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Arrestato il medico che ha picchiato il paziente per strada a Calimera (LE) – [VIDEO]

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05/04/2020 – È stato arrestato il medico che ha picchiato il paziente per strada davanti al suo studio di Calimera, in provincia di Lecce. Il medico Vincenzo Refolo è stato raggiunto nella sua abitazione dai carabinieri che gli hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Giulia Proto,  su richiesta della locale Procura della Repubblica. Per il dottore sono scattati gli arresti domiciliari con l’accusa di lesioni aggravate dai motivi abietti e futili. A seguito delle percosse l’anziano paziente di 87 anni ha dovuto ricorrere alle cure ospedaliere con una prognosi di 20 giorni.

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L’episodio contestato risale a giovedì scorso e quando la scena del dottore che si è scagliato contro l’anziano paziente è stata anche ripresa da un video girato col cellulare da alcuni passanti. Proprioqa il video ha fatto partire l’indagine dei carabinieri che nella giornata di ieri hanno depositato in Procura  l’informativa, contenente proprio il filmato dell’aggressione. Nel terribile video si vede il medico spingere e schiaffeggiare il paziente che cade all’indietro sull’asfalto e poi accanirsi su di lui con calci e schiaffi fino a procurargli evidenti lesioni al volto

L’episodio è stato fermamente condannato dal presidente dell’ordine dei medici salentino, Donato De Giorgi, che ha avviato le pratiche della commissione disciplina, e dal governatore pugliese Emiliano che ha chiesto la radiazione del medico. Anche la asl locale si è messo sospendendo il medico in attesa di altri provvedimenti. Il diretto interessato, intervistato dall’emittente televisiva TeleRama, si è giustificato speigando che quel paziente lo aveva colpito con la stampella quando si trovavano nello studio. – [FONTE]
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Covid-19, l’Oms lancia raccolta fondi

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Il ministro dell’Interno esprime vicinanza ai carabinieri aggrediti a Pisa. Nessuna tolleranza [VIDEO]

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07/06/2018 – Pisa, sequestrano merce contraffatta a senegalesi, Carabinieri presi a pugni. Picchiati da decine di senegalesi inferociti dopo aver sequestrato 160 borse contraffatte vendute per strada. Il fatto è avvenuto ieri pomeriggio, in via Vecchia Barbaricina. Un militare, a quanto si apprende, ha riportato la rottura del naso, l’altro lesioni alle costole.

Dopo l’arrivo di due pattuglie dei carabinieri del nucleo radiomobile, i senegalesi si sono ribellati e con un atteggiamento minaccioso hanno circondato le auto dei militari. Attimi di tensione animati da una rabbia violenta con tanto di pugni e spintoni contro i militari. Ovviamente sono già iniziate le indagini per risalire agli autori.

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IL MINISTRO SALVINI: “TOLLERANZA ZERO”

Pronto il commento su Facebook del ministro Matteo Salvini: “Venditori aggrediscono i carabinieri e durante un controllo ne mandano all’ospedale uno, al quale invio tutta la mia solidarietà e auguri di buona guarigione. Serve tolleranza zero: espulsioni per i clandestini e restituzione alle nostre città di un clima di legalità, questo è il mio obiettivo”.

Tra le prime reazioni su social quella di Susanna Ceccardi , sindaca di Cascina. “Vicino all’ospedale Santa Chiara, un immigrato ha aggredito un carabiniere spaccandogli il setto nasale. È ancora più vergognoso che questo fatto sia avvenuto proprio nella giornata della festa dell’arma. Solidarietà al carabiniere aggredito. Vogliamo più regole per una città sicura e vivibile. Grazie ai carabinieri per il lavoro che svolgono quotidianamente, spesso in condizioni assurde e difficili.Cambieremo anche Pisa”.



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Medici di famiglia, 14 milioni di italiani resteranno senza: ecco la situazione

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22/02/2018 – Quasi 34.000 dottori smetteranno di lavorare. Se la formazione post laurea continuerà a essere gestita dalla Regioni, e non dalla Università, ne subentreranno solo 11 mila.
Il problema del numero insufficiente dei medici di medicina generale sta esplodendo in tutta Italia. Nei prossimi 10 anni quasi 34.000 di essi andranno in pensione, circa il 70% di quelli in servizio. Tutte le regioni saranno penalizzate da questo esodo, ma soprattutto Sicilia, Lombardia, Campania e Lazio. Il problema è già da tempo attuale e drammatico nei centri più piccoli, ma anche le grandi città saranno presto in difficoltà. A Milano Città Metropolitana ci sono, nella corrispondente Agenzia di Tutela della Salute (ATS), 868 medici di medicina generale, con un’età media di 59 anni. Ogni anno non meno di 30-40 in media lasceranno la professione per aver raggiunto il limite di età di 70 anni, senza tenere conto dei possibili pre-pensionamenti.

