13/12/2017 – Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che andrà a processo per l’accusa di falso, è indagato anche per concorso in abuso d’ufficio per la vicenda del capitolo ‘verde’ dell’appalto per la Piastra dei Servizi di Expo, ovvero la fornitura di seimila alberi per il sito espositivo.
L’originaria accusa, poi stralciata, per questo capitolo, era di concorso in turbativa d’asta. Non solo falso materiale e ideologico dunque: il sindaco di Milano dovrà difendersi anche dall’accusa di abuso d’ufficio per le presunte irregolarità che avrebbero caratterizzato il maxi appalto della cosiddetta “piastra dei servizi”.
Lo hanno stabilito i magistrati della Procura generale di Milano che, dopo una serie di approfondimenti investigativi, hanno deciso di contestare questa ipotesi di reato a Sala in concorso con l’ex manager Expo Angelo Paris in relazione alla fornitura del “verde” di Expo. L’avviso di chiusura indagini è stato notificato oggi.
Secondo i magistrati Beppe Sala autorizzò in via informale lo stralcio della gara sul verde di Expo nonostante il “parere contrario” di altri manager della società, “preoccupati delle possibili conseguenze sulla tenuta e sulla regolarità del bando”. E’ quanto emergeva dalla lettura degli atti depositati con la chiusura dell’indagine sulla Piastra di Expo in cui il sindaco di Milano è indagato per falso ideologico e materiale (per aver retrodatato un documento relativo al maxi appalto, il più importante di Expo del valore di 272 miloni).
Secondo la ricostruzione della procura generale, la fornitura delle piante era dentro l’appalto della Piastra ma alcuni esponenti politici della Regione Lombardia, tra i quali viene citato l’ex governatore Roberto Formigoni, fecero pressioni per coinvolgere i florovivaisti lombardi. L’allora amministratore delegato di Expo, Giuseppe Sala appunto, “senza un provvedimento formale” dispose lo stralcio dal bando della fornitura di alberi del valore di 5 milioni.
La direttiva sullo stralcio – si legge nelle carte – venne resa “operativa dall’ad di Expo nonostante il parere contrario sia del Responsabile unico del procedimento, l’ingegnere Carlo Chiesa, sia del Responsabile dell’Ufficio gare e contratti di Ilspa (Infrastrutture lombarde), Pierpaolo Perez, ma, soprattutto, del legale di Ilspa, Carmen Leo, tutti preoccupati delle possibili conseguenze sulla tenuta e sulla regolarità del bando di gara rilevato che allo stralcio di tale fornitura non è corrisposta la modifica del prezzo finale posto a base d’asta”. Fonte Repubblica.it
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