Chi è David Sassoli eletto presidente del Parlamento europeo
03/07/2019 – David Sassoli è il nuovo presidente del Parlamento europeo. È stato eletto da socialisti, popolari e liberali dopo una prima fumata nera in cui gli erano mancati 7 voti per raggiungere la maggioranza assoluta. All’europarlamentare dem, ex giornalista, vicedirettore e conduttore del Tg1, sono andati 345 voti, 11 in più rispetto a quelli necessari per il quorum. Tra i partiti italiani, solo il Pd l’ha votato. Forza Italia si è astenuta, mentre Lega e Fdi hanno votato per Jan Zahradil (Conservatori Ecr). Il Movimento 5 Stelle ha invece lasciato libertà di coscienza.
704 i voti espressi al secondo turno, 37 schede bianche o nulle. Ska Keller dei Verdi ha ottenuto 119 voti (133 al primo turno), molti di più dei deputati del gruppo (74), Sira Rego della sinistra Gue/Ngl 43 (42 al primo scrutinio, col gruppo che conta 38 eurodeputati), Jan Zahradil dell’Ecr 160 (il gruppo ha 64 parlamentari). Già vicepresidente del Parlamento Ue, l’eurodeputato dem a Bruxelles dal 2009 succede ad Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia. Già da ieri era dato per favorito e al primo turno, con 325 preferenze, era stato comunque il candidato più votato. Poco prima dell’annuncio dell’elezione, Emanuele Fiano aveva dato notizia alla Camera dei deputati della vittoria di Sassoli, seguita in aula da un lungo applauso. E anche il segretario Pd Zingaretti ha esultato su Twitter: “Vittoria! David Sassoli presidente del Parlamento Europeo. Un Italiano del Pd tra le massime figure delle istituzioni europee. Il Governo Italiano ha fatto danni e ci ha isolato. Il Pd c’è e conta, al servizio delle Istituzioni e del nostro Paese”.
Nazionalismi, regolamento di Dublino e istituzioni da riformare: il discorso – Subito dopo l’elezione, Sassoli ha pronunciato il suo discorso in plenaria, ricordando che l’Europa si fonda sulle sue istituzioni che, seppure “imperfette e da riformare, ci hanno garantito la nostra libertà e indipendenza“. Ha ringraziato Tajani per il lavoro svolto e ha sottolineato l’urgenza di riformare il regolamento di Dublino. Il testo approvato dal Parlamento europeo prevedeva “il ricollocamento automatico e permanente obbligatorio per tutti gli Stati” ma il negoziato si è arenato in Consiglio europeo. Nella passata legislatura la Lega non ha mai partecipato al dibattito in commissione, ma nel contratto di governo è stata inserita “la revisione del Regolamento di Dublino e l’equa ripartizione dei migranti tra tutti i Paesi dell’Ue”. “Signori del Consiglio Europeo, questo Parlamento crede che sia arrivato il momento di discutere la riforma del Regolamento di Dublino che quest’Aula, a stragrande maggioranza, ha proposto nella scorsa legislatura. Lo dovete ai cittadini europei – ha continuato – che chiedono più solidarietà fra gli Stati membri; lo dovete alla povera gente per quel senso di umanità che non vogliamo smarrire e che ci ha fatto grandi agli occhi del mondo. Molto è nelle vostre mani e con responsabilità non potete continuare a rinviare le decisioni alimentando sfiducia nelle nostre comunità, con i cittadini che continuano a chiedersi, ad ogni emergenza: dov’è l’Europa? Cosa fa l’Europa? Questo – conclude – sarà un banco di prova che dobbiamo superare per sconfiggere tante pigrizie e troppe gelosie”.
“Non siamo un incidente della Storia, ma i figli e i nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia. Se siamo europei è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi. Ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria produce virus che stimolano istinti di superiorità e producono conflitti distruttivi”. Per Sassoli all’Europa serve “recuperare lo spirito dei padri fondatori“, “coniugare crescita, protezione sociale e rispetto dell’ambiente” e “rilanciare gli investimenti sostenibili”. “In questi mesi, in troppi – ha detto Sassoli – hanno scommesso sul declino di questo progetto, alimentando divisioni e conflitti che pensavamo essere un triste ricordo della nostra storia. I cittadini hanno dimostrato invece di credere ancora in questo straordinario percorso, l’unico in grado di dare risposte alle sfide globali che abbiamo davanti a noi”.
L’esponente del Pd ha sottolineato la volontà e l’impegno per incrementare “la parità di genere” e favorire “un maggior ruolo delle donne ai vertici dell’economia, della politica e del sociale”. “Dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri Fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza. Dobbiamo avere la forza di rilanciare il nostro processo di integrazione, cambiando la nostra Unione per renderla capace di rispondere in modo più forte alle esigenze dei nostri cittadini e per dare risposte vere alle loro preoccupazioni, al loro sempre più diffuso senso di smarrimento“, ha aggiunto. Poi, riferendosi al nuovo parlamento appena insediato che vede il 63% degli eurodeputati alla prima legislatura, dà il “benvenuto anche alle donne che rappresentano il 40% di tutti noi. È un buon risultato ma noi vogliamo di più”. – [IlFattoQuotidiano.it]
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