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Formazione e remunerazione
Ovviamente, questi medici dovrebbero essere sostituiti dalle nuove leve che escono delle Università. Ma non basta laurearsi per poter fare il medico di medicina generale, è necessario partecipare ed essere resi idonei in corsi gestiti dalle Regioni: durano tre anni e offrono ai medici selezionati borse di studio di 800 euro al mese. Le scuole di specializzazione delle Università, che danno il titolo necessario per lavorare negli ospedali, durano 4-5 anni, e garantiscono una remunerazione mensile di 1800 euro. È quindi assai più probabile che il giovane laureato preferisca partecipare alle selezioni nazionali per l’ammissione alle scuole di specializzazione che ai concorsi regionali per i pochi posti disponibili per diventare medico di medicina generale.

Interventi indispensabili
Seconda la Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), l’organizzazione sindacale e associazione professionale dei medici di famiglia, se il numero delle borse di studio regionali rimarrà circa 1100 come ora, tra 10 anni saranno rimpiazzati solo 11.000 medici, con un saldo negativo di oltre 22.000. Le dimensioni di questo problema richiedono un intervento tanto urgente quanto drastico, che a mio avviso dovrebbe avvenire a livello dei Ministeri della Salute e dell’Università, non solo delle Regioni: potrebbe essere l’occasione per cambiare l’attuale modello di formazioni professionale dei medici di medicina generale, attraverso la creazione di scuole di specializzazione universitarie.



«Modello» europeo
In quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea la formazione dei medici di medicina generale avviene, come per ogni altra specialità medica, nelle scuole universitarie di Medicina e Chirurgia. Questa soluzione è particolarmente necessaria se si considera il cambiamento demografico, già in corso nel nostro e altri Paesi europei, dovuto all’aumento dell’aspettativa di vita e quindi all’invecchiamento delle popolazioni. L’assistenza all’anziano non può essere centrata sull’ospedale, come avviene purtroppo nella maggior parte delle regioni Italiane, con rare eccezioni. La formazione universitaria degli specialisti in Medicina Generale dovrebbe prioritariamente essere coordinata da discipline olistiche come la Medicina Interna e la Geriatria, e dalla Pediatria per la formazione di pediatri di famiglia (di libera scelta), con il contributo didattico e pratico delle varie discipline specialistiche.


Sistema da riformare
Nel complesso, mi sembra evidente l’inadeguatezza quantitativa e qualitativa dell’attuale sistema dei corsi regionali di formazione in medicina generale, e la necessità di valorizzare questa figura medica con l’evoluzione in disciplina universitaria e la nuova costituzione di scuole di specializzazione. Questa trasformazione avrebbe il vantaggio di enfatizzare la professionalità del medico di medicina generale e il ruolo cardine che ha nella gestione territoriale dell’anziano con più patologie, favorendo una reale integrazione con l’ospedale, ed evitando quella frammentazione di approccio che porta a gravi inconvenienti come l’inadeguatezza gestionale e prescrittiva degli anziani. Questo nuovo modello di cure primarie per affrontare la transizione epidemiologica è sostenuto anche dall’Associazione italiana giovani medici (Sigm. Aumenteranno forse i costi per il Ministero della Salute, ma diminuirebbero quelli assegnati alle Regioni per l’attuale inadeguata formazione. – FONTE
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Matera, un medico si rifiuta di rilasciare un certificato falso: il paziente lo picchia

Il medico non vuole rilasciargli un certificato falso e il paziente gli frattura il femore. È successo a Ferrandina, nel Materano, dove il dottor Leonardo Trentadue è stato aggredito e malmenato dall’uomo per essersi rifiutato di compilare il referto medico necessario al rinnovo della patente dell’aggressore. La sera di venerdì, 1 settembre, il medico di famiglia di 67 anni è stato pestato con tanta violenza da richiedere una prognosi di quaranta giorni. Il paziente è stato denunciato per lesioni gravissime.

