prevenire assenteismo, concorsi sprint, supporto alle PA in difficoltà, assunzioni mirate per favorire la digitalizzazione, uso dei fondi strutturali, semplificazione. Prossimo obiettivo: riforma della dirigenza!
— Giulia Bongiorno (@gbongiorno66) 7 luglio 2019
La novità seguirà il pricipio della gradualità, e probabilmente si partirà dalle amministrazioni più grandi, per poi portarla a poco a poco sul territorio.
Giulia Bongiorno ha più volte sottolineato che esistono realtà avanti nel progetto, ad esempio in Campania, dove il sistema è già stato sperimentato.
Non sono compresi gli insegnanti, per cui fa fede il vecchio registro di classe. Ma ci sono i dirigenti, quindi i presidi, anche se per loro ci sarà un decreto apposito.
Il personale ‘non contrattualizzato’, cioè dai magistrati ai prefetti, risponde ad altre regole. Il Garante della Privacy, non ha mancato di far sentire le sue critiche, e servirà poi un’intesa in sede di Conferenza unificata, visto che gli apparecchi andrebbero installati anche nei Comuni più piccoli, ma l’era delle imrponte è già iniziata. – [FONTE]
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