15/08/2018 – L’ex senatore Maurizio Rossi, eletto nel 2013 in Parlamento con Scelta civica, aveva avvertito per ben due volte, nel 2015 e nel 2016 dei problemi di sicurezza del ponte Morandi, crollato oggi a Genova uccidendo almeno 35 persone. In una interrogazione del 20 ottobre 2015 rivolta al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, Rossi scriveva: «Premesso che dal punto di vista dei collegamenti, i liguri vivono quotidianamente una situazione di grave disagio, tanto da ravvisare una vera e propria emergenza trasporti; molti tratti autostradali liguri non sono conformi alle normative di sicurezza europee e, nelle ore di punta, si verificano continuamente code di decine di chilometri, rallentamenti e numerosi incidenti che bloccano l’area intorno a Genova; le tariffe su tali tratti sono fra le più elevate del Paese». Poi aggiungeva: «Sul nodo autostradale di Genova è noto il grave problema del ponte Morandi che attraversa la città e del quale non si conosce la sicurezza nel tempo. Risulta pertanto indispensabile procedere con sollecitudine a cantierare il progetto denominato “gronda di Genova” per il quale la società Autostrade ha già in cassa le risorse necessarie per iniziare i lavori derivanti dagli aumenti tariffari concordati in cambio della concessione ottenuta».
Poi il 28 aprile aprile del 2016 Rossi tornava alla carica con una nuova interrogazione, sempre al ministro Delrio: «Il viadotto Polcevera dell’autostrada A10, chiamato ponte Morandi, è un’imponente realizzazione lunga 1.182 metri, costituita su 3 piloni in cemento armato che raggiungono i 90 metri di altezza che collega l’autostrada Genova-Milano al tratto Genova-Ventimiglia, attraversando la città sulla val Polcevera – affermava il senatore – recentemente, il ponte è stato oggetto di un preoccupante cedimento dei giunti che hanno reso necessaria un’opera straordinaria di manutenzione senza la quale è concreto il rischio di una sua chiusura». Rossi chiedeva quindi al ministro Delrio «quale sia in dettaglio l’attuale situazione dei lavori di messa in sicurezza del ponte Morandi, quali siano gli interventi che ancora devono essere realizzati e se gli interventi saranno tali da comportare gravi disagi alla circolazione della città e quale sia la tempistica di fine lavori». Infine chiedeva «se corrisponda al vero che il ponte Morandi, viste le attuali condizioni di criticità, potrebbe venir chiuso almeno al traffico pesante, entro pochi anni, gettando la città nel totale caos».
Mentre i miserabili del Partito Democratico iniziano lo sciacallaggio contro il governo populista. Il crollo del Ponte Morandi è colpa di Salvini e Di Maio. Il delirio di Luigi Marattin:
Preghiere per le vittime e i feriti. Con quello che rimane delle preghiere,la speranza che-la prossima volta ci sarà occasione-gli italiani con il proprio voto rimandino nella fogna quelle miserabili teste di cazzo che hanno il coraggio di sparare fesserie su spread e austerità.
— Luigi Marattin (@marattin) 14 agosto 2018
– FONTE
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