29/01/2018 – Innovativo sistema per ottenere la sostanza necessaria alla creazione del polilimonene carbonato, un tipo di bioplastica che per qualità e resistenza supera i prodotti della stessa famiglia attualmente diffusi in commercio. Dagli agrumi di Sicilia nascerà la nuova plastica biologica. Ecco l’annuncio degli studiosi del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Università di Palermo sulla rivista scientifica Chemical Communications.
Si tratta di un innovativo sistema per ottenere la sostanza necessaria alla creazione del polilimonene carbonato, un tipo di bioplastica che per qualità e resistenza supera i prodotti della stessa famiglia attualmente diffusi in commercio. La sostanza principe è l’ossido di limonene, che potrà essere ricavato irradiando con luce solare e in presenza di ossigeno il limonene, l’essenza estratta in abbondanza dalle bucce di arance e limoni.
I benefici sulla salute ricadranno anche sull’agrumicoltura siciliana, primo produttore nazionale di limonene, estratto in ogni azienda prima della spremitura e venduto alle imprese cosmetiche. Una bioplastica che nasca dagli agrumi. Dalle arance e dai limoni, infatti, potrà prendere vita una particolare plastica biologica. Quali agrumi scegliere? Naturalmente quelli di Sicilia. Ed è tutto merito del limonene.
Ad annunciarlo sono proprio i ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Università di Palermo che, sulla rivista scientifica Chemical Communications, spiegano come dal cosiddetto “ossido di limonene” possa essere ricavata un plastica biologica non inquinante.
Già in una più datata ricerca degli stessi studiosi siciliani si era concentrata sulle qualità del limonene (D-limonene), presente nella buccia degli agrumi, quale sostanza chimica rinnovabile con numerose e crescenti applicazioni. I suoi usi tradizionali come aroma e fragranza si accompagnano ormai anche agli usi nella produzione di prodotti cosmetici e di dentifrici. Dato il suo odore di arancia, il D-limonene è usato nell’industria alimentare come insaporitore e in botanica come insetticida ed è inoltre aggiunto ai prodotti detergenti per dare un odore di arancia, mentre sta aumentando anche come solvente per la pulizia di superfici.
Ora, gli studiosi italiani – guidati da Rosaria Ciriminna dell’Istituto dei materiali nanostrutturati del Cnr e da Francesco Parrino del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Palermo – hanno messo a punto un innovativo sistema per ottenere la sostanza necessaria alla creazione del polilimonene carbonato, un tipo di bioplastica che per qualità e resistenza supera i prodotti della stessa famiglia attualmente diffusi in commercio.
Fulcro è l’ossido di limonene, che i ricercatori hanno fatto in modo si potesse ricavare irradiando con luce solare e in presenza di ossigeno il limonene. In questo modo, si produce un genere di plastica biologica non inquinante ad altissimo valore aggiunto. I suoi benefici, giurano gli studiosi siciliano, potranno ricadere, oltre che sulla salute umana, anche e sulle start-up nostrane e sull’agrumicoltura siciliana, primo produttore nazionale di limonene.
Anche una precedente ricerca si era soffermata sull’utilizzo di ossido di limonene facendolo reagire con l’anidride carbonica per ottenere un composto di “carbonato di polilimonene”, PLDC. Insomma, passando anche altri elementi naturali, la letteratura scientifica ha spesso dato prova dell’esistenza di plastiche alternative. Se se ne riescono a migliorare man mano le qualità, il Pianeta risolverebbe gran parte dei suoi problemi. FONTE
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