17/01/2016 – Una truffa da oltre 14 milioni di euro ai danni della Regione Lazio, del Comune di Roma e di circa 76 cittadini, soci di 3 cooperative nel Piano di Zona B50 ‘Monte Stallonara’ di edilizia agevolata. Per questo motivo stamane, su disposizione del Gip Costantino De Robbio, sono scattati i sequestri di 37 conti correnti, 17 quote azionarie e 53 proprietà immobiliari nel Lazio e in Toscana appartenenti a 6 persone (4 uomini e 2 donne) componenti i consigli di amministrazione di quattro cooperative romane e diverse società, tutti indagati per truffa con il concorso di un dirigente e un funzionario di Roma Capitale, indagati per abuso d’ufficio.
Posti sotto sequestro, a scopo preventivo per la tutela delle vittime delle truffe, anche i tre edifici delle cooperative per la gestione delle quali è stato nominato un amministratore giudiziario.
Le indagini sono state avviate dopo un esposto del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Santori sulle mancate opere di urbanizzazione e della parlamentare del Movimento 5 Stelle, Roberta Lombardi, sulle responsabilità del mancato controllo da parte dei funzionari comunali.
“Sono molto soddisfatto dell’esito dell’inchiesta”, afferma Santori, che però avverte: “In tutta Roma ci sono almeno sette altre situazioni simili sotto indagine. Roma Capitale e la Regione Lazio devono impegnarsi a tenere sotto osservazione queste realtà, verificando lo sviluppo di piani di urbanizzazione primaria a tutela dei romani e di un territorio su cui si è speculato in maniera ignobile in passato solo per fare profitto, a volte truffando ignari cittadini come accaduto a Monte Stallonara”.
Secondo l’inchiesta, durata tre anni e affidata alla sezione di polizia giudiziaria dalla Polizia Locale, diretta dalla dottoressa Rosa Mileto, i consigli di amministrazione di tre cooperative (‘Acli Castelli Romani Terza’, ‘Acli Castelli Romani Seconda’ e ‘Il Nido’), formati sempre dagli stessi indagati, dopo aver beneficiato di finanziamenti (circa 3 milioni e mezzo di euro dalla Regione) e concessioni di enti pubblici (i terreni dal Comune di Roma), vincolati alla costruzione di appartamenti da dare in locazione o vendita a condizioni di favore per soggetti meno abbienti, hanno gonfiato gli affitti, raddoppiato i costi di vendita degli immobili e fatto sparire i finanziamenti pubblici ricevuti.
Il meccanismo era semplice. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, per aggirare la normativa gli indagati hanno creato una quarta cooperativa, la ‘Monte Stallonara’, nella quale hanno fatto confluire tutti i soci delle altre tre cooperative per poter giustificare la vendita degli appartamenti ai soci costruttori a oltre 13 milioni e 600mila euro, circa il doppio rispetto ai circa 7milioni e 900mila dovuti per il costo di una sola edificazione e dichiarato alla Regione per poter ottenere il finanziamento pubblico.
Un finanziamento erogato dalla Regione proprio per abbassare i costi totali della nuova edificazione e consentire così ai soci della cooperativa di pagare solo circa 4milioni e 400mila euro per la nuova edificazione. Ma i soci per l’acquisto della casa, non solo non hanno beneficiato delle agevolazioni ma si sono ritrovati anche a dover versare un mutuo alle banche per un ammontare totale di 9milioni e 750mila euro.
I soldi venivano poi fatti girare e sparire dalle casse delle cooperative, con la motivazione di ulteriori prestazioni di servizi, all’interno di società e consorzi sempre intestati agli stessi indagati in una sorta di scatola cinese. Una truffa in piena regola, realizzata anche grazie all’aiuto di un dirigente e di un funzionario del Comune di Roma che, abusando del loro potere, facevano ‘passare’ i prezzi di cessione, accontentandosi della semplice dichiarazione dei consigli di amministrazione, mentre sarebbe stato invece necessario che i prezzi di cessione fossero approvati e deliberati dagli stessi soci delle cooperative.
“Bene l’intervento della magistratura sul piano di zona di Monte Stallonara ma ora chiediamo l’intervento immediato del Comune di Roma affinché per gli altri piani di zona su cui deve vigilare, vigili contestando le violazioni e applicando le sanzioni previste”, dice all’Adnkronos l’avvocato Vincenzo Perticaro, che ha inoltrato l’esposto denuncia che ha portato oggi all’intervento della magistratura. “Ci sono 28 denunce per 28 piani di zona – afferma Perticaro – e l’ente che doveva vigilare in primis era il Comune. Stiamo parlando di un danno erariale enorme. Ora chiediamo al Campidoglio di revocare le convenzioni con chi ha disatteso gli accordi acquisendo il patrimonio immobiliare in modo da tutelare i cittadini”. – FONTE
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