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Lui voleva il certificato per il rinnovo della patente, e pretendeva che il medico omettesse alcune patologie che avrebbero potuto compromettere il buon esito della pratica. Niente da fare: lo specialista non ha voluto rilasciarli il referto falso. Così, in maniera bonaria, aveva invitato l’assistito a scegliere un altro dottore, essendo venuto meno il rapporto di fiducia tra medico e paziente. A questo punto è stato aggredito. I militari della compagnia di Pisticci, Matera, hanno ascoltato entrambi: secondo una prima ricostruzione il professionista è stato aggredito prima verbalmente e poi fisicamente dall’uomo. Il dottore, al momento, è ricoverato nell’ospedale del capoluogo lucano con una prognosi di quaranta giorni.

A denunciare l’episodio è il segretario provinciale di Matera della Federazione dei medici di medicina generale, Michele Campanaro, che in una nota ha espresso solidarietà al collega. Campanaro ha evidenziato che “la certificazione corretta di quanto direttamente constatato o a conoscenza del medico è un atto che, oltre a costituire un obbligo deontologico, si pone anche a tutela della sicurezza di tutti i cittadini”.



La Federazione denuncia oltre alle “aggressioni che vedono vittime i colleghi di Guardia Medica – sottolinea la Fimmg Matera – privati della minima indennità relativa a tale rischio per le ”osservazioni” della Corte dei Conti e i successivi provvedimenti ”cautelativi” della Regione”, anche quelle “verso i medici di famiglia”. Una categoria di professionisti “che si credeva tutelata dal rapporto di fiducia medico/paziente. Crediamo – dice il segretario provinciale Campanaro – che tale episodio sia sintomatico della scarsa considerazione e rispetto verso la professione medica ormai schiacciata tra burocrazia e malcostume”. – FONTE


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Vittoria, Polizia arresta il Consigliere Comunale del PD, Rosario Dezio: lesioni, sequestro e armi

21/02/2018 – La Polizia di Stato – Squadra Mobile e Commissariato di Vittoria – ha sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria il Consigliere Comunale Rosario Dezio (nato a Vittoria il 12.05.1977 ) per lesioni gravi. Dovrà rispondere anche di sequestro di persona e porto d’armi.Rosario Dezio era subentrato in Consiglio Comunale al dimissionario Fabio Nicosia, nonostante fosse già denunciato per sfruttamento della manodopera.

Rosario Dezio era subentrato in Consiglio Comunale al dimissionario Fabio Nicosia, nonostante fosse già denunciato per sfruttamento della manodopera.

Dezio era stato eletto nella lista “Nuove idee”, collegata al Pd (e coordinata proprio da Fabio Nicosia) ed è componente della segreteria del Pd cittadina.

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La Procura della Repubblica di Ragusa ha chiesto la convalida del fermo operato dalla Polizia di Stato ed il GIP, ravvisando positivamente i gravi indizi di reato raccolti dagli investigatori della Squadra Mobile e del Commissariato, ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari, anche se non ha ravvisato il pericolo di fuga.

Giorno 15 febbraio si presentava un cittadino rumeno presso il Commissariato di Vittoria in quanto voleva denunciare Dezio Rosario per averlo malmenato. In sede di denuncia riferiva che altri due suoi connazionali si erano rifugiati presso un casolare abbandonato, da lui utilizzato come dimora. Riferiva che i due connazionali poco prima della denuncia erano stati nuovamente picchiati e portati via con la forza dopo essere stati nuovamente feriti gravemente dal loro titolare.

Considerato quanto raccontato, gli uomini della Squadra Mobile e del Commissariato si recavano presso il casolare per constatare la presenza di persone ferite e prestare loro soccorso. All’interno non c’era nessuno e quindi le ricerche sono state estese presso l’azienda agricola di Dezio Rosario.

Dentro una delle “abitazioni” fatiscenti ricavate presso l’azienda veniva trovato nascosto sotto le coperte e dolorante in ogni parte del corpo, un giovane rumeno che non proferiva alcuna parola in quanto era evidente fosse terrorizzato. Il racconto del denunciante per quanto quasi incredibile iniziava ad avere dei fondamenti di verità che piano piano andavano chiariti in ogni parte.

Immediatamente veniva richiesto l’invio in ospedale dei tre rumeni per le cure del caso.

Lo stesso Rosario Dezio, in modo spavaldo ammetteva di averli picchiati perché li aveva sorpresi a rubare una bombola di gas, senza però aggiungere con quali modalità lo aveva fatto.

Dalle brevi quanto accurate indagini è stato possibile appurare che due operai della ditta, facendo molto freddo, decidevano in tempo di notte di rubare una bombola di gas per riscaldarsi.



