Bonafede aggredito ad otto e mezzo: Cairo calmi la Gruber di Tommaso Merlo

15/01/2019 – Il Ministro Bonafede è stato aggredito ad Otto e Mezzo. Una scena penosa da fine regime. Appena il ministro apriva bocca la conduttrice gli starnazzava in faccia mentre gli altri tre complici le davano manforte. Come se dell’opinione della Gruber e dei suoi complici freghi qualcosa a qualcuno. Il solito agguato giornalistico per mettere in cattiva luce un politico sgradito. L’arroganza della casta giornalista del vecchio regime è davvero sconfinata. Non si erano mai visto dei giornalisti permettersi di trattare un Ministro della Repubblica ed espressione del primo partito italiano, in quel modo. La vittima è stata poi Bonafede che è una persona notoriamente garbata e pacata. Davvero una brutta pagina di televisione e di giornalismo. L’ennesima. Perché nei talk show di La7 è questo l’andazzo. I conduttori sono tutti orfani del Pd o dei Comunisti col Rolex e sono tutti schierati contro il governo gialloverde. In passato lo mascheravano o perlomeno si contenevano per salvare le apparenze. Dopo il 4 marzo sono diventati spudoratamente e volgarmente faziosi. Forse per colpa della rabbia.

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Tutte le loro iettature non si sono verificate e i gialloverdi procedono col vento in poppa nonostante loro. Sta di fatto che si è creata una situazione davvero insostenibile ed è venuto il momento che Cairo esca dal letargo ed intervenga. Anche perché manda in onda talk-show dalla mattina alla sera. Cairo è un editore puro e cioè l’unica cosa che gli interessa è far soldi con la pubblicità. Ma i talk-show non sono come dei telefilm, sono dei dibattici pubblici, sono uno spazio di confronto politico e Cairo dovrebbe garantire il rispetto di tutti i cittadini e di tutte le parti politiche, nei suoi talk-show. E dovrebbe garantire il rispetto della deontologia professionale da parte dei giornalisti che lavorano per lui. Non può far finta di niente dopo aggressioni come quella a Bonafede e le ore ed ore di propaganda a senso unico che trasmette ogni santo giorno dalla sua rete. Non è giusto. Non è democratico. C’è poi una questione più pratica. Per colpa della faziosità dei conduttori, per colpa del loro modo di aggredire gli ospiti sgraditi, alla fine quei talk-show diventano delle incomprensibili cagnare.

Il telespettatore vorrebbe semplicemente sapere dai protagonisti cosa succede, vorrebbe informarsi, ed invece non può perché il conduttore è impegnato in una sua battaglia politica personale. Perché il conduttore è impegnato ad aggredire qualche gialloverde per farlo sfigurare davanti al pubblico. Invece di fare informazione, invece di agevolare il confronto tra opinioni, quei talk-show sono diventati delle passerelle per i sempiterni politici e giornalisti falliti del vecchio regime in cerca di qualche ultimo barlume di visibilità per vendere qualche copia dei loro giornali altrettanto falliti o dei loro nauseabondi capolavori letterari. Non se ne può più e Cairo non può più far finta di niente. Se Cairo vuole fare informazione politica allora deve uscire dal letargo e garantire standard giornalistici degni di un paese democratico e civile. – [di Tommaso MERLO]
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