Ecco la classifica dei senza scrupoli
Stipendi d’oro: Alessandro Profumo è il più pagato, poi Montezemolo e Tronchetti Provera. Mentre le famiglie sono sempre più povere…
Con i suoi 40,59 milioni di euro, l’ex ad di Unicredit è il più “ricco” del 2010, grazie anche alla liquidazione ricevuta per le dimissioni dalla banca. La classifica dei primi 25 top manager. Intanto, Bankitalia dice che le famiglie italiane hanno redditi più bassi di quelli degli anni ’90
alla classifica dei 25 top manager più pagati in Italia nel 2010
UN CONTRASTO IMPIETOSO – Una malevola coincidenza vuole che nella stessa giornata vengano rese pubbliche una ricerca dell’Istat e un’indagine della Banca d’Italia sulle famiglie italiane. Il contrasto è impietoso. La deriva demagogica verrebbe spontanea. D’accordo, le differenze di censo non si possono certo abolire, neppure nel più temperato dei capitalismi. Ma forse si sta passando il segno. Nel 2008 (l’ultimo anno analizzato dallo studio dell’Istituto statistico) il reddito medio del 10% di popolazione più ricco del Paese è stato di oltre dieci volte superiore a quello del 10% più povero (49.300 euro contro 4.887). A metà degli anni Ottanta, il rapporto era di 8 a 1. Il peggioramento è sensibile. E riguarda tutto il mondo occidentale. Dalla Germania alla Scandinavia, passando per gli Usa, dove il rapporto è addirittura 1 a 17. Una situazione inaccettabile, anche per il più accanito dei liberisti. E che spinge a “sinistra” la politica fiscale di Obama: “Se guadagni più di un milione di dollari l’anno, non puoi pagare meno del 30% di tasse. Un quarto di tutti i milionari adesso pagano meno tasse di milioni di famiglie della classe media”, ha dichiarato il presidente davanti al Congresso, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione. La violenta crisi degli ultimi anni, verosimilmente, avrà soltanto allargato il fossato. A dicembre la forbice tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,4%) e il livello d’inflazione (+3,3%), su base annua, ha toccato una differenza di 1,9 punti percentuali: è il divario più alto dall’agosto del 1995. Le retribuzioni contrattuali orarie a dicembre restano ferme su novembre mentre aumentano dell’1,4% su base annua. È il valore tendenziale è il più basso dal marzo del 1999.
di Massimo Laganà, fonte: Oggi.it
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