Mentre stavano effettuando il furto in uno dei magazzini presenti in azienda, per altro a pochi passi dalle loro “abitazioni”, Dezio Rosario li coglieva in flagranza. Uno di questi si nascondeva senza essere visto mentre l’altro veniva brutalmente picchiato con il calcio di un fucile, pugni e colpi di bastone.

Al fine di impartire la “giusta” lezione, Dezio Rosario imbracciava il fucile (regolarmente detenuto) esplodendo alcuni colpi d’arma da fuoco allo scopo di terrorizzarlo, il tutto mentre l’amico rumeno osservava dal suo nascondiglio.

La vittima, mentre Dezio ricaricava il fucile, si dava alla fuga insieme al compagno di lavoro lungo le serre. Dopo aver vagato per diverse ore in tempo di notte, i due rumeni trovavano rifugio da un loro connazionale in un casolare abbandonato. La mattina seguente una delle vittime chiedeva ad un amico di portargli da mangiare perché stava morendo di fame. Il connazionale veniva probabilmente seguito mentre portava il cibo da Dezio Rorsario e da un suo collaboratore (anch’esso denunciato). Non appena all’interno del casolare, alle spalle del connazionale con i viveri, faceva ingresso Dezio Rosario che picchiava con un bastone tutti e tre i rumeni ferendoli in più parti del corpo. Il suo accanimento era rivolto ad uno di loro, difatti gli altri due hanno riportato lesioni guaribili in pochi giorni.

Al fine di continuare il pestaggio e quindi la “lezione”, Dezio Rosario portava nuovamente in azienda i due operai contro la loro volontà. Colui che era riuscito a nascondersi veniva malmenato e allontanato, mentre colui che era stato colto in flagranza veniva chiuso all’interno di un garage, legato mani e piedi e appeso ad una trave. Una volta reso inerme, Dezio Rosario lo picchiava selvaggiamente con un bastone in legno, procurandogli lesioni guaribili in almeno 45 giorni stante le fratture in più parti del corpo.

Il rumeno veniva letteralmente privato della libertà per almeno due ore, tanto che Dezio dovrà rispondere di sequestro di persona oltre che delle lesioni gravi. La vittima riacquistava la libertà solo perché un congiunto di Dezio lo liberava, pur avendo anch’egli preso parte al pestaggio in concorso morale, rafforzando i propositi criminali dell’odierno fermato.

Nelle more dell’attività d’indagine e dei lunghi (stante la gravità delle lesioni) accertamenti sanitari, la Polizia di Stato ritirava le armi detenute legalmente effettuando altresì diversi sopralluoghi presso il garage dell’azienda dove era avvenuto il sequestro di persona e il pestaggio. Inoltre sono stati effettuati sopralluoghi da parte della Polizia Scientifica presso il casolare abbandonato dove si erano rifugiati i tre rumeni.


Non appena il nosocomio ha riferito della gravità delle lesioni riportate, considerato che Dezio per paura delle conseguenze penali della condotta da lui tenuta potesse allontanarsi dal territorio, gli uomini della Polizia di Stato si sono subito messi alla ricerca individuandolo in auto. Dopo averlo identificato, il pomeriggio del 15 u.s., Dezio Rosario è stato sottoposto a fermo stante i gravi indizi di reato raccolti a suo carico, in particolar modo per le genuine testimonianze delle vittime ed il materiale sequestrato a seguito del sopralluogo della Polizia Scientifica, ovvero le corde utilizzate per legare una delle vittime.

Per aver contribuito a vario titolo, in concorso con Dezio Rosario, alla commissione dei reati sopra meglio descritti, sono stati denunciati altresì, due congiunti del fermato ed un altro dipendente della ditta.

“La Polizia di Stato di Ragusa, grazie al coraggio di una delle vittime di denunciare i gravissimi fatti subiti, ha potuto assicurare alla giustizia un soggetto pericoloso. È fondamentale per gli uffici investigativi della Squadra Mobile, creare un rapporto di fiducia con le vittime, così da poter raccogliere fonti di prova a carico delle persone denunciate”. – FONTE
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Siracusa, professore rimprovera alunno. Picchiato a sangue dai genitori

11/01/2018 – Genitori sindacalisti dei figli e pure violenti: il professore rimprovera gli alunni. E mamma e papà lo aggrediscono e gli spezzano una costola a calci e pugni.

