A fine anno aumenterà di nuovo il contributo unificato: aumenti generalizzati per finalizzare gli incentivi fiscali sulla negoziazione assistita e sull’arbitrato degli avvocati
Per “dare” da un lato, bisogna sempre “prendere” da un altro. La metafora della coperta corta è ormai fin troppo nota agli italiani che, forse, ben farebbero a smettere di esigere, sapendo che, laddove una mano prende, l’altra deve prima o poi dare. E così, poiché il Ministro della Giustizia aveva promesso – a quanti glielo avevano chiesto – incentivi fiscali al nuovo meccanismo di negoziazione assistita appena introdotto dalla recente riforma della giustizia (un sistema per portare la lite fuori dal tribunale e deciderla attraverso un accordo assistito dagli avvocati: leggi l’approfondimento su “Negoziazione assistita: procedura e obblighi dell’avvocato”), il contraltare sarà, nella prossima legge di Stabilità di fine anno, l’aumento del contributo unificato. Insomma, in parole povere, per finanziare un sistema di sentenze “stragiudiziali” si vanno a tassare ulteriormente quelle “giudiziali”. Una soluzione che, di certo, non piacerà agli avvocati. Anche perché non molto tempo fa, lo stesso Ministero aveva escluso anche per quest’anno – così come era stato per quelli passati – un aumento dei contributi unificati. L’aumento sarà “contenuto”, ma generalizzato, fa sapere il Guardasigilli, anche se non ha parlato di cifre.
Di fatto, l’emendamento alla legge di Stabilità che istituirà da un lato gli incentivi fiscali e dall’altro gli aumenti sul contributo verrà votato oggi in Commissione Finanze della Camera. Attraverso l’attribuzione di un credito d’imposta verrebbero finanziate le parcelle degli avvocati impegnati sul fronte degli arbitrati sia come protagonisti della convenzione di negoziazione assistita. La previsione di un incentivo fiscale per arbitrati di avvocati e negoziazione assistita permetterebbe, oltre ad incentivare le soluzioni stragiudiziali delle liti e ridurre il carico giudiziale, di eliminare una disparità rispetto a quanto tuttora previsto per la mediazione obbligatoria, altra possibilità di soluzione stragiudiziale da sempre avversata dalla maggior parte degli avvocati. Per quest’ultima, infatti, è previsto che il verbale di accordo sia esente dall’imposta di registro sino alla concorrenza del valore di 50.000 euro. In caso di successo della mediazione, poi, le parti hanno diritto a un credito d’imposta fino a un massimo di 500 euro per il pagamento delle indennità complessivamente dovute all’organismo di mediazione. In caso di insuccesso, il credito d’imposta è ridotto della metà. – FONTE
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