04/04/2024 – Cinquanta euro in cambio di un voto: per questa accusa il sindaco di Triggiano, Comune del Barese, è finito agli arresti domiciliari. Il blitz, condotto dai carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria su richiesta della Procura della Repubblica di Bari, ha condotto a 10 misure cautelari (un arresto in carcere, 7 ai domiciliari e 2 divieti di dimora nel Comune di Triggiano) per associazione finalizzata alla “corruzione elettorale”. Tra le persone colpite dalle misure cautelari c’è pure A. C., detto Sandrino, marito dell’assessora ai Trasporti e alla Mobilità sostenibile A. M. nella giunta regionale guidata da Michele Emiliano (con lei nella foto in occasione di un recente comune commento sui problemi ferroviari nella regione, ndr). Nel corso dell’operazione, è stata eseguita una perquisizione anche a carico della stessa M.. La M., soprannominata in Puglia Lady preferenze per l’alto numero di voti ricevuti sia alle Comunali baresi del 2019 sia alle elezioni regionali del 2020, fu eletta nel Pd e voluta da Emiliano in giunta. Il marito, C., è referente della lista Sud al Centro, la stessa cui apparteneva al momento dell’arresto, Della lista di Sud al Centro faceva parte, al momento dell’arresto del 26 febbraio, la consigliera comunale di Bari M. L., finita ai domiciliari per scambio elettorale politico-mafioso mentre il marito G. O. è finito in carcere. La lista per la quale C. si è sempre speso è tuttora impegnata ad appoggiare la corsa della coalizione di centrosinistra alle prossime Comunali di Bari.
Nel mirino degli inquirenti all’opera sull’inchiesta oggi rivelata è finito un “meccanismo illecito” in grado, secondo l’ipotesi accusatoria, di condizionare il risultato delle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020 nel Comune di Grumo Appula, e del 3 e 4 ottobre 2021 nel Comune di Triggiano.
Utile alle indagini è stato quanto scoperto dai carabinieri la sera del 6 ottobre 2021, in un cassonetto per la raccolta indifferenziata nel quartiere San Giorgio di Bari, in cui c’erano frammenti di fotocopie di documenti d’identità, codici fiscali di cittadini triggianesi, un consistente numero di fac-simile di schede elettorali e volantini di propaganda per le competizioni in corso. Quelli considerati oggi le prove di un sistema allestito per condizionare il voto, fondato su fogli sui quali veniva registrato il buon esito dell’operazione portata a termine per ciascun elettore e su un database che conteneva i nomi di 2mila cittadini.
In merito all’assessora della giunta Emiliano, la M., finora dettasi estranea ai fatti emersi dalle inchieste, sarebbe indagata da 5 anni dalla Procura della Repubblica di Bari. In mattinata ha rassegnato le sue dimissioni nelle mani di Michele Emiliano, che le ha accettate. – [FONTE]