Nella tarda mattinata di ieri i carabinieri di Avola (Siracusa) sono intervenuti in un istituto comprensivo della zona dove una coppia di genitori avrebbe aggredito il professore di educazione fisica, colpevole di aver rimproverato il figlio.

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Secondo la ricostruzione dei militari dell’Arma, inizialmente l’alunno avrebbe lanciato un libro verso la cattedra. All’atteggiamento di sfida è seguito il rimprovero del docente che, preso in mano il libro lo ha lasciato sul banco dell’adolescente. Lo studente non avrebbe gradito e ha contattato con il telefono cellulare mamma e papà.

I genitori, giunti a scuola, avrebbero aggredito con graffi, calci e pugni l’insegnante, che è stato ricoverato in ospedale per la frattura scomposta di una costola. I genitori dello studente sono stati identificati e verranno denunciati all’autorità giudiziaria per interruzione di pubblico servizio e lesioni personali. – IlTempo.it




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Torino: senatore del M5S aggredito sotto casa, colpito con un pugno forse per rubargli il cellulare

04/09/2017 – Il senatore del Movimento 5 Stelle Alberto Airola è stato aggredito nella notte a Torino ed è ora ricoverato all’ospedale Giovanni Bosco. Il fatto è accaduto intorno all’una e mezza in via Cremona, nel quartiere Aurora in cui Airola abita. Secondo la prima ricostruzione il parlamentare torinese, 47 anni, è stato vittima di un’aggressione messa in atto da due nordafricani che poi si sono dati alla fuga portandogli via il cellulare dopo averlo preso a pugni.

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Non è ancora chiaro tuttavia se il senatore sia stato il bersaglio di una rapina o se all’origine dell’episodio ci sia stata una precedente discussione tra il senatore e i due. Airola è stato subito soccorso da alcuni residenti che sono stati richiamati in strada dal gran trambusto, prima di essere portato al pronto soccorso. Sul posto è intervenuta la polizia, le indagini sono affidate alla Digos. Le sue condizioni non sono preoccupanti. – FRONTE



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Poliziotto picchiato da uno spacciatore Africano: il Giudice indovinate che fa?

Clashes in Brennero26/11/2016 – Ladro libero e poliziotto che lo ha arrestato “ai domiciliari”. L’ultimo caso, denuncia il sindacato di polizia, in cui un agente viene aggredito, picchiato e infine umilitato da una giustizia che non fa mai in modo che i responsabili paghino per i reati commessi.

Al momento dell’arresto – racconta l segretario generale regionale del Coisp Calabria (Sindacato indipendente di polizia), Giuseppe Brugnano – l’uomo ha cercato la fuga, al punto da lanciarsi da una finestra, ne è nata una colluttazione con il poliziotto presente che ha riportato alcune fratture. Alla fine della giornata, per lo spacciatore, un cittadino senegalese, il giudice ha convalidato l’arresto senza disporre alcuna misura e facendolo tornare subito in libertà’. Il poliziotto ha invece trascorso la giornata al pronto soccorso dell’ospedale di Catanzaro, ed ora si trova “ai domiciliari” per i trenta giorni di prognosi necessari per le ferite riportate. Siamo all’assurdo”.

Lancia sassi alla polizia a Baltimora, la mamma glie le suona di santa ragione

Il poliziotto pestato
Il poliziotto è “ai domiciliari” a causa delle fratture riportate in servizio. Non certo per motivi giudiziari. Ma visto che il malvivente è potuto tornare subito a fare il suo “lavoro”, fa impressione pensare che mentre l’agente per il suo intervento dovrà rimanere a casa con le ossa rotte, il giudice abbia pensato di liberare immediatamente lo spacciatore. È normale che alla fine i poliziotti si sentano “ingabbiati” da una giustizia che non li premia mai.

Non hanno paura di nulla, sfidano Polizia e Carabainieri, panico sulle strade del veneto

Secondo il Coisp, “c’e’ una falla evidente nel sistema giudiziario, basti pensare che lo spacciatore protagonista di questa vicenda non ha mai trascorso un solo giorno in carcere. In questo modo la giustizia diventa non credibile e chi delinque sa bene di essere quasi tutelato da un sistema legislativo che non solo non prevede la certezza della pena, ma che non garantisce nemmeno una risposta immediata: chi delinque, infatti, torna in libertà’ dopo poche ore”. Infine “un appello al Governo nazionale perché riveda il sistema legislativo e giudiziario, garantendo risposte concrete sia nei confronti dei delinquenti che di chi, ogni giorno, rappresenta lo Stato per garantire la legalità'”. – FONTE
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