Il ministero dell’economia metterà le mani sugli stipendi del personale del Comparto Scuola
Temevamo tutti questo momento in cui il governo avrebbe oltrepassare la linea gettandosi nell’agghiacciante scenario in cui versa la Grecia.
L’austerity miope dell’Europa e questo obbediente governo non poteva che condurci in un disastroso finale e potrebbe essere solo l’inizio. Conoscendo questi partiti l’appetito vien mangiando.
Il ministero dell’economia metterà le mani sugli stipendi del personale del Comparto Scuola decurtandoli di 150 euro per chi nell’anno 2013 ha avuto scatti stipendiali.
Chi è scattato a gennaio 2013, già con un anno di ritardo (blocco 2012), ha avuto solo ad aprile 2013 l’attribuzione degli scatti con arretrati, a gennaio 2014 manterrà lo scatto ma dovrà restituire i soldi percepiti in più nell’anno 2013.
Chi invece ha avuto lo scatto da settembre 2013, sempre con differimento di un anno, a gennaio 2014 verrà retrocesso come posizione stipendiale e dovrà restituire i soldi percepiti in più da settembre 2013. In questo caso solo a settembre 2014 avrà lo scatto a causa del congelamento degli anni 2012 e 2013.
Tutti i lavoratori interessati troveranno inserito nel cedolino dello stipendio di gennaio un messaggio che comunica loro il recupero dei soldi percepiti in più, suddiviso in rate mensili da 150 euro, fino alla concorrenza del debito.
Prelievo forzoso. Il primo.
Mentre i partiti il debito con la società tutta non lo pagheranno mai
La commissione cultura cercherà di impedire questo pericoloso precedente e la prossima settimana chiederemo al governo , con un atto ispettivo, di prevedere una alternativa a questa operazione immorale o un immediato dietrofront.
di Luigi GALLO (M5S) Capo Gruppo VII Commissione CULTURA
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ma domando al ministro: voi governanti e parlamentari ma quando comincerete a fare sacrifici dimezzandovi lo stipendio e togliendovi tutti i privilegi che avete? il presidente dell’Uruguai sta dando un esempio grandioso che tutti i politici europei dovresste prendere esmpio e verognarsi chi non lo fa.