10/11/2018 – La prima manifestazione Sì Tav a Torino riempie piazza Castello con trentamila persone, una marea di industriali e professionisti, ma anche semplici cittadini e fette di sindacato a favore della Torino-Lione bocciata dai cinquestelle e dalla Giunta Appendino. Una mobilitazione partita con il solo tam tam sui social. A immagine del Romadicebasta della capitale, è partita da sette donne, sette professioniste, bollate come “madamin da salotto” da una delle consigliere dei Cinquestelle. Loro ci tengono a dire, siamo cittadine come gli altri. Adele Olivero e Patrizia Ghiazza spiegano: “Ce l’aspettavamo, sono partiti anche da fuori Piemonte per essere qua, ci credevamo veramente”. “Sono le ragioni del dire sì: desidero l’alta velocità, desidero una città che cresce, una città che si sviluppa, desidero investire su delle connessioni che non siano solo locali e a bassa velocità”.
Vietate le bandiere dei partiti politici e di qualsiasi organizzazione. Si canta l’inno di Mameli e le uniche bandiere sono quelle del tricolore, dell’Europa e dei cinque cerchi dell’Olimpiade, davanti ad un enorme palco montato su un tir. I cartelli in piazza dicono “Sì Tav, sì lavoro”. L’entusiasmo del commissario straordinario di governo per la Torino-Lione, Paolo Foietta, secondo cui è la piazza della maggioranza silenziosa: “C’era una minoranza rumorosa che pensava di parlare a nome di tutti. Sono stati smentiti dai fatti. C’è bisogno che prendano atto di questa manifestazione”.
La gente è stufa di sentire dire no a tutto dice Giorgio Marsiaj, patron della Sabelt e presidente dell’Unione Industriale: “La Tav aiuta la competitività delle nostre aziende. Questo va contro gli interessi del paese e del territorio che già soffre più di altri”.
Torino si è incamminata su una strada pericolosa secondo l’ex sindaco, Valentino Castellani: “Diciamo pure la parola, di declino. Manca una visione, una capacità di progetti per il futuro”. Un avviso di sfratto anche per il governo secondo l’ex ministro Maria Stella Gelmini, capogruppo alla Camera di Forza Italia: “Credo che dobbiamo dire grazie a Torino e a questa piazza che ha avuto il coraggio di pronunciare dei sì dopo i troppi no del governo. Siamo qua senza simboli di partito rispettando la natura civica di questa manifestazione, però la politica ha anche il dovere di ascoltare”. [ASKANEWS]
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