03/02/2018 – A bandiere bianche con il simbolo e decine di cartelli gialli “Scegli, partecipa, cambia”. Poi i cori “onestà, onestà”, come da tradizione. I 5 stelle chiudono la campagna elettorale da piazza del Popolo a Roma (qui la diretta video), riempita a metà (secondo lo staff 20mila persone). Beppe Grillo apre accompagnando sotto braccio la sindaca della Capitale Virginia Raggi. “Siamo incapaci? Sì, di rubare”, esordisce la prima cittadina. Poi è il turno del figlio del cofondatore Davide Casaleggio: “Il 4 marzo è vicino, corriamo controvento e iniziamo a volare alto”. Quindi il candidato presidente del Consiglio Luigi Di Maio: “Ho appena visto i sondaggi e siamo a un passo dalla vittoria”. E ha annunciato il primo decreto legge di un eventuale Consiglio dei ministri a 5 stelle: “Un decreto in tre punti: al primo dimezzeremo lo stipendio ai parlamentari della Repubblica, al secondo togliamo i vitalizi e al terzo disponiamo 30 miliardi di sprechi verso aiuti alle famiglie e ai pensionati. Questo decreto potrà essere approvato dal Cdm che ieri vi ho presentato se domenica ci darete la maggioranza”. Di Maio poi, registrando la puntata di Porta a Porta, ha annunciato che “sta pensando” a Elisabetta Trenta, già indicata come ipotetico ministro della Difesa, per l’incarico di vice premier. L’ordine degli interventi: Roberta Lombardi, Roberto Fico, Paola Taverna, Alessandro Di Battista e Beppe Grillo che chiuderà la kermesse.
E’ di Luigi Di Maio uno degli interventi più lunghi e più attesi: è l’ultimo appello al voto per la corsa decisiva in cui si gioca il tutto e per tutto per arrivare al governo. “Il Movimento”, ha detto, “è stato dato per morto ogni 6 mesi negli ultimi 5 anni e oggi siamo qui con un consenso ancora maggiore rispetto al 2013, ma se allora siamo entrati in Parlamento come opposizione stasera quell’era finisce e inizia quella del governo. Non prendiamo finanziamenti, e siamo la prima forza politica politica del Paese. Tutto ciò esiste perché ognuno ha fatto la sua parte. La responsabilità che sento e sentiamo di più è proprio quella di non deludere tutta questa speranza, questa aspettativa degli italiani, la loro fiducia ci deve onorare, e da lunedì abbiamo l’obiettivo di iniziare a fare tutto ciò che abbiamo detto fino ad ora”. Di Maio, dopo che ieri ha annunciato la squadra del primo eventuale esecutivo a 5 stelle, oggi ha invece rivelato qual è il primo provvedimento che vorrebbe fosse approvato dal suo consiglio dei ministri: un decreto per tagliare i costi alla politica. “Avremo un gruppo parlamentare tre volte più grande. Con noi finisce l’epoca delle poltrone e inizia quelle di chi nelle istituzioni lavora per i cittadini”. Poi una promessa, quella che i 5 stelle ripetono sempre: “Vi prometto che nessuno sarà lasciato indietro dallo Stato. Noi siamo quelli che nonostante tutto ce la stanno facendo, e possiamo farcela se tutti partecipiamo e scegliamo”.
Il leader M5s nel corso del suo intervento dal palco ha scelto di leggere una lettera rivolta alla sua generazione. “Noi siamo stati chiamati in tanti modi. Generazione y, millennials, tanti nomi perché in fondo chi ci guardava da fuori non ci ha mai capito. La realtà è che siamo la generazione del “nonostante tutto”. Perché noi siamo quelli che nonostante tutto ce la stanno facendo. All’inizio sembrava tutto perfetto. Poi siamo cresciuti e abbiamo fatto l’università perchè ci avevano raccontato che bastava prendere una laurea per avere un posto fisso, guadagnare dei soldi, fare un mutuo e mettere su famiglia. Invece no, non è stato così. Ci siamo trovati ad affrontare un mondo che non eravamo stati preparati ad affrontare”. E’ questo l’incipit della lettera che ha letto ai “giovani dai 20 ai 40 anni”. Una sorta di ultimo appello al voto, tutto dedicato agli elettori più giovani. “Il mondo è cambiato e allora noi siamo cambiati assieme al mondo, adattandoci ai nuovi contesti. E ora siamo diventati grandi. E vogliamo rivendicare il diritto a guidare il cambiamento di cui il Paese ha bisogno. Perché il mondo è cambiato, noi siamo cambiati, ma l’Italia è sempre la stessa. Quelli che comandano, quelli che si candidano a governare sono sempre gli stessi da 20 anni. La mobilità sociale non esiste, i più ricchi di oggi sono gli stessi del secolo scorso. E questo succede solo in Italia. Questo Paese non cambia e non si adatta al mondo perché chi comanda non vuole cambiare e ci sta portando sempre più giù. Per una evoluzione della specie devono cedere il passo. Non è una minaccia, è una legge biologica, ed è la storia a dircelo”, prosegue Di Maio che conclude: “Noi abbiamo il dovere di cambiare questo Paese, abbiamo la responsabilità di dotarlo delle nostre competenze per farlo entrare dalla porta principale nel mondo che è cambiato. Perché così com’è non si va da nessuna parte”.
Intorno alle 18.30 sul palco si è presentato Beppe Grillo tenendo sotto braccio Virginia Raggi. “Vi lascio in buona compagnia, ci vediamo verso mezzanotte: godetevela”, ha detto il garante. La prima cittadina ha esordito: “E’ un’emozione essere qui: non mollate mai, io non ho mollato. Io vi voglio bene, questo ve lo voglio dire. Un anno e mezzo fa è iniziato il nostro sogno, un cammino che ci ha portato alla guida di Roma, ora questo cammino dobbiamo completarlo andando al governo del Paese, con Luigi Di Maio”. E poi: “Dobbiamo fare un favore ai noi stessi e ai nostri figli, dobbiamo rivoltare completamente il sistema dei partiti, un sistema marcio, in cui gli inciuci sono all’ordine del giorno, i cambi di casacca, gli scambi di favore tra partiti. Hanno scritto una legge per tenere fuori il M5s, sono vergognosi e noi abbiamo la dignità di fermare questo sistema e il coraggio di farlo”, sottolinea Raggi che cita il fuorionda di Fitto, Salvini e Meloni: “avete visto? Hanno paura di noi”. E ha chiuso: “Siamo incapaci, sì, siamo incapaci di rubare”.
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