Denuncia il malaffare, giornalista Rai licenziato
La vicenda di Di Natale ha fatto subito scalpore. Licenziamenti di questo tipo in Rai se ne contano ben pochi e nella sede siciliana ancora meno anzi, è la prima volta che succede. L’azienda si difende dicendo che dietro il provvedimento ci sarebbero motivi disciplinari, insomma la cosiddetta “giusta causa”.
“Il provvedimento ha una chiara matrice ritorsiva e strumentale. Da tre anni denuncio la cattiva gestione e la pubblicità occulta di cui è pervasa l’azienda per scelta del capo redattore”. È chiaro e diretto Di Natale nel denunciare anche episodi “di emarginazione professionale, di vessazione, di discriminazione, di mobbing”. Inevitabile, quindi, il ricorso davanti al giudice del lavoro.
La vicenda del giornalista non aiuta a placare gli animi già inquieti nella redazione siciliana della Rai, anche perché, tra le altre cose (contrasti interni fra i giornalisti), c’è stato il mancato rinnovo del comitato di redazione. L’ultimo Cdr si è dimesso, infatti, nell’ottobre del 2012 e da allora i giornalisti non hanno più una rappresentanza sindacale all’interno dell’azienda. Nei prossimi giorni, però, si torna al voto.
La lettera di licenziamento per Di Natale non è che l’ultimo dei provvedimenti disciplinari presi a suo carico. L’anno scorso, infatti, il redattore è stato sospeso per 34 giorni. Gli è stata contestata la violazione del vincolo di esclusiva con l’azienda per aver collaborato con un’agenzia di stampa. Di recente nuovi richiami per aver partecipato a trasmissioni in tv locali.
Il giornalista non risparmia nessuno all’interno della redazione e torna ad accusare il caporedattore, Vincenzo Morgante, da più di un decennio capo dei giornalisti siciliani della Rai, per la sua presunta gestione redazionale: “Nei nostri telegiornali si fa da anni pubblicità occulta su indicazione del capo redattore- ha rivelato Di Natale -. Dalle produzioni di un’azienda vinicola ai panettoni di una casa pasticciera. Io ho denunciato tutto questo e sono stato emarginato”.
“Sono stato punito – ha detto il redattore – per avere combattuto e denunciato il malaffare, il fenomeno della pubblicità occulta ed una gestione di tipo privato, come “cosa propria”, della redazione Tgr Sicilia, in qualche caso – incontestabilmente documentato – anche in collusione con l’interesse di mafiosi”.
BASTA BISOGNA FINIRLA CON L’AFFARE INFORMAZIONE E POLITICA C’E’BISOGNO DI URGENTI MISURE SU QUESTO SHIFOSO FENOMENO,CHE AFFOSSA QUEL PIZZICO DI DEMOCRAZIA CHE RIMANE….SOLIDALE CON LEI SIGN.DI NATALE………